NBA, la top-10 rookie dopo un mese di regular season per ESPN: Jalen Green è soltanto 8°
C’è chi come Evan Mobley e Cade Cunningham è rimasto in vetta alle preferenze degli osservatori anche dopo quasi 40 giorni di regular season, chi ha sorpreso andando oltre le previsioni e altri invece finiti nel dimenticatoio o sprofondati lontani dalla top-3: questa la classifica dei migliori rookie stilata da ESPN dopo le prime partite stagionali, voi siete d’accordo con queste valutazioni?
Nella stagione terribile dei Pelicans, la buona notizia arriva dall’aver trovato al secondo giro un giocatore in grado di essere d’impatto sin da subito anche su un palcoscenico importante come quello NBA: un difensore di primo livello, con le dimensioni giuste, intelligente e in grado di dare una scossa sotto il piano dell’energia a una squadra al momento in enorme difficoltà. Un grande rinoscimento essere stato inserito al posto di chiamate ben più blasonate
Il tiro da tre punti ancora non vuol saperne di andare dentro (27% dall’arco), ma nel frattempo diversi grandi realizzatori come Donovan Mitchell, Damian Lillard e Luka Doncic hanno fatto conoscenza con le sue doti di difensore: con lui in campo i Kings concedono quasi 11 punti in meno su 100 possessi, di gran lunga uno dei migliori difensori perimetrali della NBA già oggi. Davion Mitchell dovrà costruire il resto del suo gioco, certo, ma l’impatto con i professionisti non ha fatto venir meno ciò che ci si aspettava da lui
Alcuni momenti in cui si è visto il potenziale di Green e tanti altri invece in cui fa una fatica bestiale a imporsi a livello fisico e tecnico: una partenza in salita, dovuta anche a una squadra attorno a lui che non riesce in alcun modo a essere incisiva. I Rockets sanno di dover continuare a fare affidamento su di lui, ma la strada per lui è ancora lunga ed era inevitabile che “perdesse” così tante posizioni
Il lungo turco scelto dai Rockets è la miglior chiamata fuori dalla Lottery in questa classifica stilata da ESPN e che vede Sengun scavalcare addirittura il già citato Green: il suo stile di gioco ricorda molto quello di Nikola Jokic, ma la distanza dal centro serbo e MVP in carica resta ancora gigantesca. Il margine di crescita in quella direzione però sembra esserci: nella stagione disastrosa dei texani, questa potrebbe essere una gran bella notizia
Il giocatore più esperto dell'intero Draft non poteva deludere in avvio, dimostrando di essere un professionista già pronto a prendere in mano le redini del quintetto Pacers: un tiratore letale e un ottimo organizzatore di gioco, fit ideale al fianco di Domantas Sabonis e Malcolm Brogdon. Una scelta intelligente da parte di Indiana, che sta già pagando i suoi dividendi
Un talento intrigante che ha confermato sin dal primo giorno in NBA di essere il miglior passatore dell’ultimo Draft (come previsto), in grado di visioni degne del miglior LaMelo Ball - unite però a un fisico che gli permette di essere incisivo a rimbalzo, di cambiare contro diversi avversari in difesa e di reggere il colpo a livello atletico in NBA. Un bel giocatore pescato dai Thunder, su cui costruire qualcosa di molto interessante
Il miglior rookie in casa Magic di questo primo mese di regular season è lui e non Jalen Suggs (e questa già è una notizia, visto che la 5^ scelta assoluta non è presente nella top-10 stilata da ESPN). Il lungo tedesco ha mostrato diversi limiti legati all’età, ma a renderlo interessante è la capacità di avere impatto da subito su entrambi i lati del campo: un giocatore moderno, che dovrà crescere, ma che ha tutte le carte in regola per affermarsi anche tra i professionisti
Senza l’infortunio alla caviglia che ne ha ritardato l’esordio, Cunningham probabilmente avrebbe potuto scalare anche altre posizioni di questa classifica: i Pistons sono una squadra piena di problemi, ma lui sembra poter essere la soluzione a tanti mali. Viaggia a 16.6 punti, 7.4 rimbalzi e 6.8 assist di media nelle ultime cinque partite, dimostrando di aver trovato già le giuste misure. Ha la stoffa del campione, c’è tutto il tempo davanti per dimostrarlo
Il complimento migliore che gli hanno fatto è quello di assomigliare in maniera impressionante a Giannis Antetokounmpo - per attitudine, natura, abilità di playmaking unita alle dimensioni fisiche, difesa, ecc. Il fatto è che il talento greco ci ha messo un paio d’anni per imparare a essere efficace sul parquet, mentre a Barnes sono bastate due settimane: il suo impatto sui Raptors è stato più che positivo, la sua scelta è stata azzeccata da parte dei canadesi (con buona pace di Jalen Suggs)
Nessuno dei giovani talenti sbarcati in NBA dopo il Draft dello scorso giugno ha avuto un impatto paragonabile a quello di Evan Mobley - che grazie alla sua presenza su entrambi i lati del campo è riuscito a rendere Cleveland in poche settimane una squadra credibile anche nella corsa ai playoff. L’infortunio che lo terrà fuori nei prossimi giorni potrebbe incidere sulla sua resa, ma i Cavaliers sono sicuri di aver fatto un affare puntando su di lui
