In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Finali NBA, Dwight Howard in vista di gara-4 a Sky Sport: “Serve più energia e voglia”

esclusiva

Dario Vismara

©Getty

Il centro titolare dei Lakers, intervistato in esclusiva dopo la sconfitta incassata contro gli Heat, spiega cosa provare a cambiare a livello di atteggiamento per affrontare e battere Miami: “Della tattica si sta occupando lo staff tecnico, noi dobbiamo dimostrare di avere più grinta dei nostri avversari”

TUTTE LE FINALS NBA IN DIRETTA SU SKY SPORT: LA PROGRAMMAZIONE

Condividi:

Arrivato con un contratto non garantito a inizio stagione ai Lakers e strada facendo diventato prima un tassello cruciale in uscita dalla panchina e poi titolare nella serie più importante degli ultimi dieci anni affrontata dalla franchigia di Los Angeles: Dwight Howard vuole a ogni costo il primo anello NBA della sua carriera e ci racconta in un’intervista esclusiva, a poche ore dalla palla a due di gara-4 contro Miami, di cosa hanno bisogno i Lakers per tornare a vincere dopo lo stop nel terzo episodio della serie. Una sconfitta dovuta alla mancanza di impegno, alla minore voglia messa in mostra sul parquet rispetto agli Heat, all’interno di una finale NBA da affrontare in un contesto anomalo come quello della bolla di Disney World di cui lo stesso Howard racconta le difficoltà. Queste alcune delle risposte più interessanti date del centro dei Lakers.

Qual è la sfida più complicata da affrontare quando si incontra una squadra come Miami?

Ho imparato a rispettare ogni tipologia di avversario, a prescindere dai giocatori che scendono in campo e dagli avversari che ti ritrovi ad affrontare. Miami è arrivata fino in fondo perché lo ha meritato, se hanno conquistato le finali NBA vuol dire che hanno dimostrato di essere la migliore squadra a Est. Bisogna sempre mostrare nei loro confronti il rispetto che hanno meritato sul campo. Giocano duro, di squadra, sono un ottimo gruppo allenato molto bene da uno staff che riesce a spingerli al massimo e ottenere il miglior contributo da tutti.

In cosa credi dovranno migliorare i Lakers come squadra in vista di gara-4?

L’energia, senza dubbio. Dobbiamo metterci più voglia rispetto a quanto fatto nell’ultima partita. Sono quelle le caratteristiche servono per vincere e la scorsa notte [quella di gara-3 persa contro i Miami Heat, ndr] loro hanno dimostrato sul parquet di averne più di noi: questa è la ragione per cui sono riusciti a batterci.

Avete vinto in questi playoff raddoppiando su Lillard e Harden, lo farete anche con Butler nelle prossime sfide?

Credo che riusciremo a vincere soltanto giocando duro, delle questioni tecniche e delle decisioni da prendere in attacco e in difesa si sta occupando lo staff, saranno loro a dirci cosa fare. Dal canto nostro invece sappiamo di dover mettere maggiore energia e grinta sul parquet.

Sei arrivato ai Lakers avendo un contratto non garantito: quali erano i tuoi propositi?

Non avevo nessuna idea particolare in mente: la mia unica intenzione era quella di venire a giocare ai Lakers e dimostrare di poter essere la versione migliore di me, a prescindere da tutto ciò che sarebbe successo. Un Dwight Howard in grado di essere utile. Non mi sono mai interessato al contratto e alle scadenze, il mio focus è sempre stato quello di aiutare la squadra a vincere. Il mio obiettivo era quello di mettere a disposizione del gruppo la mia leadership e la mia esperienza da veterano sia in campo che fuori.

Quale è il tuo giudizio sulla bolla? È dura vivere isolati per tre mesi?

È davvero dura essere qui, molte persone pensano che siamo venuti qui in vacanza: siamo ospiti a Disney World, uno dei posti più “divertenti” al mondo. Noi siamo felici dall’opportunità di essere qui a giocare in totale sicurezza, ma essere isolati dal mondo intero, dalla famiglia, dagli amici e dai figli è molto complicato da gestire per tanti giocatori. Al tempo stesso sappiamo che la bolla sta funzionando alla perfezione: un ambiente controllato che ci permette di giocare. E alle volte la solitudine e l’isolamento fanno bene al corpo e all’anima: hai la possibilità di fare i conti con te stesso, di capirti meglio. Ho avuto questo tipo di approccio, allontanando tutti gli aspetti negativi dalla mia testa, tenendo il mondo fuori e concentrandomi su cosa fare per provare a essere un uomo, un padre, un marito e un compagno migliore. È una grande occasione a livello personale per ripensare a tutto questo.

vedi anche

Dwight Howard: "Sono stato depresso nella bolla"