Una brutta gara-7 e una gara-5 ancora peggiore non devono far dimenticare una stagione vissuta da protagonista a OKC, oltre le aspettative di tutti. Ma ora Gallinari si presenta sul mercato da free agent: OKC ha già un'idea per trattenerlo, Miami potrebbe farsi di nuovo sotto, ma non mancano altre ipotesi. Il bilancio della stagione del n°8 dei Thunder
È facile — ma anche sbagliato — farsi condizionare nei giudizi dai ricordi più freschi. E l’ultimo ricordo della stagione 2019-20 di Danilo Gallinari non è certo positivo: in gara-7 della serie contro Houston l’azzurro resta in campo 27 minuti ma si prende soltanto sei tiri, finendo per segnare 4 punti e sbagliando tutto sia da tre punti (0/3) che nell’unico libero tentato (nel finale, per un fallo tecnico). Cifre sinistramente simili a quelle di gara-5 — soltanto un punto con 0/5 al tiro e 4 palle perse — anche questa “bucata” pesantemente dal n°8 di coach Donovan, anch'esso responsabile nel non aver saputo mettere più al centro del suo attacco tutto il talento dell’ala italiana. Nella stessa serie di primo turno contro i Rockets, però, vanno registrati anche i 25 punti di gara-6 e i 29 — suo massimo ai playoff eguagliato — della prima sfida, apparente prologo di grandi cose a venire. Alla fine le sette gare di questo primo turno Gallinari le chiude con 15 punti a partita con il 40.5% al tiro e il 32.4% da tre (tutti dati inferiori alle medie stagionali di 18.7 punti con quasi il 44% dal campo e oltre il 40% dall’arco).
Una stagione — la sua prima a Oklahoma City — sicuramente positiva sia dal punto di vista personale che di squadra, con un gruppo che si pensava destinato a distruggersi alla trade deadline (Gallinari e Chris Paul i principali indiziati a lasciare l’Oklahoma) e che invece ha costruito una chimica di squadra capace di portare OKC a pochi secondi da una clamoroso sorpresa ai playoff, l’eliminazione dei Rockets di Harden&Westbrook.
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Le opzioni sul mercato o un biennale a OKC
Gallinari — free agent in estate — affronta quindi una offseason che lo vedrà sicuramente protagonista sul mercato. Miami aveva già dimostrato tutto il proprio interesse per l’azzurro a febbraio, ma la reticenza di Pat Riley a impegnarsi contrattualmente oltre l’estate 2021 (per mantenere spazio salariale per il sogno Antetokounmpo) aveva fatto abortire lo scambio. Secondo ESPN Oklahoma City — con 25 milioni di dollari ancora da spendere prima di incorrere nella tassa di lusso — potrebbero proporgli un accordo biennale per 32 milioni di dollari (con una prima stagione a 15.4). Per Gallinari si tratterebbe di una decurtazione rispetto ai quasi 22 milioni di dollari annuali incassati nel triennale da 65 complessivi firmato al momento del sign-and-trade tra Nuggets e Clippers, ma anche di un contratto di tutto rispetto per un giocatore che ha già compiuto 32 anni e che arriverà 34enne al termine dell’accordo. Da valutare anche il suo storico a livello di infortuni: se le 10 gare saltate quest’anno sono il numero più basso dalla stagione 2009-10, nel suo curriculum c’è un’intera stagione vissuta da spettatore per l’infortunio al crociato (2013-14) e una prima annata ai Clippers nel 2017-18 con solo 21 gare disputate su un totale di 82.
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Le caratteristiche del giocatore e le possibili destinazioni
Non è un mistero, dopo 11 stagioni di NBA, quello che l’azzurro può portare in dote: il suo tiro da fuori è l’asset principale (ultimi due anni sopra il 40% da tre punti), in attacco sa far male (terzo tra le ali grandi per plus/minus reale offensivo) ma ancora più ammiratori ha la sua efficienza offensiva, che quest’anno lo ha visto secondo soltanto a TJ Warren per punti prodotti a possesso (1,142) e che lo ha visto tirare con una percentuale effettiva del 61.2% (Gallinari segna quasi 19 punti a partita con poco più di 13 tiri a sera). Non chiede troppi tiri — pregio che con lui diventa quasi un problema, perché un’arma offensiva del suo calibro a volte dovrebbe essere più assertivo coi suoi compagni, per il bene della squadra (come successo anche nella serie contro Houston) — e potrebbe funzionare alla meraviglia come secondo/terzo violino di una squadra che punta al titolo. Miami potrebbe ritornare all’assalto (se i Bucks blindassero già quest’estate Antetokounmpo), mentre le altre 4 squadre con spazio salariale a disposizione sono gli Atlanta Hawks, gli Charlotte Hornets, i Detroit Pistons e i New York Knicks, che già lo hanno conosciuto — tutte realtà che non assicurerebbero a Gallinari di disputare ad alto livello l’ultima parte della sua carriera NBA. E con una carriera di altissimo livello, ma un palmares (in NBA o in nazionale) ancora vuoto, la volontà del "Gallo" potrebbe essere quella di giocarsi altrove le ultime chance di anello.