L'ex All-Star di Washington prova a restar fuori dal "polverone" sollevato dall'ennesima uscita di Harden. "No comment", dice all'inizio, ma poi cede: "È dura quando c'è chi non viaggia sulla stessa lunghezza d'onda degli altri. Davvero c'è chi è pronto a mollare dopo 9 partite?"
Non bastasse la (seconda) sonfitta, netta, contro i Lakers, nel post-partita di Houston-Los Angeles James Harden pensa bene di abbandonare platealmente il tavolo delle interviste dopo aver definito la situazione degli Houston Rockets “folle” e “senza possibilità che si aggiusti”. John Wall — arrivato da poche settimane in Texas — vorrebbe restare fuori dall’inevitabile polverone sollevato dalle ennesime dichiarazioni forti del suo nuovo compagno, e all’inizio almeno ci prova. “No comment”, dice. Poi però cede. “È libero di avere la sua opinione”, commenta sulle parole di Harden. “Io posso controllare soltanto ciò che posso controllare, ed è quello che voglio fare, come giocatore e come leader di questa squadra”. Un ruolo — quello sottolineato nelle sue parole (“leader di squadra”) — che sembra una stoccata non troppo nascosta proprio a Harden, come a dirgli: se non vuoi star qui, nessuno problema, il leader di questi nuovi Rockets sono io. Poi Wall offre un consiglio imparato dalla sua diretta esperienza NBA: “Nei primi anni della mia carriera mi sono ritrovato in squadre in cui in tanti pensavano solo al proprio interesse. Così non funziona. Così non si costruisce niente di buono. Si fa dura quando ci sono in squadra dei giocatori che non sono sulla stessa lunghezza d’onda del resto del gruppo”.
Wall non ci crede: “Davvero c’è chi vuole mollare dopo 9 partite?”
Anche qui, dopo aver sottolineato come il potenziale dei Rockets — “se tutti remano nella stessa direzione” — sia di tutto rispetto, Wall torna a mandare messaggi neppure troppo subliminali all’altra superstar della squadra. “Sono passate solo 9 partite. Dai, davvero c’è chi vuole abbandonare la nave che affonda dopo solo 9 partite?”, si chiede quasi incredulo. E sullo stato della sua relazione personale con Harden non si nasconde: “Non voglio mentire: fin qui è stata abbastanza difficoltosa. Di certo non è stato il miglior rapporto possibile. Ma non voglio aggiungere altro”. È già abbastanza. Il divorzio Harden-Houston sembra sempre più una questione di tempo.