
NBA, risultati della notte: Joel Embiid dominante contro Miami, vincono ancora i Lakers
Il centro camerunense dei Sixers chiude con 45 punti e 16 rimbalzi nella sfida vinta all’overtime contro i rimaneggiati Heat (34 punti per Herro), settimo successo nelle ultime otto gare dei Lakers che si sbarazzano nuovamente dei Rockets. Durant da 34 punti sfiora la tripla doppia nella vittoria contro Denver, San Antonio supera OKC, Cleveland battuta anche dagli Utah Jazz, Indiana conquista il successo contro Golden State. Di seguito risultati e highlights della notte NBA

PHILADELPHIA 76ERS-MIAMI HEAT 137-134 OT | Tornano al sorridere i Sixers, ancora rimaneggiati a causa della quarantena di diversi componenti del roster, ma abili a sfruttare la rotazione ridotto al minimo degli Heat - soltanto otto giocatori disponibili per Miami - e a riacciuffare un successo dopo due ko in fila. Merito di alcune chiamate arbitrali controverse che nel finale di supplementare fanno arrabbiare la squadra della Florida, finita definitivamente in svantaggio a 26 secondi dalla sirena dopo la tripla di Dakota Mathias - unico canestro della sua serata
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“Voglio vincere il titolo NBA, ma non posso farlo da solo”, sottolinea Joel Embiid, che ha deciso di servire il compagno e fidarsi di lui sul possesso più importante della partita, dopo aver segnato 45 punti tirando 16/23 dal campo, raccogliendo 16 rimbalzi e aggiungendo al suo personale boxscore anche quattro assist e cinque recuperi. Una partita da MVP per il leader tecnico ed emotivo della squadra: “Ha voluto fare tutto lui, per fortuna. Ci ha voluto regalare questa vittoria”, il commento a fine gara di coach Doc Rivers
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Ben Simmons invece ritrova il campo dopo una settimana d’assenza, unico giocatore del quintetto a non chiudere in doppia cifra (5 punti), ma con ben 12 assist a referto. Molti dei quali armano la mano di Danny Green - uscito sconsolato dal parquet 24 ore fa dopo aver tirato 0/7 dall’arco e tornato a colpire con maggior convinzione di prima: alla sirena finale sono 29 punti (con 10 rimbalzi e sei assist) e soprattutto 9/21 dalla lunga distanza - nuovo massimo in carriera. I veri tiratori non smettono mai di farlo
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Miami, dura a morire, le prova tutte, spremendo a fondo i giocatori a disposizione (per intenderci, Gabe Vincent parte in quintetto, gioca 36 minuti e chiude con 20 tiri dal campo e 24 punti a referto): senza Butler, Adebayo e Dragic - solo per dirne alcuni - gli Heat forzano l’overtime in trasferta, trascinati da un Tyler Herro da 34 punti, sette rimbalzi e quattro assist. Uno sforzo che avrebbe meritato maggior successo
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HOUSTON ROCKETS-LOS ANGELES LAKERS 100-117 | Dopo il +27 raccolto nella sfida di 48 ore prima, i Lakers piazzano un’altra gara dominante contro i Rockets, toccano il +30 nel terzo quarto e affossano i sempre più una derelitta Houston che a fine gara deve fare i conti con le dure parole di James Harden. Sul parquet però il Barba non va oltre i 16 punti con 16 tiri, che si aggiungono ai 18 di Christian Wood e i 10 di John Wall: davvero troppo poco per sperare di battere i campioni in carica
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Il miglior realizzatore in casa Lakers è LeBron James, che chiude con 26 punti, otto rimbalzi e cinque assist in soli 29 minuti: massima resa nel minor tempo possibile, con 10/20 al tiro e quattro triple a bersaglio - una delle quali no look che ha fatto impazzire di gioia la panchina. Al resto pensano i compagni: Davis tira otto volte e fa sette canestri, altri quattro Lakers chiudono in doppia cifra e Los Angeles - giunta al settimo successo nelle ultime otto - dimostra sempre più di essere la squadra da battere

