
NBA, risultati della notte: Bogdanovic punisce i Bucks, Wizards 8 vittorie in fila
Il "quasi ex" Bogdan Bogdanovic punisce i Bucks con 32 punti, accompagnato dai 15 di Danilo Gallinari. Ottava vittoria in fila per Washington trascinata da Bradley Beal (33 punti), Steph Curry risponde con 37 nel sofferto successo di Golden State su Sacramento. Memphis passa di nuovo a Portland con un super Ja Morant, pesante ko di Boston a Charlotte, Indiana supera Orlando in una partita segnata dal terribile infortunio del rookie Devin Cannady. Infine nell'NBA Sundays Irving e Durant sono troppo forti per i Suns

ATLANTA HAWKS-MILWAUKEE BUCKS 111-104 | Vittoria di prestigio per gli Hawks, che pur dovendo fare a meno di Trae Young riescono a superare una squadra di primo livello come i Bucks al completo. Merito di uno spettacolare ultimo quarto da 41 punti, di cui 15 portano la firma di un incandescente Lou Williams (4 triple negli ultimi 7 minuti) dopo aver sbagliato i primi 7 tiri della sua partita
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Per gran parte della sfida il protagonista assoluto è stato il “quasi ex” Bogdan Bogdanovic, autore di 32 punti contro la squadra che sarebbe stata sua se si fosse concretizzato la sign & trade con Sacramento lo scorso autunno. Era dal 31 marzo 2019 che gli Hawks non riuscivano a battere i Bucks, riuscendoci anche grazie ai 20 punti di Kevin Huerter e i 18 di John Collins
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Sono 15 invece i punti in uscita dalla panchina di Danilo Gallinari, che tira poco dal campo (solo 3/8 di cui 1/3 dalla lunga distanza) ma in 21 minuti va ben 8 volte in lunetta, senza mai sbagliare. Proprio l’aggressività nell’andare al ferro ha fatto la differenza nella ripresa (18/23 dopo gli zero del primo tempo), permettendo agli Hawks di rimontare 10 lunghezze di svantaggio nell’ultimo quarto
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Milwaukee mantiene comunque il tie-breaker nei confronti degli Hawks, che precede in classifica con un margine confortante di 3.5 partite. Giannis Antetokounmpo è stato il migliore dei suoi con 31 punti e 14 rimbalzi, seguito dai 23 di Khris Middleton e i 19 con 11 assist di Jrue Holiday, ma secondo le parole di coach Budenholzer nel secondo tempo è mancata fluidità offensiva: “Non ne avevamo abbastanza, ma bisogna dar merito ad Atlanta: hanno giocato bene e chiuso forte la partita”
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WASHINGTON WIZARDS-CLEVELAND CAVALIERS 119-110 | Non accenna a fermarsi la corsa degli Wizards, arrivati all’ottava vittoria consecutiva e sempre più pericolosi in ottica torneo play-in. Per riuscirci hanno dovuto rimontare da -8 nell’ultimo quarto, chiudendo i conti con un parziale di 14-5 per pareggiare la striscia di successi più lunga negli ultimi 20 anni, quando nella capitale giocava ancora Michael Jordan
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In una serata in cui Russell Westbrook si ferma a 14 punti e 11 assist, è Bradley Beal a caricarsi la squadra sulle spalle con 33 punti di cui 9 nell’ultimo periodo per dare la spinta decisiva ai suoi. “È impossibile da fermare” ha sentenziato il suo allenatore Scott Brooks, mentre il suo avversario JB Bickerstaff si è detto contento del lavoro fatto dai suoi per contenere Westbrook. Senza Collin Sexton, i migliori per i Cavs sono stati Darius Garland (28 punti) e Jarrett Allen (27+12)
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GOLDEN STATE WARRIORS-SACRAMENTO KINGS 117-113 | Golden State deve sudare fino all’ultimo minuto contro Sacramento, rischiando anche di subire la tripla del pareggio a pochi secondi dalla fine da parte dell’ex Harrison Barnes (23 punti), ma alla fine resiste e porta a casa la quarta vittoria consecutiva al Chase Center davanti a 3.252 tifosi. Inutili per Sacramento i 25 di Buddy Hield, che commette una clamorosa palla persa a 13 secondi dalla fine con il pallone che sarebbe valsa il sorpasso
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A commettere quell’errore è stato Steph Curry, eccezionale come sempre nel primo tempo (23 punti con 5/6 da 3) ma arrivato col fiato corto nel finale, complice una caviglia più dolorante di quello che ha mostrato e qualche passaggio a vuoto (7 palle perse e 3 liberi sbagliati per lui). Alla fine ci sono comunque 37 punti con 7 rimbalzi, 4 assist e una stoppata su Richaun Holmes a 60 secondi dalla fine, tirando 11/21 dal campo e 7/14 dalla lunga distanza per portare a 85 il bottino di triple nel mese di aprile — superando le 82 di James Harden nel novembre del 2019
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Con Curry un po’ in difficoltà nel finale, il contributo dei suoi compagni si è rivelato fondamentale. Kelly Oubre ha chiuso con 19 punti in uscita dalla panchina, tra cui il canestro del sorpasso negli ultimi due minuti di gioco, mentre Draymond Green ha realizzato la “solita” doppia doppia senza punti (14 rimbalzi e 13 assist con soli 8 punti a referto). Per i Kings da segnalare la prestazione da 24 punti e 8 assist del rookie Tyrese Haliburton, l’ultimo ad arrendersi dei suoi nonostante l’assenza di De’Aaron Fox
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PORTLAND TRAIL BLAZERS-MEMPHIS GRIZZLIES 113-120 | Seconda vittoria su due nel giro di tre giorni dei Grizzlies sui Blazers, con i primi ora a sola mezza gara di distanza dai secondi, per il 7° posto a Ovest. Ja Morant vince il duello contro Damian Lillard, chiudendo la sua gara con 28 punti, 8 rimbalzi e un ottimo 3/4 anche da tre. Consueta doppia doppia per Valanciunas (21 con 10 rimbalzi), Memphis tira il 52% da tre (12/23) e ha 18 punti da Dillon Brooks e 16 anche da Kyle Anderson

