Il nucleo dei veterani e il gruppo più giovane. Si è parlato tanto nel corso dell'anno della doppia anima di questi Warriros, con i leader attorno ai 32-33 anni e le promesse del futuro che ne hanno tra i 19 e i 20. Green, Curry e Thompson raccontano il pericolo di passare per "vecchi"
SAN FRANCISCO - Gli Warriors che tornano in finale lo fanno grazie al prezioso contributo dei tre veterani: Steph Curry, Klay Thompson e Draymond Green. Ma quest'ultimo più che veterano sceglie un'altra parola per definire la sua esperienza: "Sono un vecchietto". O almeno, così lo vedono - dice Green - i suoi compagni più giovani, la nuova generazione di Warriors. "Travis Walton è il mio trainer ma anche uno dei miei migliori amici. L'altro giorno gli ho detto che ogni volta che Jonathan Kuminga mi incontra scoppia a ridere. 'Pensa che tu sia divertente', mi ha detto Trav. Ma io non credo sia così: io credo che lui proprio rida di me. E sapete perché? Perché quando mi vede vede un vecchio, uno che si muove come un vecchio, uno che sembra un vecchio. Il fatto che io sia 'old school' a lui fa ridere, ed è normale che sia così, perché ha solo 19 anni".
Il gap generazionale
Non c'è assolutamente cattiveria nelle parole di Green, ma anzi una lezione di vita imparata da un compagno molto più giovane di lui. "I 19enni di oggi non sono i 19enni di quando avevo io 19 anni. Sono una generazione completamente diversa, tutta un'altra merce, perché il mondo in cui vivono è diversissimo dal mio mondo di 19enne. E allora finisci per imparare da loro, e capisce che non puoi comportarti con loro così come ti comporti con gli altri: devi toccare i giusti bottoni, devi capire come arrivare a loro, come trattarli. Per me ad esempio Jonathan è qualcosa di più di un figlio o di un fratello e capisco che quando ride di me non lo fa perché mi odia ma perché io ho 32 anni, lui 19 e quello che piace fare a me a lui probabilmente non interessa. Ora l'ho capito, e ho capito anche perché mi guarda come se avessi 55 anni: per come mi comporto, per come mi muovo, per come mi vesto".
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Cosa ne pensnao gli altri due "vecchietti": Curry & Thompson
Un problema che, in maniera forse diversa, riguarda anche Steph Curry e Klay Thompson: "A volte mi sento un po' vecchio, sì, ma non voglio pensarci troppo: voglio pensare di essere ancora nel pieno della mia carriera - dice Curry - anche se la forbice di età nella nostra squadra è notevole, tra chi ha 33 anni e chi ne ha 19-20. Le mie giornate [da 34enne] sono diverse dalle loro [da 19enni] ma quello che mi piace dell'essere considerato un 'vecchio' è la possibilità di tramandere degli insegnamenti ai più giovani". "Mi sento un vecchietto solo in termini di saggezza, soprattutto rispetto agli inizi", afferma invece Klay Thompson. Per il resto però no: a 32 anni, nella vita di oggi, sei ancora molto giovane, e penso di avere davanti a me ancora tanti anni super. A fregarci è il fatto che siamo sempre in tv, e la gente ci vede crescere anno dopo anno: e finisce per considerarci vecchi".