Mercato NBA, Danilo Gallinari e non solo: il giocatore che ogni squadra dovrebbe cedere
Giunti quasi a metà regular season e con la trade deadline a un mese di distanza, è tempo per le franchigie di fare un primo bilancio della stagione e soprattutto di decidere come muoversi sul mercato per sistemare i roster in vista della volata playoff: Bleacher Report ha indicato un giocatore per ogni squadra, quello che per motivi tecnici/fisici/salariali e non solo dovrebbe pensare di cambiare squadra. Già, c’è anche il nostro Danilo Gallinari
L’impatto al momento è stato ridotto sia per il poco spazio in campo, che per infortuni e contagio che ne hanno limitato le apparizioni, ma Danilo Gallinari appare ormai sempre più come un corpo estraneo all’interno del roster Hawks: l’azzurro resta un talento che può far comodo a squadre playoff, ma il contratto resta in parte un limite per mettere in piedi uno scambio (anche se il prossimo anno soltanto 5 milioni di dollari sono garantiti). Vedremo se qualche contender si farà avanti per lui nelle prossime settimane
Il suo contratto resta appetibile, soprattutto grazie a qualche prestazioni di rilievo a livello realizzativo che continua a far circolare il suo nome in ambienti NBA: Dennis Schröder è finito a Boston per “tappare un buco” più che per scelta e se i Celtics riuscissero a liberarsi di lui con profitto scambiandolo nel prossimo mese, farebbero un grande affare
Nel suo caso è una scelta per pura mancanza di alternative, visto che il roster dei Nets appare abbastanza blindato negli uomini e nelle scelte contrattuali (compreso Kyrie Irving, ormai tornato in palestra e pronto a fare il suo esordio in campo nelle sfide in trasferta): resta Jevon Carter, sicuramente meno d’impatto del previsto rispetto all’esperienza ai Suns nel 2019-20 e che, qualora a Brooklyn dovessero decidere di rinunciare a lui, lascerebbe uno spazio utile da sfruttare all’interno del roster
Kelly Oubre Jr. sta performando oltre le aspettative e questo ha generato nuovo interesse attorno al suo nome, permettendo eventualmente a Charlotte di usarlo come utile pedina di scambio: dei 12.6 milioni di contratto del prossimo anno, meno della metà sono garantiti, con gli Hornets che eventualmente sono pronti a dare maggiore spazio in uscita dalla panchina a Cody Martin per riempire i suoi minuti. Insomma: c’è qualcuno interessato a Oubre pronto a fare un’offerta?
Il giovane talento dei Bulls ha perso centralità nel progetto portato avanti da Chicago, che ha trovato un nuovo assetto in campo, si gode i vari Ball, Caruso, DeRozan e LaVine e potrebbe tranquillamente sacrificare White - limitato dagli infortuni e protagonista della peggior stagione a livello di percentuali al tiro della sua carriera. In Illinois hanno trovato la formula vincente e sorridente giocatore Bulls non fa parte dell’equazione
Il suo contratto pesantissimo resta sempre un enorme limite, ma a livello cestistico Love non era apparso così in forma da almeno tre anni - rigenerato da un gruppo che sta sorprendendo tutti e che ha una rotazione profonda e di altissimo livello sotto canestro. Per questo se si riuscisse a trovare il modo, questa sarebbe l’occasione ideale per cedere Love e rinnovare ancora di più un roster che sta dimostrando sin da subito di essere da playoff
Non aver cambiato sostanzialmente nulla attorno a Luka Doncic - eccezion fatta per coach Jason Kidd - non ha portato i frutti sperati, anzi: il risultato è stata anche la regressione di Tim Hardaway Jr.; uno dei pochi che nelle stagioni passate era riuscito a dare manforte all’All-Star sloveno. Cedere lui vorrebbe dire andare a caccia quantomeno di un terzo violino (se non secondo) di livello: chissà se i texani riusciranno a far felice Doncic
In questa stagione finora molto sfortunata per Denver, sarebbero ben altre le cose da cambiare e non i giocatori - che se fossero stati tutti a disposizione, avrebbero certamente permesso a Nikola Jokic di fare meno sforzo e di vincere più partite. Sacrificare Green vuol dire in questo caso provare ad allungare la rotazione, nella speranza che gli infortuni lascino un po’ in pace la franchigia del Colorado
Detroit non ha alcuna velleità di successo in questa stagione, anzi: vuole perdere e far crescere i suoi giovani talenti. Al tempo stesso l’interesse attorno al nome di Jerami Grant continua a lievitare: perché allora non sfruttarlo per portare a casa il maggior numero di asset, scelte e giovani possibile? A Detroit hanno ancora un mese di tempo per mettere in piedi una trade
Bleacher Report sottolinea una cosa fondamentale: “I Golden State Warriors non hanno bisogno di scambiare nessuno”. Sono a posto così, ma qualora dovessero decidere di fare un altro passo in avanti, il nome di Wiseman pare il più indicato perché appetibile e futuribile per tante franchigie che in cambio potrebbero mettere sul piatto giocatori pronti a vincere subito. Visto che a San Francisco ci hanno preso gusto, perché non andare all-in già nei prossimi mesi?
