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NBA, Zion Williamson eguaglia Shaquille O'Neal: e ora vuole battere il suo record

NBA
©Getty

Con la prestazione da 34 punti e 12/18 al tiro mandata in scena contro Atlanta, la prima scelta assoluta al Draft 2019 ha raggiunto quota 25 gare consecutive con almeno 20 punti a referto e il 50% al tiro. Un'impresa riuscita soltanto a Shaquille O'Neal (tra gennaio e marzo 2001) nell'epoca moderna NBA, da quando cioè esiste il cronometro dei 24 secondi. E i progressi di Williamson non sono tutti qui

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Per il mix unico di esplosività e potenza è stato paragonato al primo Charles Barkley ma ora Zion Williamson vede associato il suo nome a un’altra leggendaria forza della natura vista sui parquet NBA: Shaquille O’Neal. Dall’introduzione del cronometro dei 24 secondi — ovvero dalla stagione 1954-55 — solo “Shaq” era stato capace di produrre 25 partite consecutive con almeno 20 punti a referto mai sotto il 50% al tiro. Un record eguagliato con la prestazione contro gli Atlanta Hawks — 34 punti con 12/18 al tiro — proprio dal giocatore al secondo anno dei Pelicans, che continua a meravigliare e incantare, contando anche la sua ancora relativa esperienza NBA (non ha neppure giocato un’intera stagione da 82 gare, combinando le partite dell’anno scorso e quelle di quest’anno). Il n°1 di New Orleans ha iniziato la sua serie magica nella gara contro Memphis del 6 febbraio scorso: 29 punti con 10/14 al tiro contro Ja Morant e compagni. Da allora non si è più fermato, viaggiando — nelle ultime 25 partite — a 29 punti di media con il 65% dal campo (e aggiungendoci anche quasi 7 rimbalzi a partita e più di 4 assist). Solo 5 volte — nelle 45 gare da lui disputate — Zion Williamson ha tirato sotto il 50% dal campo, e solo 6 volte non ha toccato quota 20. Dal 6 febbraio a oggi (due mesi quasi esatti), la combinazione “almeno 20 punti con almeno il 50% al tiro” è sempre stata invece una costante, proprio come fu per Shaquille O’Neal dal 7 gennaio al 15 marzo 2001 quando il n°34 gialloviola era al top del suo rendimento in coppia con Kobe Bryant in quei Lakers capaci di vincere tre titoli NBA consecutivi.

La strapotenza sotto canestro, i miglioramenti in lunetta

L’impressionante efficienza offensiva dell’All-Star dei Pelicans è evidenziata anche da una serie di numeri davvero impressionanti: nessuno segna (e tira) di più in tutta la lega all’interno della restricted area, ovvero al ferro. Per Zion nove canestri a sera (18 punti) arrivano da lì, con Giannis Antetokounmpo secondo a quota 7.4 e Clint Capela terza già staccato (5.6 canestri a partita). Williamson è anche primo in tutta la NBA per canestri segnati da 2 punti (quasi 10 a sera, 9.9 per l’esattezza, sempre davanti al due volte MVP dei Bucks) e per punti segnati in area, dove sfiora i 20 a sera (19.8) con Antetokounmpo a meno di 17 di media e Nikola Jokic terzo a 14.3. Ma non solo: per un giocatore che non ha paura a farsi largo sotto canestro per andare a concludere al ferro, è normale finire spesso e volentieri in lunetta. E qui — quello che a lungo nella sua prima stagione è stato un punto debole del giocatore — vengono evidenziati gli altri clamorosi progressi di Zion Williamson. Non solo oggi tira il 71.3% dalla lunetta (su 8.5 tentativi) rispetto al 64.0% dell’anno scorso (su 7.4 liberi a sera), ma se si divide la sua annata in due — pre e post-All-Star Game — i suo progressi sono ancora più evidenti. Il n°1 dei Pels viaggiava con il 69.5% dalla lunetta prima del break, e ha ripreso invece tirando il 76%, dato che lo rende ancora più inarrestabile. Ed è soltanto l’inizio di una carriera che si annuncia davvero leggendaria.

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