
NBA, risultati della notte: Dallas batte ancora i Lakers, Minnesota beffa Utah
Dallas rimonta da -17 e batte i Lakers per la 2^ volta in 48 ore, Utah rimanda l’appuntamento playoff perdendo in casa contro Minnesota. Non si ferma la corsa dei Knicks: 9 vittorie in fila e 4° posto a Est, davanti anche a Miami che supera Chicago e allontana i Bulls dal play-in. San Antonio vince contro New Orleans, nonostante i 33 punti di Williamson. Denver passeggia contro Houston (39 punti di Michael Porter Jr.), successo Pacers su Detroit. Nella gara mattutina del sabato, Milwaukee spazza via Philadelphia

DALLAS MAVERICKS-LOS ANGELES LAKERS 108-93 | Successo in rimonta dei Mavs che, sotto di 17 lunghezze, ribaltano la sfida nel 2° tempo approfittando dei soli 14 punti segnati dai Lakers nel quarto periodo e battendo di nuovo i gialloviola nel giro di due giorni - costringendo Anthony Davis a rimandare l’appuntamento con la vittoria dopo l'infortunio. Luka Doncic chiude con 18 punti e 13 assist, raddoppiato da una difesa che lo fa tirare 6/15 in un match senza Porzingis, in cui il miglior realizzatore è Dwight Powell con 25 punti, 12 dei quali nell’ultima frazione
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Muove un paio di volte la retina anche Nicolò Melli, in campo per 14 minuti in uscita dalla panchina e autore di 6 punti e 5 rimbalzi in un match in cui le riserve dei texani faticano ad avere un impatto. Con questo successo, Dallas consolida il sesto posto a Ovest e si porta a una sola partita e mezza di distanza proprio dai Lakers quinti, allontanando al tempo stesso il rischio play-in anche grazie alla tripla-simbolo della serata, mandata a segno da nove metri da Doncic, prima di salutare letteralmente i campioni NBA in carica
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I Lakers invece non riescono a cambiare il corso della sfida nel finale, scarichi in un secondo tempo opaco in attacco in cui sono mancati i canestri del primo tempo di Ben McLemore (partito in quintetto e autore di 20 punti con 6/10 dall’arco), mentre Anthony Davis continua a mostrare tutta la ruggine e l’imprecisione tipica di chi per due mesi è rimasto lontano dal parquet: 17 punti per AD ma tirando 5/19 dal campo e 0/5 dalla lunga distanza, con soli 3 rimbalzi e 3 assist. Troppo poco per sperare di cambiare l’andamento della stagione dei Lakers

UTAH JAZZ-MINNESOTA TIMBERWOLVES 96-101 | I Jazz potevano conquistare l’accesso aritmetico ai playoff, costretti a rimandare l’appuntamento a causa della 2^ sconfitta casalinga stagionale contro i T’Wolves - che in trasferta ne ha vinte soltanto 7 in tutta la regular season, ma due sul campo più inviolato della NBA. Incroci strani, che portano Karl-Anthony Towns e compagni prima a sprecare 11 lunghezze di margine e poi, quando i giochi sembrano fatti con la rimonta Utah, il colpo di coda: 9-0 di parziale negli ultimi 180 secondi e vittoria per Minnesota
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A guidare le speranze future dei T’Wolves - che hanno davvero poco da chiedere a queste ultime tre settimane di regular season - sono i giocatori su cui Minnesota vuole fondare il futuro a medio-lungo termine delle franchigia: 24 punti di Karl-Anthony Towns conditi con 12 rimbalzi, 23 punti con 4/10 dall’arco per Anthony Edwards (arrivato a quota 140 bersagli dalla lunga distanza, quarto all-time nella storia dei T’Wolves a riuscirci), mentre dalla panchina D’Angelo Russell ne aggiunge 23 con 8/18 dal campo

