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Draft NBA, il figlio di Shaquille O'Neal a caccia di un posto nella lega

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©Getty

Shareef O'Neal, 22 anni e reduce da una carriera collegiale priva d'acuti e piena di infortuni, ha deciso di rendersi eleggibile al prossimo Draft: un patrimonio genetico potenzialmente enorme, che tuttavia non ha messo ancora in mostra i suoi frutti. Ci sarà qualche franchigia che vuole scommettere su di lui?

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Shareef O’Neal, figlio di un padre ingombrante in tutti i sensi quando si parla di pallacanestro come Shaquille O’Neal, avrà l’opportunità nelle prossime settimane di farsi conoscere e magari scegliere da una delle 30 franchigie NBA al Draft del 23 giugno. Stando a quanto riportato da Shams Charania di The Athletic, il ragazzo di 22 anni ha inserito il suo nome tra quello dei giocatori che possono essere selezionati (dopo che nelle settimane scorse c’erano stati alcuni equivoci a riguardo, con Shareef che sembrava intenzionato a tornare al college). Sono già stati programmati diversi workout con delle squadre NBA, oltre agli otto punti e sei rimbalzi di media raccolti nei due match a cui ha preso parte al G League Elite Camp a maggio.

Shareef O’Neal: un figlio d’arte con una carriera collegiale turbolenta

Dal 2018 a oggi, il cammino universitario e cestistico del figlio di Shaq non è stato dei più lineari (nonostante un patrimonio genetico potenzialmente devastante anche a livello NBA). Inizialmente infatti Shareef avrebbe dovuto indossare la maglia di Arizona - scaricata poi a febbraio 2018, in quello che è diventato uno scandalo riguardo il reclutamento di college NCAA di quella stagione su cui ancora si sta indagando (al college arrivò DeAndre Ayton, con telefonate intercettate di coach Sean Miller e molto altro ancora da chiarire). Poi nell’autunno 2018, UCLA: prima stagione saltata a causa di problemi cardiovascolari, con operazione e ritorno in Drew League l’estate seguente - oltre che in amichevole con i Bruins.

 

A metà della stagione seguente - il 14 febbraio 2020 per l’esattezza - Shareef lascia UCLA dopo aver giocato 13 gare ufficiali e raccolto 2.2 punti e 2.9 rimbalzi di media: cifre tutt’altro che impressionati, ma che convincono Louisiana State University (LSU) a puntare su di lui (lo stesso ateneo dove aveva giocato suo padre Shaq). Un infortunio al piede, lo stop causa pandemia e altri disguidi: alla fine sono 14 anche le partite giocate con LSU, raccogliendo sempre meno di tre punti di media. Per questo l’idea che volesse tornare al college per un ultimo anno - filtrata a marzo - sembrava plausibile: ora invece è giunto il momento di provare a fare il grande salto in NBA, provando a dimostrare di poter avere un impatto diverso.

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