È già troppo forte e maturo per il processo di rebuilding intrapreso da Houston, è quello che ha più mercato (insieme a Eric Gordon) e nelle ultime ore ha dimostrato di essere in aperta rottura con la franchigia: i Rockets insomma devono liberarsi il prima possibile di Wood e potrebbero ricevere in cambio anche un bel po’ di giovani talenti e scelte interessanti
Non può rendere al meglio sul parquet di fianco a Domantas Sabonis e, al netto delle intenzione di semi-rebuilding portate avanti dai Pacers, resta il giocatore più facile e intrigante da scambiare: Myles Turner probabilmente tra un mese non giocherà più a Indianapolis, toccherà soltanto capire in quale squadra andrà a finire
L’ennesimo infortunio di Paul George, seguito a quello che sta tenendo fuori causa Kawhi Leonard da mesi, è una delle tante scusanti alla mediocre stagione dei Clippers finora, ma secondo Bleacher Report l’idea di affidare il quintetto in mano a Eric Bledsoe resta sbagliata: così non ci sono opportunità di successo, a prescindere dal fatto che rientrino o meno gli All-Star
La frase è: “Russell Westbrook non è l’unico problema dei Lakers, ma è parte integrante di ogni criticità del roster gialloviola”. Un giocatore condizionante che al momento non è riuscito a far cambiare passo - in senso positivo - alla squadra di Los Angeles, sempre aggrappata a LeBron James: scambiare lui vuol dire puntare a prendere un All-Star al suo posto, un’impresa tutt’altro che semplice
I Grizzlies sono una delle migliori squadre della stagione, in grado di massimizzare la resa ogni componente del roster e di spingere a migliorare sia giovani che veterani. L’unico tassello fuori posto al momento è Kyle Anderson, che non sta riuscendo ad aver l’impatto sperato: perderlo a zero non sarebbe un grosso problema, ma magari si potrebbe ricavare prima qualcosa di buono mettendo in piedi una trade
Stesso discorso fatto in precedenza per gli Heat: anche Milwaukee ha confermato in blocco una squadra che ha dimostrato di avere le carte in regola per vincere il titolo NBA - perché mai in casa Bucks dovrebbero pensare di scambiare o rinunciare a qualche pezzo pregiato del puzzle? Giannis Antetokounmpo è pronto a dare di nuovo la caccia all’anello e a provare a concedersi il bis
Due anni a 32 milioni di dollari complessivi non sono pochi ma restano una cifra ragionevole per un giocatore che può avere impatto in uscita dalla panchina: non a Minneapolis, dove hanno deciso di puntare su altro e stanno trovando così continuità di risultati, ma magari in un contesto diverso disposto anche ad allungare la rotazione dei T’Wolves. Uno scenario da tenere in considerazione
La grande provocazione di Bleacher Report riguarda i Knicks e il proprio All-Star, condizionante nel bene (come la passata stagione chiusa ai playoff) e nel male (come in questi faticosi mesi passati a cercare una quadra attorno a lui). Scambiare ora Randle vorrebbe dire mettere sul piatto un talento che ha dimostrato ottimo livello nei mesi scorsi, ma far passare ancora del tempo potrebbe risultare deleterio
Non c’è spazio sotto canestro per lui e le volte in cui ha messo piede in campo non è riuscito a dare l’impatto sperato e a far cambiare idea ai suoi detrattori: resta un talento intrigante che merita di più di un posto in una squadra di G-League e in NBA a breve potrebbero muoversi per provare a offrirgli un contratto e un’altra opportunità
A Terrence Ross non piace questo elemento, visto che spera da tempo di cambiare aria e sta facendo di tutto in uscita dalla panchina per farsi notare: certo, anche Gary Harris resta un prospetto che può avere immediato impatto su squadre che vincono un po’ di più rispetto ai Magic - entrambi assillati dalla domanda: ma cosa ci facciamo esattamente in questa squadra?
