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NBA Sundays: Cleveland si batte fino alla fine, ma Mitchell trascina Utah alla vittoria

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Bellissima partita tra Cavs e Jazz , decisa solo nel finale con il duello nel duello tra Darius Garland (31 con 5/8 da tre per lui) e Donovan Mitchell (35 e 4/8 dall'arco). I Cavs hanno il possesso per vincerla ma regge la difesa dei Jazz che lasciano l'Ohio con una vittoria importante, infliggendo ai padroni di casa il primo ko dopo 4 vittorie in fila 

CLEVELAND CAVS-UTAH JAZZ 108-109 | IL TABELLINO

Il confronto diretto con Rudy Gobert "gasa" Jarrett Allen: 4 punti e 2 stoppate all'avvio per il centro di Cleveland esaltano il pubblico di casa. Calde le mani però anche di Conley e Mitchell in casa Jazz, che con due triple replicano subito al buon avvio dei Cavs. A loro risponde Darius Garland, in un avvio con percentuali altissime sia da una parte che dall'altra, ma il primo quarto è marchiato a fuoco dall'avvio di Donovan Mitchell: 6/7 al tiro con 3 tripole e 15 punti nei primi 8 minuti per il n°45 dei Jazz. Il primo quarto lo chiudono davanti gli ospiti, a +3 dopo 12 minuti: 32-29, con entrambe le squadre precisissime dell'arco (6/11 sia per Utah che per Cleveland). I padroni di casa hanno impatto dalla panchina da Cedi Osman, ma Utah continua a segnare da tre punti a ripetizione, anche con il neo entrato Rudy Gay. Con due punti di un ottimo Evan Mobley Cleveland impatta a quota 42, confermando tutte le cose buone dimostrate nel suo primo mese di NBA (miglior matricola a Est per novembre). Ancora Mobley, con un gioco da tre punti, porta davanti i Cavs a metà del secondo quarto. Due triple consecutive di Bogdanovic e una di Royce O'Neal riportano però Utah davanti, con la squadra di coach Snyder che continua a mantenere ottime percentuali dall'arco, vicine al 48%. Utah chiude meglio il primo tempo, Cleveland fa qualche errore di troppo, e allora gli ospiti chiudono avanti 60-55 con un Mitchell top scorer (a quota 18) e soprattutto buone percentuali da parte di entrambi gli attacchi (il 45% sia dal campo che da tre), con i Cavs già con 3 giocatori in doppia cifra (Garland, Allen e Mobley). 

Il racconto del secondo tempo

Come già successo nel primo, anche il secondo tempo vede Mitchell partire a razzo: 5 punti suoi (per arrivare a quota 23) danno ai Jazz il primo vantaggio in doppia cifra della serata (+11). Cleveland però non molla, trova punti con i suoi tre lunghi (Markkanen prima, poi Mobley, poi Allen), pur senza riuscire ad accorciare troppo il divario. Anzi, i Cavs sprecano tre volte in fila il possesso del -4 e subiscono due triple di Gay che riportano il vantaggio di Utah in doppia cifra. All'ultimo riposo gli ospiti (con 28 punti di Mitchell) sono sopra 91-82, in controllo ma con la gara ancora aperta. I Jazz però aprono l'ultimo quarto con due triple (una di Clarkson, la sua prima, l'altra di Conley), allungando anche a +15 ma i Cavs rispondono con un 10-0 di parziale che li mantiene a tutti gli effetti in gara e costringe coach Snyder al time-out, sul 97-92. Cleveland però non si ferma: tripla e recupero di Osman, canestro di Rubio ed è parità a quota 97 a 8'41" dalla fine, con Utah che è costretta ancora a fermare la partita, visto il parziale di 15-6 in apertura di frazione dei Cavs. Con la tripla di Garland (la quinta su sei tentativi) i padroni di casa vanno davanti toccando quota 100, con 6 minuti ancora da giocare. Mitchell si prende ogni tiro per i Jazz, Garland risponde dall'altra parte e il duello si fa bellissimo. Utah torna davanti con una tripla di Conley, bissata dalla schiacciata di Gobert che fa +3 a 100 secondi dalla fine. La gioventù di Cleveland però si prende il palcoscenico: due punti di Garland (31 punti per lui, 9 nell'ultimo quarto) e una stupenda stoppata di Mobley (14 e 11 rimbalzi alla fine) regalano ai Cavs il possesso per vincere la gara, ma la difesa di Gobert e soci resiste consegnando la vittoria ai Jazz. Mitchell top scorer a quota 35, solo 6 quelli di Gobert ma con ben 20 rimbalzi, molto positivo Gay dalla panchina, in una serata da 20 triple a bersaglio per la squadra di Snyder, che sbanca Cleveland non senza soffrire.