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Mercato NBA, Danilo Gallinari sul futuro: "Potrei tornare a OKC, sono sottovalutato"

PAROLE
©Getty

In un’intervista con Michael Scotto di HoopsHype, Danilo Gallinari ha parlato del suo futuro in free agency, dell’anno passato a Oklahoma City e della sua percezione in giro per la lega. "Considererò ogni opzione, anche il ritorno a OKC dove mi sono trovato bene e abbiamo avuto una stagione miracolosa. Sono un po’ sottovalutato in NBA e non sono incline agli infortuni come si pensa"

Normalmente il periodo per pianificare il proprio futuro è in estate, una consuetudine talmente radicata nelle teste di tutti che anche Danilo Gallinari più volte si riferisce a questa free agency parlando di "estate". Ma siamo ormai in autunno, e per Gallinari è tempo di pensare alla prossima stagione: con un contratto da firmare appena si aprirà la free agency, l’azzurro è stato ospite del podcast di Michael Scotto su HoopsHype parlando di tutto. Dagli allenamenti che sta facendo a Denver (“Yoga, pilates ma anche MMA e ogni tanto del golf per svagarmi”) all’imminente paternità (“Voglio essere un bravo genitore come lo sono stati i miei con me”), il Gallo ha parlato molto anche del suo futuro. Un futuro in cui tiene aperta ogni opzione, tra cui anche il ritorno a Oklahoma City che sembrava escludere con il post sui social di due giorni fa. “Prenderei in considerazione di tornare, certo. Quando hai una bella esperienza con una squadra, e con quello che abbiamo vissuto noi in questa pazzesca stagione miracolosa, mi piacerebbe tornare e passare altro tempo a OKC. Sam Presti ha fatto un grande lavoro nel costruire la squadra e tenerci tutti sulla stessa pagina: è uno con cui si può parlare onestamente”. Al momento però Gallinari non si è esposto su cosa cerca davvero in una squadra: “La cosa bella della free agency, specialmente per la mia situazione, è che si deve guardare a tutto. Non si è free agent ogni anno, perciò voglio prendermi il mio tempo e considerare ogni cosa. Non sappiamo bene come funzionerà in termini di date o cosa succederà il prossimo anno: c’è molta incertezza, perciò un contratto a lungo termine sarebbe un’ottima cosa, ma voglio vedere cosa succederà e non escludo nulla”.

Gallinari: "Io sottovalutato, e non sono incline agli infortuni come pensano"

Gallinari è reduce da due anni in cui ha avuto pochi problemi fisici e ha tirato oltre il 40% dall’arco, rendendosi decisamente appetibile sul mercato. Specialmente per la questione fisica, visto che da molto tempo viene considerato un giocatore “injury-prone”, cioè incline agli infortuni. Etichetta che lui però respinge con forza: “Sinceramente non capisco perché mi considerino così. Era un problema quando sono arrivato in NBA, visto che mi sono operato subito alla schiena. Poi mi sono rotto il crociato nel 2013 quando ero a Denver. Ma per il resto della carriera, ho avuto solo piccoli infortuni che hanno avuto tutti, eppure mi sono sempre portato dietro questo stigma dell’injury-prone sulla schiena. Ma non è vera, i fatti sono diversi. Sono in salute e nelle ultime stagioni ho saltato delle partite per decisione della squadra di tenermi a riposo, non per infortuni”. Alla domanda se si sente sottovalutato o valutato giustamente in giro per la lega, l’azzurro risponde: “Sono un po’ sottovalutato se mi fermo a pensarci. Magari è una percezione che hanno i fan, ma le persone che lavorano nella pallacanestro, dagli allenatori agli statistici, sanno dove sta il mio valore e quello che ho dato ogni sera negli ultimi 12-13 anni”.

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Il curriculum del Gallo negli ultimi due anni si è impreziosito con il suo ruolo di veterano prima per i Clippers e poi per i Thunder, due squadre che ha aiutato nel sorprendere l’intera lega. “La definizione migliore che mi viene in mente sono stagioni miracolose. Nessuno si aspettava che facessimo quello che abbiamo fatto, anzi dovevamo vincere forse 30 partite sia a L.A. che a OKC. Per questo parlo di essere sottovalutati. Abbiamo fatto qualcosa che nessuno si aspettava, non solo andando ai playoff ma giocando entrambe le volte molto bene, prima vincendo due partite contro i Golden State Warriors quando tutti pensavano che avrebbero vinto 4-0 (con una rimonta miracolosa da -31) e poi gara-7 contro Houston, che sinceramente avremmo dovuto vincere”. Playoff disputati nella bolla di Orlando, situazione che il Gallo ha sempre elogiato e che non disdegnerebbe per il futuro: “Ovviamente mi piacerebbe tornare alla normalità davanti ai tifosi, ma capisco la situazione. Se ci fosse la necessità di giocare di nuovo in una bolla, lo farei”.

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L’azzurro ha riservato un pensiero anche per i suoi impegni con la nazionale italiana, a partire dal pre-olimpico per arrivare a Tokyo: “Non ho mai giocato alle Olimpiadi, perciò è un mio obiettivo farlo con la nazionale. Onestamente penso di avere ancora molti anni da poter dedicare a loro perché voglio dare al mio paese e ai miei tifosi quello che si meritano. Non sono ancora riuscito a farlo, ma ci penso spesso perché dobbiamo raggiungere qualcosa con questo gruppo di ragazzi che è stato insieme per più di dieci anni”. Infine un pensiero sulla pressione di essere uno dei volti del basket in Italia: “C’è pressione, ma mi piace. È una cosa che ho sempre voluto. Essere il volto o un modello per i più giovani è sempre stato un mio obiettivo sin da piccolo. Ora che ci sono lo adoro. Ovviamente ci sono tante responsabilità, ma non si gioca a basket per 40 anni. Il tempo che si ha a disposizione è breve: se non vuoi fare i conti con la responsabilità, allora devi cambiare lavoro”.

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