È entrato nella lega nel 2003, un anno che vedeva George W. Bush alla Casa Bianca, gli Spurs campioni NBA soltanto per la seconda volta, Cristiano Ronaldo esordire nel Manchester United di Alex Ferguson e Scarlett Johansson farlo al cinema nel bellissimo “Lost in translation”. Sono passati 17 anni e LeBron James è più forte che mai, e la sua ultima stagione NBA lo dimostra
Lo slogan pubblicitario che ha reso celebre lo sbarco di LeBron James nella NBA recitava così: "Siamo tutti testimoni" (We are all witnesses"). Testimoni di qualcosa di trascendente, unico, forse irripetibile. Uno slogan profetico se, 17 anni dopo il passaggio del giovane talento di St. Vincent-St. Mary dalla scena liceale dell'Ohio alla NBA a prendersi i titoli delle finali NBA è ancora il n°23 (stavolta declinato in gialloviola). Un raro esempio di longevità agonistica ai più alti livelli, paragonabile solo - nella recente storia dei Lakers - alle carriere di leggende come Kobe Bryant e prima ancora Kareem Abdul-Jabbar. A 35 anni suonati (saranno 36 a fine dicembre), LeBron James sta viaggiando a 29 punti, 11 rimbalzi e 9 assist di media sfiorando il 55% al tiro e il 42% da tre punti. E con lui in campo i Lakers hanno un net rating di +12.3 nelle due sfide di finale contro Miami, giunte al termine di una stagione lunga e travagliata che però ha visto James sempre protagonista ai massimi livelli, in campo e fuori.