In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

NBA, LeBron James torna su Stewart: "Meritavo l’espulsione, ma non la squalifica"

PAROLE
©Getty

Dopo aver saltato la prima partita della sua carriera per squalifica, LeBron James è tornato a parlare di quanto accaduto a Detroit: "Meritavo di essere espulso anche per tutto quello che è successo dopo il contatto, ma la squalifica no. Mi ha devastato non poter giocare al Madison Square Garden, ma è andata come è andata"

Condividi:

Se potessero scegliere, forse i tifosi degli Indiana Pacers avrebbero preferito che nulla di quanto accaduto domenica notte a Detroit fosse successo. L’espulsione di LeBron James per la manata a pugno chiuso ad Isaiah Stewart e la susseguente rissa tra le due squadre ha portato James a essere sospeso per la prima volta nei suoi 19 anni di carriera, saltando la sua trasferta preferita in assoluto: "Ero devastato quando l’ho saputo, il Madison Square Garden è il mio posto preferito al mondo, non vedevo l’ora di giocarci. Ma è andata come è andata". È andata che stanotte a Indianapolis, dopo la sconfitta dei suoi Lakers contro i Knicks, il 36enne James ha preso in mano la partita e ha portato la squadra alla vittoria dopo un tempo supplementare, segnando tutti i canestri decisivi nel finale di gara. Eppure dopo la partita è stata sempre l’espulsione a tenere banco, spiegando la sua versione dei fatti: "Eravamo in fase di tagliafuori dopo un libero. Il suo gomito era alto e mi ha fatto perdere l’equilibrio, alzando il mio braccio. A quel punto ho provato a liberarmi cercando di tirargli giù il braccio, ma anche lui era fuori equilibrio e la parte sinistra della mia mano ha gli ha graffiato il volto. Sapevo subito di averlo preso in faccia, perciò sono andato lì per scusarmi ma poi avete visto cosa è successo. Ma di sicuro il contatto è stato accidentale".

La NBA evidentemente ha ritenuto invece volontaria la manata del Re, comminandogli una giornata di squalifica: "Anche a Russ [Westbrook] si è aperto il labbro nella partita con New York e anche io oggi ho preso un colpo in faccia da Sabonis, sono cose che succedono in campo in maniera accidentale. Quello che è successo dopo con Stewart è stato brutto da vedere: meritavo l’espulsione per quello che ne è seguito, e se fossi rimasto in campo la situazione sarebbe potuta degenerare anche coi tifosi. Ma non penso di essermi meritato la squalifica per una partita. Però la lega ha preso la sua decisione, e quindi oggi eccoci qui". La risposta è arrivata forte e chiara con la miglior prestazione dell’anno da 39 punti in 43 minuti e mezzo, una delle migliori gare della sua infinita carriera peraltro su un campo molto difficile. "Vincere qui è ancora più importante, perché è un’arena difficile sia per la squadra che per me in generale, e in più le squadre di Rick Carlisle sono sempre ben allenate. Nonostante tutto quello che è successo in questa trasferta, è bello poter tornare a casa per la Festa del Ringraziamento. Il cibo avrà un sapore ancora più buono".

approfondimento

LeBron zittisce Indiana con l’esultanza iconica