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Mercato NBA: Damian Lillard e l'incontro segreto con LeBron James e Anthony Davis

il retroscena
©Getty

Un lungo resoconto pubblicato da Yahoo Sport racconta dell’estate piena di dubbi di Lillard, corteggiato anche dai Lakers e dai due All-Star gialloviola: un incontro che non lo ha portato a scegliere L.A., ma che racconta come l’intera NBA sogni di aggiungerlo al proprio roster. Lillard al momento ha scelto di restare, ma se Portland dovesse continuare lungo questa traiettoria potrebbe prima o poi cambiare idea

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Il lungo pezzo di ricostruzione sulla decisione di restare a Portland di Damian Lillard scritto da Chris Haynes ha mostrato uno spaccato già noto a chi è vicino ai retroscena NBA: la stima diffusa all’interno della lega nei confronti dell’All-Star dei Blazers e i tentativi più o meno velati di convincerlo a cambiare squadra. Quello più esplicito di tutti raccontato nel pezzo è stato portato avanti da LeBron James lo scorso luglio, quando Lillard è sbarcato a Los Angeles per registrare il suo video musicale “We The Ones”: frustrato per l’ennesima eliminazione ai playoff - contro i rimaneggiati Denver Nuggets - il n°7 dei Blazers ha fatto una comparsata a bordocampo alla partita di WNBA delle Los Angeles Sparks. Arrivato lì, ha trovato comodamente seduto in prima fila anche LeBron James, che ha approfittato della coincidenza per invitarlo a casa sua a Brentwood. Il nome di Lillard era tra i più chiacchierati a livello di mercato e così chiedere consiglio a un campione James poteva aiutarlo a schiarirsi le idee.

Giunto a casa James e accompagnato dalla sicurezza sul rooftop della villa, Lillard si è ritrovato davanti LeBron e Anthony Davis seduti attorno a un tavolo, pronti ad accoglierlo a braccia aperte per condividere un pranzo “all’italiana”: pasta, vino rosso, insalata e quattro chiacchiere, con James che si è soffermato a raccontare la sua esperienza da star NBA a Los Angeles. Stando a quanto racconta Haynes, Lillard non ha percepito la sensazione che quello fosse un appuntamento organizzato per convincerlo a cambiare aria, ma un modo per metterlo al corrente di una possibilità concreta da parte di colleghi che lo reputano un All-Star al loro stesso livello. “LeBron mi ha spiegato a cosa sarei andato incontro se avessi lasciato Portland”, racconta il diretto interessato. “Non mi ha mai chiesto di scegliere i Lakers, ma mi sono sentito in dovere di aggiungere che ero ben consapevole che la mia presenza nel loro roster avrebbe funzionato - visto il mio bagaglio tecnico e il modo in cui si fonde con le loro doti”. Un’ora e mezza di colloquio, che ha portato però Lillard a una conclusione diversa da quella sperata dai giocatori gialloviola: “Non sono sicuro che quella sia la strada che voglio percorrere per arrivare al successo”. Alla fine infatti ha preferito proseguire con i Blazers, almeno per ora.

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La speranza malcelata di Lillard infatti era un’altra: sperare che i Blazers mettessero sotto contratto giocatori di talento per far crescere un gruppo rimasto stagnante negli ultimi anni e lontano dal dimostrarsi competitivo per il titolo. L’arrivo di Chauncey Billups sulla panchina di Portland, nonostante l’inesperienza, è una delle novità che provano a dare una nuova prospettiva a un gruppo in cui Lillard avrebbe voluto vedere Draymon Green - una vera e propria ossessione di mercato per il campione di Portland, stando a quanto raccontato da The Athletic. Un giocatore attorno al quale sbocciare in maniera definitiva, diventando una sorta di nuovo Steph Curry (le caratteristiche tecniche in fondo ci sono tutte), oltre che uno di quelli in grado di cambiare il volto difensivo di una franchigia - una delle tante pecche dei Blazers. Lillard non ha mai messo in discussione il talento di CJ McCollum e Jusuf Nurkic, grandi amici dentro e fuori dal campo, ma l’idea di aver cambiato così poco la squadra in estate non sembra essere stata decisione gradita. La voglia di restare in Oregon è ancora tanta, a patto però che qualcosa continui a cambiare (in meglio, e non in peggio come in queste prime settimane). Altrimenti, al prossimo incontro con LeBron, le cose potrebbero andare in maniera diversa.

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