Ryder Cup, Steph Curry intervista Michael Jordan: "Il golf è più competitivo del basket"
INTERVISTAIn occasione della 43^ Ryder Cup, Steph Curry ha intervistato Michael Jordan — uniti dalla loro grande passione per il golf. "È lo sport più competitivo perché giochi allo specchio contro te stesso, cercando continuamente di batterti. Odio perdere, ma rispetto la sconfitta perché fa parte della vittoria"
Steph Curry e Michael Jordan non sono uniti solamente dall’aver scritto la storia della pallacanestro o dall’essere cresciuti entrambi nel North Carolina, ma anche dalla comune passione per il golf. Per questo, in occasione della 43^ Ryder Cup tenutasi in Wisconsin, i due si sono seduti per un’intervista di una decina di minuti pubblicata poi sul canale YouTube della stella dei Golden State Warriors, parlando di diversi argomenti — quasi tutti golfistici, ma non solo. "Ho sempre detto che dal punto vista competitivo, per me il golf è lo sport più difficile che ci sia" ha detto Jordan rispondendo a una domanda su come questo sport lo aiuti a mantenere viva la sua voglia di competere. "Perché devi sempre giocare allo specchio e cercare costantemente di battere te stesso. Il golf tiene viva la fiamma, poi quando devo calmarmi vado a pescare" ha aggiunto con una risata.
Jordan: "Ho sempre preferito giocare in trasferta"
I due hanno parlato anche di come affrontano la sconfitta. Curry ha ammesso che "perdere è la peggior sensazione che io abbia mai provato nella vita, e vale per qualsiasi cosa: carte, golf, basket, non fa differenza". Sentimento condiviso anche da MJ, il quale però ha aggiunto che “rispetto la sconfitta perché perdere fa parte della vittoria. Non si può vincere sempre, ma per arrivare a vincere bisogna anche perdere”. Pur ammettendo di non poter mai essere al livello dei golfisti della Ryder Cup (“Se avessi una palla da basket in mano, allora sarebbe un’altra storia. Ma non sarei mai in grado di tirare un colpo da 50 yard con tutta la pressione di questa gente addosso”), Jordan ha detto che fosse per lui preferirebbe giocare in Europa piuttosto che negli Stati Uniti: “Ho sempre preferito giocare in trasferta, sentivo di potermi concentrare più facilmente. Non ci si aspetta che tu vinca quindi puoi dimostrare che si sbagliano. E spesso a casa ci si rilassa un po’ troppo, ci sono amici e familiari, devi preoccuparti dei biglietti ecc… Giocare fuori casa minimizzava i miei processi mentali e mi permetteva di concentrarmi solo sul lavoro da fare”.
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L'effetto di MJ sui golfisti della Ryder Cup
Jordan partecipa come spettatore alla Ryder Cup ormai da tantissimi anni, e si è accorto che la sua presenza ha un effetto sui golfisti: “Ian Poulter [noto golfista inglese dai modi stravaganti, ndr] in particolare si girava sempre a cercarmi con lo sguardo dopo ogni colpo importante, come se io lo avessi sfidato. Ma io non avevo fatto niente, e a me lui piace! Ma per non dargli vantaggi che andassero contro gli USA gli sto lontano il più possibile, non lo vado più a vedere”. Infine Jordan ha indicato in Danny Ainge l’ex giocatore NBA che più ama battere sul campo da golf (“Fa un sacco di trash talking, immaginatevi quando era in campo”) e il suo record di buche giocate in un solo giorno: 63, curiosamente come i punti segnati in gara-2 dei playoff del 1986 contro i Boston Celtics, ancora oggi record ogni epoca per una gara di post-season. "Ma ero giovane quando ho fatto 63 buche, ora non ce la farei più" ha aggiunto davanti a Curry, che ha promesso di provare a batterlo — non solo in campo quando e se tornerà ai playoff con i suoi Warriors, ma anche a golf. Dandosi infine appuntamento al "The Grove XXIII", il campo da golf personale di Jordan in Florida.