Lo ha confessato la point guard degli Hawks, surclassato dal suo avversario diretto (autore di 50 punti e 10 assist) nella sfida del Chase Center. "Nel secondo tempo hanno messo in campo contro di me la stessa box-and-one che gli avversari adottano su Steph. Ma lui e gli Warriors sanno esattamente come affrontarla: noi invece dobbiamo ancora imparare", dice Young, tenuto a soli 7 punti nella seconda metà di gara
Trae Young è stato spesso paragonato a Steph Curry, e anche l'ultima sfida tra i due - andata in scena nella notte - ha confermato diversi punti di contatto nello stile di gioco delle due superstar di Hawks e Warriors. Di più: Atlanta, costruita sul mercato dal GM Travis Schlenk, non nasconde di essersi ispirata al modo in cui lo stesso Schlenk e il front office di Golden State ha costruito l'ossatura della squadra, scegliendo e valorizzando certi tipi di giocatori. Solo che tutte queste somiglianze, nella gara del Chase Center, hanno finito per favorire soprattutto Steve Kerr e i californiani, così come ha candidamente confessato proprio Young. Che per lunghi tratti del secondo tempo si è trovato di fronte una difesa box-and-one da parte degli Warriors, quella difesa che gli stessi Warriors conoscono bene perché la vedono spesso attuata dalle squadre avversarie per cercare di togliere il più possibile Steph Curry dalla partita (basti ricordare coach Nurse e i Toronto Raptors durante le finali 2019). "Nel secondo tempo hanno difeso su di me quasi esclusivamente con la box-and-one - racconta Young - ma ogni volta che uscivo da un blocco sono stati bravissimi a intrappolarmi comunque nella loro difesa. Noi sul finale di gara abbiamo provato a fare lo stesso con loro, ma gli Warriors quella situazione l'hanno già vista mille volte e sanno come reagire. Se Steph viene raddoppiato o blitzato, sa di poterla dare subito via a Draymond [Green], che spesso sa di poter alzare un lob a un suo compagno o scaricare sul perimetro a un altro tiratore.
Sanno come prendere un vantaggio - ha continuato Young nella sua lucidissima analisi - dalle situazioni in cui le squadre avversarie cercano di mettere spalle al muro Steph e questa è poprio un'altra tappa del nostro processo di crescita che dobbiamo fare. Ogni volta che un raddoppio o un blitz viene spedito verso di me, i miei compagni devono continuare a giocare con la massima aggressività, continuando a creare gioco. Miglioreremo, ne sono sicuro: contro Golden State è stata la prima volta quest'anno che gli avversari su di me sono andati in box-and-one: guarderemo a video dove abbiamo sbagliato a sapremo fare meglio la prossima volta". Forse studiando - più ancora che gli stessi errori degli Hawks - l'insegnamento ricevuto al Chase Center dagli Warriors, un sistema che funziona a memoria ormai da quasi 6 anni e che sta producendo la pallacanestro forse più bella, ma sicuramente più vincente di questo inizio di stagione.