Non usa mezzi termini per definire la prestazione dei suoi l'allenatore di Denver: "Hanno giocato in maniera soft, alcuni sembravano addirittura impauriti". E in una gara-4 di playoff Malone non lo accetta: "Mi sembra pazzesco dover ricordare di dover giocare duro ai playoff". Jokic (ancora un solo assist) è d'accordo: "Dobbiamo fare autocritica e assumerci le nostre responsabilità"
“Non posso crederci di dover sottolineare la necessità di giocar duro in una partita di playoff”. Non ci crede, non ci vuole credere, l’allenatore dei Denver Nuggets Michael Malone dopo la deludente sconfitta dei suoi sul campo di Portland in gara-4, un sonoro -20 nato da una partenza disastrosa dei suoi e da un terzo quarto (36-19 per i Blazers) che ha definitivamente condannato la squadra del Colorado. “I nostri titolari hanno giocato da schifo”, dice Michael Malone senza usare troppi giri di parole. “Alcuni sembravano indecisi, addirittura un po’ impauriti, e tutta la squadra è stata ‘molle’, ha giocato davvero soft. Ora dobbiamo tornare a Denver e giocare molto ma molto meglio, con più senso di urgenza. Forse questa sconfitta sveglierà un po’ i giocatori del nostro quintetto base: stasera di sicuro non hanno giocato duro come dovevano”. Sotto accusa allora il gruppo composto da Facundo Campazzo, Austin Rivers, Michael Porter Jr., Aaron Gordon e Nikola Jokic, ovvero lo starting five di coach Malone che è stato surclassato 49-26 dai primi cinque di Portland, nonostante un Damian Lillard al suo minimo playoff di sempre per percentuali al tiro (solo 1/10 e 10 punti per la superstar di Portland). Ancora più desolante il quadro dell’efficienza offensiva del quintetto base di Denver, che ha tirato solo il 30% concedendo il 65% agli avversari, segno di una debacle non solo offensiva ma anche difensiva. Il top scorer tra i titolari dei Nuggets è stato Nikola Jokic con 16 punti, ma a preoccupare è quell’unico assist nel suo boxscore – una rarità per un passatore sopraffino come lui ma già successo per la seconda volta su quattro gare in questa serie. Serie in cui il totale assist del serbo è solo di 12 (3 di media), un numero che così basso da essere il suo minimo nell’arco di quattro partite – che siano di stagione regolare o di playoff – degli ultimi tre anni.
Nurkic ironico: "Ma non ero il peggior difensore della lega?"
Per alcuni il merito è di Jusuf Nurkic, che riesce a tenerlo in marcatura singola e permettendo alla difesa di Portland di non dover ricorrere a un raddoppio su Jokic, impedisce al centro dei Nuggets di trovare compagni liberi o sul perimetro o sui tagli a centro area. Ma Nurkic, polemico, non ci sta: “Ho sentito dei pagliacci in tv chiamarmi ‘il peggio difensore della lega’ per cui non so se mi è concesso parlare di difesa. Magari la mia difesa non ha niente a che fare con tutto questo, magari sono solo loro che sbagliano tiri”, commenta ironico (e seccato) il centro di Portland. Jokic, da parte sua, è più preoccupato della prestazione della squadra che delle sue cifre: “Se non mettiamo in campo energie e sforzo in queste partite, allora quando pensiamo di farlo? Ognuno di noi deve guardarsi dentro e assumersi le proprie responsabilità: questo non si discute”. Gara-5, a Denver, potrebbe essere quella che indirizza la serie.