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NBA Sundays, Clippers-Warriors 90-105: Curry è uno spettacolo, 33 punti e vittoria

NBA SUNDAYS
©Getty

Prosegue la marcia degli Warriors, che si mantengono in vetta alla Western Conference spazzando via anche i Clippers. Steph Curry si accende all'improvviso e chiude con 33 punti, seguito dai 17 di Jordan Poole e i 18+10 di Otto Porter. Ai padroni di casa non bastano i 30 di Paul George, pagando a caro prezzo le 24 palle perse

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I Golden State Warriors si preparano al big match contro i Phoenix Suns come meglio non avrebbero potuto, vincendo anche sul campo degli L.A. Clippers in un matinée che hanno gestito da squadra di grande maturità. Nonostante i ritmi blandi e le tantissime palle perse che hanno contrassegnato la gara del mezzogiorno di Los Angeles, la squadra di coach Kerr ha trovato le energie giuste per accendersi nei momenti decisivi, anche sfruttando gli stimoli di avversari e arbitri. È il caso soprattutto di Steph Curry, che si è innervosito per un fallo non fischiatogli (prendendosi un tecnico per proteste veementi) e da lì in poi ha dominato la partita, infilando tre triple in fila una più incredibile dell'altra e chiudendo i giochi, addirittura mimando il gesto del tecnico dopo l'ultima. A fine gara per lui ci sono 33 punti con 5 rimbalzi, 6 assist e 6 recuperi tirando 7/13 dalla lunga distanza, seguito dalla solida doppia doppia da 18+10 di Otto Porter e i 17 di Jordan Poole, anche lui accesosi a fine terzo quarto con quattro triple consecutive dopo una stoppata subita da Isaiah Hartenstein. I Clippers invece non sono riusciti a sfruttare il vantaggio a rimbalzo offensivo (ben 15 a fine gara) per via delle tantissime palle perse, ben 24 a fine gara: impossibile pensare di battere Golden State con così tanti errori, nonostante i 30 punti finali di Paul George e la doppia doppia da 13+10 di Eric Bledsoe.

Il racconto del primo tempo

Le due superstar in campo sbloccano la partita, Paul George con un sottomano in contropiede e Steph Curry con la tripla dall'angolo per la prima della sua serata. Curry manda Wiggins a schiacciare in contropiede ma Bledsoe pareggia a quota 5 con la prima tripla dei padroni di casa. La circolazione di palla eccellente di Golden State porta Wiggins a segnare la tripla del 10-7, ma Luke Kennard entra subito con impatto segnando in avvicinamento e recuperando il pallone che Paul George converte nel canestro del sorpasso e del primo timeout per coach Kerr. Al rientro in campo sono però i Clippers ad avere più energia, con Zubac e Morris che confezionano cinque punti in fila per il +6. A fermare l'emorragia è una schiacciata in taglio di Gary Payton II, ma i Clippers hanno tanti secondi possessi (già 6 rimbalzi offensivi) e ne approfittano per tornare a +7. Il rientro di Curry coincide quasi immediatamente con un recupero difensivo e una tripla morbidissima: si va al primo riposo lungo sul 24-20 per i padroni di casa.

Gli Warriors recuperano diversi palloni in difesa ma non li concretizzano in attacco, mancando per diverse il colpo del pareggio e subendo invece il canestro in contropiede da Bledsoe per tornare a -4. La coppia Bjelica-Toscano Anderson ha impatto nella partita e gli Warriors mettono anche la testa avanti a metà secondo quarto, pur venendo immediatamente ripresi dai Clippers. Le percentuali da una parte e dall'altra sono però bassissime, visto anche che si affrontano le prime due difese della NBA, con il numero di palle perse che sale per entrambe le squadre. I continui pareggi proseguono a ripetizione, con Jordan Poole in contropiede che firma il pareggio a quota 40. Curry segna la sua terza tripla di serata e permette agli ospiti di andare all'intervallo avanti sul 44-42.

Il racconto del secondo tempo

Le squadre ricominciano perdendo tre palloni nei primi tre possessi, ma è Kevon Looney a fare la voce grossa a rimbalzo offensivo per regalare a Steph Curry il floater che forza il timeout di coach Lue, che non vuole lasciare agli avversari la possibilità di entrare in ritmo. Il problema è che non funziona: Curry si inventa un assist pazzesco per mandare Green a segnare il +6, poi segna da 9 metri senza neanche pensarci e ruba in difesa per depositare il +11 in sottomano, mentre i Clippers non segnano più e Lue è costretto a un altro timeout in emergenza perché Curry è già a quota 20 punti. I Clippers tornano a muovere il tabellone con tre tiri liberi (uno per fallo tecnico contro la panchina di Golden State), un gancio di Zubac e un tiro dalla media distanza di Morris, tornando a -5. Bledsoe segna un canestro pesante dalla lunga distanza per ricucire lo strappo e lo stesso fa Terance Mann dall'angolo dopo che Golden State aveva ripreso vantaggio. Dopo una serata difficile e dopo aver subito una stoppata a centro area, Poole si inventa quattro triple nello spazio di pochi minuti a cui rispondono tre canestri pazzeschi di Paul George, con la gara che sale di tono. A fine terzo quarto il punteggio è 75-68.

I Clippers continuano a perdere palloni e a consegnarli agli Warriors (29 punti da 18 recuperi difensivi), con Otto Porter che segna il +9 in contropiede. Curry si prende uno strano tecnico per eccesso di proteste dopo un non-fischio arbitrale a suo favore, ma sempre Porter si fa sentire a rimbalzo e poi colpisce dall'arco per l'82-70 a cui fa seguito un gran canestro di Toscano-Anderson per il +14. Curry punto sul vivo dal tecnico precedente si inventa tre triple in fila da distanza siderale che ammazzano la partita: gli Warriors volano a +18 a poco più di 5 minuti dalla fine e di fatto chiudono i giochi, veleggiando fino al 105-90 finale.