Sale a 5 la striscia di sconfitte in fila dei Blazers (che ne hanno perse 9 delle ultime 11) che hanno 50 punti in due dalla coppia Lillard-McCollum (il primo chiude con 27 e 10/21, il secondo con 23 ma solo 8/27) e un Jusuf Nurkic eroico capace di centrare una doppia doppia da 16 punti e 19 rimbalzi (più anche 5 assist). Altri 17 li aggiunge Norman Powell, ma le percentuali puniscono Portland, che non va oltre il 37% al tiro

CHARLOTTE HORNETS-BOSTON CELTICS 125-104 | Vicini al 49% da tre punti con 21 triple realizzate, 4 giocatori su 5 del quintetto base con almeno 20 punti a referto, una vittoria convincente contro una squadra ora non così lontana in classifica. Charlotte ha 24 punti con 6 triple da Devonte’ Graham, 22 e 12 rimbalzi da P.J. Washington, 21 e 11 assist da Terry Rozier e 20 anche da Miles Bridges. L’incredibile cifra di 39 assist (su 47 canestri segnati) racconta tutto della serata ispiratissima degli Hornets
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Boston ritrova sia Kemba Walker, ex di lusso (20 punti ma con 7/17 al tiro) che Jaylen Brown (20 con 8/22) ma non la vittoria, uscendo da Charlotte con la seconda sconfitta consecutiva dopo il ko con Brooklyn. Tirano male i Celtics (sotto il 39% di squadra), e anche Jayson Tatum non va oltre il 6/16 con 19 punti e 11 rimbalzi. La difesa poi sembra troppe volte assente: e le percentuali degli Hornets sono lì a testimoniarlo

ORLANDO MAGIC-INDIANA PACERS 112-131 | Ai Pacers basta un terzo quarto dominante (41-20) per battere i Magic, conquistando il terzo successo consecutivo per mantenere due gare di vantaggio sul decimo posto occupato da Washington. Malcolm Brogdon è il migliore dei suoi con 24 punti, seguito dai 21 di Edmond Sumner, i 20 con sei triple di Justin Holiday e i 18 di Caris LeVert
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La partita è però segnata dal terribile infortunio del rookie dei Magic Devin Cannady, che ha subito una frattura scomposta della caviglia destra nel primo quarto ricadendo male dopo aver cercato di contestare un tiro avversario. Un immagine talmente shockante da portare Mo Bamba a togliersi la maglietta e metterla sopra il piede del compagno di squadra per evitare che tutti lo vedessero. “È stato orribile vederlo andar giù in quella maniera” ha detto Tyrone Corbin, in panchina al posto di Steve Clifford positivo al COVID-19
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BROOKLYN NETS-PHOENIX SUNS 128-119 | Una prestazione impressionante di Kyrie Irving (34 punti e 12 assist) e del rientrante Kevin Durant (33 in meno di 30 minuti) spezzano la resistenza di Phoenix, che prova a restare in gara sull’asse Booker-Ayton ma alla lunga deve inchinarsi alla miglior squadra a Est che — pur senza James Harden — fornisce l’ennesima dimostrazione di forza
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QUESTA LA SITUAZIONE IN CLASSIFICA dopo le partite della notte. Ricordiamo che le squadre tra la settima e la decima posizione si affronteranno nel torneo play-in per decidere le ultime due partecipanti ai playoff, che cominceranno il 21 maggio. Utah è la prima squadra già qualificata alla post-season
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