Dimostra una super passione e una grandissima competenza il centrocampista dell'Inter e della nazionale. "Di Iverson una delle prime maglie che ho mai avuto, ma se dovessi scegliere di conoscere un campione del passato andrei con Wilt Chamberlain". L'idolo, però, rimane uno solo: e lo si capisce da quel n°23 che sfoggia sulla maglia
Dopo Matteo Berrettini gli appuntamenti con la “Celebrity Edition” delle “Basketball Conversation” di Sky Sport puntano i riflettori sul centrocampista dell’Inter e della nazionale Nicolò Barella. Dal tennis al calcio, quindi, ma con un minimo denominatore comune: la grande passione per il basket e per il basket NBA in particolare. Che, assicura subito Barella, è seguitissimo anche dai campioni della pedata: “All’Inter ne parlo spesso con Romelu [Lukaku] Hakimi e Lautaro Martinez: siamo in tanti a seguire da vicino la NBA nel nostro spogliatoio. In Nazionale invece il più appassionato forse è Davide Calabria, Mattia Perin ma anche Giorgio Chiellini”. Abituato a guadare tante partite in tv (“Mentre non sono ancora mai andato a vederne una sul posto”, ammette), Alessandro Mamoli “costringe” invece il centrocampista azzurro a guardare una serie di immagini e stare a una specie di gioco della associazioni. La prima, la stoppata di LeBron in gara-7 di finale NBA 2016 a Oakland contro gli Warriors: “La chasedown”, il commento immediato, quasi sottovoce, di Barella. “Mi ricordo che ero a casa dei miei suoceri, loro tutti addormentati, io con le cuffie per non far rumore e così non ho potuto nemmeno esultare più di tanto. Ma dentro di me stavo esplodendo. Forse è la giocata più importante della carriera del mio idolo”. In una gara-7 — quella delle finali 2016 tra Cavs e Warriors — che rimane per Barella la partita che potendo tornare indietro vorrebbe vivere in prima persona, da tifoso sugli spalti: “Per sentire il silenzio della Oracle Arena — non me ne vogliano i tifosi degli Warriors — dopo quella stoppata e dopo la tripla di Kyrie Irving”, dice.
Il gioco della associazioni e quel debole per “The Answer”
Seconda foto: Chris “Birdman” Anderson e J.R. Smith. E così si scopre che a Barella, almeno un po’, piacciono i devianti, gli irregolari. “J.R. Smith ad esempio secondo me ha un talento pazzesco: sono felice che LeBron lo abbia aiutato a raggiungere l’anello”. Terzo foto: Wilt Chamberlain. Perché se potesse parlare con un giocatore del passato, sceglierebbe “The Big Dipper”: “Perché ne so poco ma sento dire che potrebbe essere stato il migliore di tutti”, confessa. E si arriva alla quarta foto: Allen Iverson. “Una delle prime canotte NBA che ho mai avuto, un regalo di uno zio. Dominava in mezzo ai giganti nonostante un fisico normale, e per questo mi è stato di ispirazione: mai farsi buttar giù, mai mollare”, dice Barella.
leggi anche
Basket Room Celebrity, Berrettini ospite a Sky
Barella sceglie... “The Chosen One”
Ma se si parla di idolo NBA, il fuoriclasse dell’Inter non ha un dubbio, e lo si può capire anche dal numero di maglia che indossa a San Siro: “Il 23, sì, un omaggio a LeBron, il mio idolo assoluto, e un numero che mi ha portato ad avere anche una piccola discussione con mia moglie. Perché prima del 23 all’Inter avevo il 24, che è la data di nascita di mia figlia…”, ammette divertito. Di “King” James Barella ammira più di tutto “la sua capacità di innalzare il livello di gioco dei suoi compagni. Ho letto tantissimo su di lui, conosco tutta la sua storia, ma tra tutti gli aspetti della sua personalità è la mentalità che più di tutto mi ha colpito. La sua leadership mi impressiona”. Con il suo idolo condivide tanto la passione per il vino (“Adoro il pinot nero, i vini della Borgogna, fin da bambino - dagli 8 ai 14 anni - ho sempre fatto vendemmia”) quanto una grande solidità familiare (“Quando ho trovato la donna giusta ho voluto subito coronare il nostro sogno e costruire la nostra famiglia”). Considera quella del fenomeno di Akron “una delle più grandi storie di sport di sempre: l’approdo NBA ai Cavs, nella sua città, poi l’addio con le maglie bruciate, poi il ritorno, la promessa di un titolo e quello storico anello”. E se deve scegliere il “LeBron James del calcio”, Barella ha pochi dubbi: “Direi Cristiano Ronaldo: un mix di tanto talento ma anche di tanto lavoro, oltre alla longevità e alla capacità di innalzare il livello della propria squadra. Messi? Messi è Steph Curry: qualità al potere”.
approfondimento
I migliori MVP NBA del nuovo millennio. CLASSIFICA
I pronostici di Nicolò Barella
Uno con la sua competenza non si tira indietro neppure quando c’è da metterci la faccia e azzardare i propri pronostici: “Per me Brooklyn è fortissima ma non penso arriverà al titolo. Io dico che arriva il bis dei Lakers: ci pensano quei due, Anthony Davis e LeBron James”. Pronostico da tifoso (forse). Ma sicuramente competente.