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NBA, è iniziata la seconda avventura a New York di Rose: "Io e Thibs: una strana coppia"

NBA
©Getty

È mancata solo la vittoria, ma ogni aspetto del secondo debutto in carriera in maglia Knicks di Derrick Rose è stato un grande successo. E l'ex MVP NBA con i Chicago Bulls ha già fatto una grande impressione anche ai due rookie newyorchesi, Obi Toppin e Immanuel Quickley: "Voglio essere il miglior mentore possibile", conferma Rose

Il secondo esordio di Derrick Rose in maglia New York Knicks ha impressionato tutti tranne Derrick Rose: “Se devo essere sincero io sono un perfezionista, per cui non riesco a non pensare ai palloni che ho perso nel quarto quarto: e pensarci mi fa male. Ma so che era solo la prima partita, avremo modo di crescere e migliorare. Sono un vincente: per questo perdere non mi piace mai”. Ma dopo una gara da 14 punti in soli 20 minuti, con 3 assist e buone percentuali al tiro (5/9 dal campo, compreso un ottimo 2/3 dall’arco), la seconda carriera in maglia Knicks di Rose — e la sua terza avventura NBA sotto coach Thibodeau, che già lo ha allenato agli esordi a Chicago e poi a Minnesota — sembra essere iniziata col piede giusto. “Il mio ruolo è quello  di capire come poter essere il miglior mentore possibile per i ragazzi che abbiamo a roster, aiutandoli nel loro sviluppo. Ma voglio comunque dimostrare di poter dire ancora la mia, in questa lega”. E dopo anni difficili che lo hanno visto vicino anche al ritiro (a quello ha ammesso di aver pensato, nella sua prima avventura a New York, quando lasciò la squadra all’improvviso per tornare dalla madre a Chicago), oggi ci sono pochi dubbi che Rose sia ancora un giocatore NBA di grandissima utilità, come dimostrato ai Timberwolves prima (l’inizio della sua rinascita) e poi anche ai Pistons (collezionando due annate tra Minnesota e Detroit a 18 punti di media). Il merito è del suo continuo lavoro ma anche della relazione strettissima con Tom Thibodeau: “Siamo una coppia strana, lo so, ma tra noi c’è una certa sinergia che non so neppure spiegare. Capiamo e guardiamo la pallacanestro alla stessa maniera, siamo due studenti del gioco, cerchiamo di migliorare sempre la nostra comprensione di ciò che succede in campo”.

I rookie Toppin e Quickley a bottega dal maestro Rose

Sembra un Rose molto più maturo ed equilibrato quello arrivato nella città che lui stesso — in un post sui suoi social — ha definito “la Mecca del basket”. “In tanti colleghi mi hanno detto di non lasciarmi scappare un’eventuale seconda opportunità di giocare a New York. Voglio che questa sia quella buona, so di essere nato per giocare a basket e per farlo in una città come questa. D’altronde se si legge all’incontrario il mio soprannome Pooh, cosa si ottiene?”. “Hoop”, canestro, ed è quello che Rose ha sempre fatto nella sua carriera che 10 anni fa lo ha incoronato l’MVP più giovane della storia della lega e che oggi lo vede indossare con umiltà i panni del maestro. Se ne sono accorti in fretta i due rookie dei Knicks, Obi Toppin e Immanuel Quickley. “La prima cena in hotel l’ha voluta trascorrere con noi”, ha fatto sapere Quickley, che con Rose ha in comune lo stesso allenatore universitario, il grande John Calipari. “Ci ha dato il suo numero di telefono e ci ha detto di chiamarlo per ogni cosa, perché lui è qui per aiutarci. Non posso immaginare un insegnante migliore: un veterano da 13 anni nella lega che è stato MVP di questa lega”. Al momento sia l’ottimo Quickley che Rose entrano dalla panchina (hanno messo piede in campo assieme contro gli Heat) ma Thibodeau non ha escluso che il suo pupillo ai Bulls e ai T’Wolves possa anche diventare la point guard titolare di questi Knicks, sostituendo Elfrid Payton: “Derrick rimane un giocatore d’élite in questa lega, uno col quale ovviamente ho molta familiarità. Se sono parziale verso di lui? In carriera sono sempre stato parziale solo verso gli ottimi giocatori, e Derrick è uno di questi. Lo conosco bene, è disposto a fare qualsiasi cosa gli si chieda. E mi ha detto che non è mai stato così bene fisicamente in tutta la sua carriera”. A New York possono aver fatto un vero affare.

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