Draft NBA, LaMelo Ball: in tanti lo vogliono, ma chi lo sceglierà per primo?
draft nbaIl fratello di Lonzo è uno dei prospetti più intriganti, forse il più talentuoso dell’interno Draft, di certo uno dei pochi dal possibile impatto immediato sul parquet anche in NBA. Una point guard di due metri, sotto i riflettori da quando ha 13 anni e dal percorso cestistico turbolento e unico nel suo genere
Tre anni fa, mentre il fratello era sulla bocca di tutti per merito del talento mostrato in campo a UCLA e a causa di un padre troppo ingombrante poi messo a tacere dopo qualche mese, LaMelo Ball segnava 92 punti in una partita di high-school. “Ben 41 nel solo quarto periodo”, si sottolineava quasi a intendere: “Il meglio deve ancora venire”. Eccolo qua, quel passo in avanti che stavamo aspettando, un ragazzino cresciuto fino a superare i due metri d’altezza senza perdere il tocco e l’istinto del grande campione. A livello di giocate, di predisposizione e di talento puro infatti, ruba l’occhio molto più di Lonzo - nonostante gli assomigli in diversi aspetti del gioco, non tutti in realtà positivi. “Il suo modo di passare ricorda quello degli Harlem Globetrotters”, sottolineano alcuni report e approfondimenti sul Draft pubblicati in questi giorni, mentre il grosso punto interrogativo, come già sottolineato parlando di Anthony Edwards, è che anche nel suo caso l’esperienza vera sul parquet è davvero poca. LaMelo Ball è stato letteralmente trascinato in giro per il mondo da papà LaVar - alla continua ricerca di riflettori, più che di allenatori di pallacanestro che ne migliorassero l’impatto sul parquet. Prima gli Stati Uniti, poi la parentesi in Lituania, poi il rifiuto del college e la decisione di giocare da professionista in Australia. Alla fine del tour cosa resta? Dodici partite da professionista con gli Illawarra Hawks, la peggior squadra della lega di pallacanestro australiana, prima di fermarsi a causa di un infortunio al piede. Poco per capire se oltre alle giocate da highlights - che non sono mai mancate con lui in campo - ci sia la consistenza, la costanza e la continuità di rendimento di un giocatore pronto al grande salto.
I punti di forza: tocco naturale, passatore visionario, un giocatore da tripla doppia
In una NBA in cui la distinzione per ruoli e compiti in campo diventa sempre più sottile (anche non avendo coach Mike D’Antoni seduto in panchina), una point guard di due metri con la sue doti di palleggio e di passaggio può fare davvero comodo a molti. Ha la stoffa e tutte le carte in regola per diventare un giocatore determinante in quella posizione, a partire dalla capacità di vedere giocate e linee di passaggio sia in transizione che a difesa schierata. Con lui in campo ci si diverte, da spettatori e anche da compagni di squadra: sempre sotto controllo, LaMelo riesce a giocare sulla testa del proprio avversario diretto, oltre che a non perdere mai il controllo del pallone in palleggio. A rimbalzo ha molto da imparare, ma lotta sotto canestro, dimostrando di poter avere impatto anche senza segnare. Un giocatore da tripla doppia in ogni gara, contro ogni tipologia di avversario, che sa muoversi con i tempi giusti anche lontano dal pallone - qualora ce ne fosse bisogno. In difesa il paesaggio in parte cambia, ma resta difficile valutare la sua attitudine senza tenere conto dei contesti con i quali è sceso in campo: LaMelo non ha mai avuto attorno a sé un gruppo organizzato e focalizzato sulla protezione del ferro. Come reagirà all’interno di un roster NBA è tutto da scoprire e potrebbe essere una piacevole sorpresa (gli istinti ci sono e, come dimostrato anche da Lonzo, si può imparare e diventare utili anche nella propria metà campo).
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I possibili punti deboli: la selezione e la meccanica di tiro, la tenuta a livello fisico
Non a caso abbiamo più volte citato suo fratello, visto che come il giocatore dei Pelicans anche la sua meccanica di tiro è in parte discutibile. Non completamente da rivedere come quella di Lonzo, ma l’utilizzo delle due mani anche nel suo caso lo rende poco efficace. Già, perché il grosso problema per LaMelo è la capacità di lettura quando si tratta di attaccare il ferro: prende pessimi tiri, a bassa percentuale, e ne sbaglia tanti - convinto del fatto che possano sempre andare dentro. Uno degli atteggiamenti infantili dovuti alla mancata esperienza, alle poche partite giocate, alle tante indicazioni che dovrà recepire una volta sbarcato in NBA. Anche pensando alle due doti di playmaking, ciò che manca in parte è la gestione dell’ordinario: seguire uno spartito non sembra essere nelle sue corde e questo potrebbe mettere in difficoltà il coaching staff che avrà a che fare con lui. Questioni di immaturità a cui poter porre rimedio, a differenza di una resa fisica che lascia più di un: non tanto e non solo a causa dell’infortunio al piede, ma più in generale per un atletismo e un’esplosività di certo non paragonabile a quella dei professionisti NBA. Spesso in difficoltà in difesa, soprattutto a causa del baricentro alto che lo rende facile bersaglio e spesso battuto dal palleggio. Pigro, si stampa sui blocchi e forza la lettura - mettendo nei guai i compagni: bisognerà lavorare tanto per renderlo un difensore in grado di stare in campo in NBA, chi avrà la pazienza (e il tempo) per farlo?