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NBA, i Brooklyn Nets perdono pezzi: fuori Harris per infortunio e Blake Griffin per scelta

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©Getty

Si accorcia sempre più la rotazione a disposizione di Steve Nash che dovrà fare a meno per almeno un mese di Joe Harris - operato alla caviglia sinistra dopo due settimane. Discorso diverso per Blake Griffin, finito fuori squadra dopo le pessime prestazioni di questo primo mese: “Lavorerò per avere un’altra opportunità”, ma al momento Brooklyn punta su LaMarcus Aldridge

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Pessime notizie per Brooklyn che, in una stagione con il roster da inventare, la rotazione ridotta ai minimi e un Kevin Durant già spremuto al massimo sin dalla prima gara di regular season, saranno costretti a fare a meno almeno per un altro mese di Joe Harris - fuori dallo scorso 14 novembre e costretto a operarsi alla caviglia sinistra per risolvere un fastidio che continuava a condizionarne gli allenamenti. I Nets si sono detti felici della sua scelta e del fatto che ci sia tutto il tempo per recuperare e tornare in campo già nel corso di questa regular season: la stima fatta dai medici è un’assenza che oscilla tra le 4 e le 8 settimane, mentre Kyrie Irving continua a restare fuori rosa in questa situazione paradossale per la squadra di New York. Per questo Steve Nash sarà costretto a correre ai ripari sfruttando più a lungo i vari DeAndre’ Bembry, James Johnson, Bruce Brown e anche il rookie Cam Thomas (già entrato nel cuore dei tifosi Nets e un po’ anche nel nostro), cercando soprattutto tiratori affidabili e in grado di dare continuità dal perimetro.

Il caso Blake Griffin: disastroso in campo, Nash al suo posto sceglie Aldridge

Harris però non è l’unico che uscirà - almeno per il momento - dalla rotazione dei Nets, ma assieme a lui a guardare gli altri ci sarà anche Blake Griffin. L’All-Star ex-Clippers però non è alle prese con un infortunio, ma in questi primi 40 giorni di regular season è risultato a più ripetizioni deleterio per la resa della squadra. Non solo fatto fuori dal quintetto titolare, ma rimosso del tutto dal campo nelle ultime due gare - in cui non ha giocato un singolo secondo: “Voglio essere chiaro, per non cadere in equivoco: LaMarcus Aldridge sta giocando in maniera strepitosa e merita il posto da titolare. Solo che passare da quello all’essere messo fuori squadra, beh… non me n’ero reso conto, non me lo sarei aspettato. Non è una decisione che spetta a me: come giocatore, non posso fare altro che mettermi in mostra e convincere l’allenatore a rimettermi dentro quando lo riterrà opportuno”.

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Bisogna sempre avere un’alta considerazione di sé quando si gioca a livello professionistico, in modo particolare in una lega competitiva come la NBA, ma di fronte alle cifre raccolte da Griffin in molti avrebbero storto il naso e compreso che c’era qualcosa che non va (soprattutto giocando con la franchigia che al momento ha il migliore record della Eastern Conference): 5.5 punti e 4.9 rimbalzi tirando il 31.6% dal campo e il 16.1% dall’arco in 17 partite. Un disastro, ben al di sotto di quanto mai fatto registrare nella sua carriera e con tanta strada da fare per recuperare forma e ritmo: “Beh, sono molto vicino a lui, capisco cosa sta passando e provando - spiega coach Nash - non è una situazione semplice da affrontare: sai che è dura quando la palla non vuol saperne di andare dentro e tu lavori un sacco ma non vedi miglioramenti. Lui sa che io comprendo questo passaggio e sa che devo concedere spazio e opportunità anche ad altri: ammiro la sua attitudine e il suo essere positivo, consapevole del fatto che torneranno a esserci in futuro dei minuti in campo anche per lui”.

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