Non basta a Utah una partenza da 40-26 nella prima frazione che sembrava aver messo in discesa la sfida: il +17 dura poco, nonostante un Bojan Bogdanovic da 30 punti e 7 triple a bersaglio, a cui si aggiungono i 18 punti e 7 assist di Mike Conley e i 17 rimbalzi di un Rudy Gobert che per un solo punto non mette a referto l’ennesima doppia doppia della sua stagione. I Jazz pagano anche l’assenza di Donovan Mitchell alle prese con i problemi alla caviglia: senza di lui Utah fatica non poco a fare risultato
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NEW YORK KNICKS-TORONTO RAPTORS | E fanno 9. Sono 9 le vittorie consecutive dei Knicks, che invece interrompono a 4 la striscia positiva dei canadesi. Le percentuali di squadra dei bluarancio raccontano tutto: il 56% dal campo, il 51.6% da tre e l’83.3% dalla lunetta, con il solito, grande Julius Randle, R.J. Barrett in doppia doppia con 25 punti e 12 rimbalzi e un Derrick Rose ancora magistrale dalla panchina (19 con 7/10 al tiro, 7 assist e una sola persa)
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Julius Randle, reduce da una gara a quota 40 contro Atlanta, chiude il primo tempo già a 20, e alla sirena finale tocca quota 31 punti e ci aggiunge anche 10 rimbalzi, per la 38^ doppia doppia stagionale nelle 60 gare disputate. Per lui 10/17 al tiro ma soprattutto un ottimo 5/7 dalla lunga distanza e anche 8 viaggi in lunetta. E il pubblico al Madison Square Garden gli dedica il coro “M-V-P”
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Toronto ha tre giocatori del proprio quintetto sopra quota 25: il top scorer è OG Anunoby a quota 27, con 6/11 dalla lunga distanza, mentre Pascal Siakam e Fred VanVleet ne aggiungono 26 a testa. Pessima invece la gara di Kyle Lowry (solo 1/10 al tiro e 4 punti per lui) e la panchina produce in tutto 11 punti contro i 43 delle riserve dei Knicks

NEW ORLEANS PELICANS-SAN ANTONIO SPURS 108-110 | Ci sono tanti modi per leggere una sconfitta che pesa sulle speranza playoff dei Pelicans - al momento all’11° posto e distanti 4 gare e mezzo dagli Spurs che sembrano essersi garantiti almeno l’opportunità di disputare il play-in. Sicuramente pesano i rimbalzi d’attacco concessi nel finale a San Antonio, a cui si aggiunge però il 17/32 dalla lunetta di squadra e le 20 palle perse che hanno portato a 23 punti degli Spurs. Dati che hanno condannato New Orleans alla quinta sconfitta nelle ultime sei
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A chiudere i conti per la squadra di Gregg Popovich ci pensa DeMar DeRozan, che segna 11 dei suoi 32 punti negli ultimi 7 minuti e 40 secondi di gara, glaciale dalla lunetta (12/12) e perfetto nel garantire a San Antonio quelle due lunghezze di margine a cui New Orleans non ha saputo rispondere. Derrick White ne aggiunge 22 con 4/8 dall’arco e 5 rimbalzi, mentre Keldon Johnson sfiora la doppia doppia con 14 e 9 rimbalzi
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Zion Williamson invece "festeggia" con un’altra sconfitta i 2.000 punti segnati in carriera (in 79 gare, l’unico insieme a Michael Jordan negli ultimi 40 anni a mettercene meno di 80): 33 punti, 13/23 al tiro, 14 rimbalzi e un paio d’assist. In realtà sono 81 punti se si considera il trio Ingram-Ball-Williamson; il bottino più cospicuo raccolto complessivamente dai tre in una singola partita, con 24 punti a testa per gli altri due, mentre il resto del roster non riesce a stargli dietro in alcun modo (27 punti con 10/27 dal campo)
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MIAMI HEAT-CHICAGO BULLS 106-101 | Gli Heat vincono un match in discesa sin dalla palla a due, poi diventato dannatamente complicato nel finale nonostante i 23 punti e 7 triple a bersaglio di Duncan Robinson, i 22 punti di Kendrick Nunn, i 20 e 10 assist di Bam Adebayo e i 20 di Jimmy Butler. Un suddivisione di responsabilità che manda in tilt la traballante difesa dei Bulls e permette a Miami di toccare anche le 24 lunghezze di vantaggio, prima di subire la rimonta nella ripresa e ritrovarsi con soli 2 punti di margine, aggrappandosi ai liberi di Nunn nel finale
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Sconfitta pesante per i Bulls che, ancora senza Zach LaVine fermato dal protocollo anti-COVID, scivolano sempre più lontano dalla zona play-in, nonostante la sforzo e il tentativo di rimonta di Coby White - 31 punti, 11/18 al tiro, 5 rimbalzi e 5 assist - e di Nikola Vucevic, che aggiunge 26 con 14 rimbalzi, 6 assist. Chicago al momento è a una partita e mezza di distanza dal 10° posto degli Wizards - una distanza che continua preoccupantemente ad allargarsi