“Ti piace vincere facile”, verrebbe da dire citando una nota pubblicità: Ben Simmons resta la chiave per il presente e il futuro di Philadelphia, da mesi costretta in un limbo che in Pennsylvania sperano possa terminare nelle prossime quattro settimane e prima della deadline di mercato - liberandosi così di un peso enorme e provando a ripartire in qualche modo, a prescindere dalla contropartita tecnica
Stesso discorso fatto in precedenza per i Bucks: Phoenix è completa così, ha deciso di non puntare su Smith che in estate diventerà free agent e che ha fatto bene negli ultimi 10 giorni in campo. Scambiarlo potrebbe essere un modo utile per non perderlo a zero tra qualche settimana - un “danno” eventualmente contenuto e un’occasione persa soltanto in minima parte, per una squadra che ha già dimostrato di essere competitiva
A Portland c’è bisogno di una svolta, di una scossa e Jusuf Nurkic - nonostante i limiti atletici e fisici legati anche agli infortuni - resta uno dei giocatori più appetibili dei Blazers (che vogliono tenersi ben stretto Lillard): scambiare lui vorrebbe dire rinnovare il roster, anche perché le cose è difficile che vadano peggio di così
Sacramento non è ancora una squadra in grado di competere per un posto ai playoff e questa è una notizia terribile per una franchigia che manca la post-season da 15 stagioni: un disastro, a partire dal rendimento in picchiata di De’Aaron Fox - che doveva diventare un All-Star e invece è ritornato nella mediocrità. Insomma, per chiunque voglia, i Kings mettono in vendita buona parte del roster: chi busserà alla loro porta?
Scivolato in fondo alla rotazione della squadra texana da settimane, Young è in attesa che gli Spurs trovino l’affare migliore per cederlo: anche nel suo caso è facile dire che non concluderà la stagione a San Antonio, ma sarà interessante seguire le prossime settimane per capire dove andrà a finire
Se parliamo di “separati in casa”, nessuno lo è di più del giocatore sloveno che a Miami ha dimostrato fino a qualche mese fa di poter essere talento di spessore in NBA, ma su cui i Raptors hanno deciso di non puntare: impensabile anche nel suo caso che termini la stagione in Canada, bisognerà soltanto capire quale contropartita si riuscirà a ottenere
Utah è una squadra vincente? Sì, ma non in grado di fare la differenza ai playoff. Per cambiare le cose, meglio compiere variazioni graduali e per quello la partenza di Jordan Clarkson potrebbe essere più facilmente gestibile - provando ad aggiungere altri profili e talenti in uscita dalla panchina per rimpiazzarlo
Pagato davvero a peso d’oro e adesso molto complicato da spostare via trade o da liberare per andare a caccia di profili diversi: Bertans resta un grande tiratore, ma Washington con lui è finita “sotto ricatto” ed è stata costretta a spendere davvero troppo - un prezzo che oggi è costretta a pagare caro