Golden State diverte in attacco ma è in difesa dove sta facendo la differenza. Non ha mai concesso il 50% al tiro agli avversari dal via della stagione e secondo l'allenatore dei californiani il motivo principale è uno: la presenza in campo del n°23 degli Warriors
Continua la marcia inarrestabile dei Golden State Warriors (20 gare giocate, 18 vinte), continuano le magie offensive di Steph Curry (33 punti con 7 triple anche nella notte, sul campo dei Clippers) ma a chi fa notare a Steve Kerr il grande ruolino di marcia dei suoi, l'allenatore degli Warriors risponde evidenziando il lavoro fatto dalla difesa. Che in tutte le 20 gare disputate ha sempre tenuto gli avversari sotto al 50% al tiro (i Clippers addirittura a soli 90 punti, con il 40%), meritandosi così il primo posto tanto per efficienza difensiva (99.4 punti concessi ogni 100 possessi) che per percentuale concessa agli avversari (che contro Golden State tirano in media il 41.9%). E se a coach Kerr viene chiesto di spiegare il segreto di una difesa così impenetrabile, l'allenatore degli Warriors ha un'idea molto chiara: "Draymond Green. Penso che sia il miglior difensore al mondo", ha dichiarato recentemente.
Pur riconoscendo anche i meriti degli altri suoi giocatori - e in particolare di Kevon Looney ("Sta giocando in maniera fantastica. È completamento sottovalutato, non ottiene mai il credito che meriterebbe") - Kerr ha parole di grandissimo elogio verso Green: "La sua è una stagione da All-Star, incredibile. Se c'è una cosa che mi ha sorpreso di questo nostro avvio di stagione, è la forza che stiamo dimostrando a rimbalzo e sotto i tabelloni per noi è lui che si occupa di tutto". Green - che magari non segna tanto, solo 8.2 punti a sera - è difatti il miglior rimbalzista di squadra (8.0 di media) davanti a Looney e anche il miglior passatore (7.8) davanti a Steph Curry e solo due volte nella sua carriera (nelle stagioni dei record 2014-15 e 2015-16) aveva fatto registrare numeri migliori a rimbalzo (8.2 nel primo caso, 9.5 nel secondo). Si spiega anche così l'investitura di Kerr al titolo di miglior difensore del mondo: a Green, forse, basterebbe esserlo "della NBA", per bissare un premio vinto soltanto una volta in carriera, nel 2017.