Lascia andare il pallone dall'angolo, si disinteressa della parabola del suo tiro e si gira - spalle al canestro - verso la sua panchina. Che impazzisce appena il pallone gonfia la retina. La giocata di LeBron James contro Houston è un omaggio a Steph Curry, come riconosce le sue stesso nel post-partita: "Quando lo fa lui il pallone 10 volte su 9 va a finire dentro"
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BROOKLYN NETS-DENVER NUGGETS 122-116 | Ancora senza Kyrie Irving - travolto dalle polemiche delle ultime ore a seguito della diffusione di un video che lo vedere partecipare alla festa della sorella - ma con un super Kevin Durant sul parquet, i Nets battono in volata Denver e tornano a sorridere dopo una settimana complicata. Il canestro del definitivo sorpasso lo segna il giocatore che non ti aspetti: Bruce Brown, che chiude con 16 punti - suo nuovo massimo stagionale
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A chiudere definitivamente i conti però sono i sei punti in fila nel finale realizzati da Kevin Durant, autore di 34 totali alla sirena finale, conditi con 13 assist e nove rimbalzi, sfiorando una tripla doppia che ben racconta la sua efficacia. In 36 minuti sul parquet infatti KD tira 12/18 dal campo, 4/7 dall’arco e 6/7 a cronometro fermo, regalando a Brooklyn un +15 di plus/minus che permette ai suoi compagni di restare a galla anche quando va a sedersi per riposare
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E Denver? Travolta in maniera in parte inspiegabile da un parziale da 29-4 che ha segnato nell’ultimo quarto d’ora una partita che i Nuggets davano l’impressione di poter controllare nella prima parte. Una leggerezza che ha mandato su tutte le furie Nikola Jokic - 23 punti, 11 assist, otto rimbalzi e ben sette recuperi - che ha preso a calci una sedia in panchina per la frustrazione. Quel margine infatti la squadra del Colorado non è più riuscita a ricrearlo

CLEVELAND CAVALIERS-UTAH JAZZ 87-117 | Tutto davvero troppo facile per gli Utah Jazz che scappano via nel terzo quarto con un parziale di 38-23, dopo essere stati a lungo in vantaggio in doppia cifra già prima dell’intervallo lungo. Una comoda vittoria per festeggiare il ritorno a casa (4-2 il record in questo giro di trasferte), arrivata grazie ai 27 punti di Donovan Mitchell, ai 20 di Bojan Bogdanovic e ai 21 a gara in corso di un Jordan Clarkson che si candida sempre più a essere miglior sesto uomo dell’anno
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Cosa salvare di questi Cavaliers? Davvero poco o nulla, vista la cronica difficoltà nel trovare il fondo della retina - requisito fondamentale per puntare al successo. I Cavaliers infatti per la nona gara consecutiva non riescono a mettere a referto 100 punti, costretti a rinunciare anche all'infortunato Andre Drummond - problemi al tendine d'Achille - e non riuscendo ad andare oltre i 17 punti segnati da Cedi Osman

OKLAHOMA CITY THUNDER-SAN ANTONIO SPURS 102-112 | Lonnie Walker IV segna 24 punti nel successo in trasferta degli Spurs a Oklahoma City - ultima tappa di un giro di cinque partite lontano dall’AT&T Center che San Antonio ha concluso con ben quattro vittorie. Soltanto quattro palle perse per i texani e sei giocatori in doppia cifra: anche senza DeMar DeRozan - fuori per ragioni personali - le cose vanno per il verso giusto per i ragazzi di coach Popovich
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Continua invece il paradossale cammino dei Thunder, scatenati in trasferta e sempre sconfitti in casa: contro gli Spurs infatti, nonostante i 20 punti di Shai Gilgeous-Alexander e i 16 di Hamidou Diallo, OKC perde per la quarta volta in altrettante gare giocate alla Chesapeake Energy Arena, mentre il record lontano da Oklahoma City dice 5-1. Paradossi di una regular season disputata a porte chiuse da una squadra ancora da far maturare come i Thunder

GOLDEN STATE WARRIORS-INDIANA PACERS 95-104 | Il 31-20 di parziale del quarto periodo ben racconta il crollo nel finale degli Warriors che fanno a lungo gara di testa contro un avversario importante e complicato come i Pacers, prima di essere costretti ad alzare bandiera bianca, caduti sotto i colpi di un Myles Turner da 22 punti e 12 rimbalzi, in doppia doppia come Domantas Sabonis (18+14) e uno scatenato Aaron Holiday in uscita dalla panchina (16 punti conditi con 12 assist nel suo caso)
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Gli Warriors devono così nuovamente arrendersi contro un avversario di livello, nonostante i 22 punti messi a referto da Andrew Wiggins con 7/17 dal campo e quattro triple a segno, a cui si aggiungono i 20 realizzati da Steph Curry - che prende lo stesso numero di conclusioni e ne converte la stessa quantità dell’ex Timberwolves (anche se sbaglia clamorosamente due liberi su cinque tentati, un unicum nella carriera del miglior tiratore di sempre a cronometro fermo) - senza riuscire mai ad accendere la scintilla che avrebbe potuto trascinare tutta Golden State

CHICAGO BULLS - BOSTON CELTICS | PARTITA RINVIATA | I Celtics, dopo aver saltato la sfida di sabato contro Miami, sono costretti a rinunciare anche alla partita contro Chicago e non scenderanno in campo neanche con Orlando: troppi i giocatori costretti all'isolamento all'interno del roster di Boston, che non dispone del numero minimo di giocatori (8) per poter scendere in campo