INDIANA PACERS-DETROIT PISTONS 115-109 | Una decisione azzeccata dello staff tecnico può cambiare il risultato di una gara: la scelta di coach Bjorkgren di passare a zona in difesa nel quarto periodo, evitando così di far pesare le assenze di Domantas Sabonis e Myles Turner, ha permesso ai Pacers di invertire nel finale il corso della gara. Il 62-39 nella lotta a rimbalzo per i Pistons è diventato meno pesante, mentre al resto hanno pensato i 26 punti di Malcolm Brogdon, i 25 di Caris LeVert e il 12-0 di parziale arrivato negli ultimi 5 minuti di match
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Detroit ne perde così un’altra, anche quando sembrava poter avere un vantaggio fisico e tecnico: le 18 palle perse contro le sole quattro dei Pacers riducono il numero di possessi a disposizione dei Pistons che così tirano esattamente 96 volte dal campo come Indiana - segnando però un canestro in meno. Alla sirena finale sono 25 punti per Jerami Grant, tornato in campo dopo un problema al quadricipite, e 17 con 21 rimbalzi per Mason Plumlee

DENVER NUGGETS-HOUSTON ROCKETS 129-116 | Vittoria mai in discussione per i Nuggets, che spazzano via in casa i Rockets e conquistano la quinta vittoria nelle ultime sei gare - nonostante la lista di infortunati che diventa sempre più lunga. Houston naufraga sin dalla palla a due, mentre DJ Wilson mette a referto 25 punti - nuovo massimo in carriera - a cui si aggiungono i 21 punti, 8 rimbalzi e ben 11 assist di Kelly Olynyk e i 21 punti in uscita dalla panchina di Anthony Lamb - giocatore da 2 punti di media, almeno fino a oggi
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In una serata di record personali però, a spiccare sono i 39 punti di Michael Porter Jr. - scatenato 36 minuti in campo, chiusi con 8/12 con i piedi oltre l’arco e sei rimbalzi. Nikola Jokic ne aggiunge 24 e 12 assist, con 8 rimbalzi e 10/14 dal campo. A dirigere l’orchestra al suo fianco ci pensa anche Facundo Campazzo con 13 assist - massimo in stagione per l’argentino - mentre PJ Dozier parte titolare al posto di Will Barton e segna 23 punti. Sì, nuovo massimo in carriera anche per lui, ma avete capito che è stata una gara speciale
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MILWAUKEE BUCKS-PHILADELPHIA 76ERS 132-94 | Oltre a Simmons (assenza attesa) manca anche Joel Embiid, fermato da un dolore alla spalla: Philadelphia resta in partita meno di 24 minuti, segna solo 40 punti nel primo tempo (minimo stagionale) e poi affonda nel terzo quarto. La spallata decisiva la dà Giannis Antetokounmpo, che chiude a tre assist dalla tripla doppia (24 punti, 14 rimbalzi e 7 assist in soli 24 minuti) e firma la seconda vittoria in fila dei suoi Bucks sui Sixers, che incassano invece il 3° ko consecutivo
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Questa la situazione nelle due classifiche delle conference. Ricordiamo che le squadre dalla settima alla decima posizione si affronteranno nel torneo play-in per determinare le ultime due partecipanti ai playoff