Nell'intervista rilasciata a Chris Haynes di Yahoo! Sports, la star dei 76ers ha voluto sottolineare il sacrificio fatto in fase di rinegoziazione contrattuale (ancora da mettere nero su bianco). Sono 15 milioni di dollari a cui ha rinunciato per permettere ai Sixers di rafforzare il roster: "Ora siamo molto più profondi, e con Embiid sono convinto che potremmo arrivare in alto: a questo punto il titolo per me è l'unica cosa che conta"
Sia chiaro, non stiamo proprio parlando di "noccioline": la firma sul nuovo contratto con i Philadelphia 76ers deve ancora arrivare ma porterà nelle tasche di James Harden (uno che in carriera ha già guadagnato quasi 270 milioni di dollari solo in NBA, sponsor esclusi) altri 32 milioni per i prossimi due anni (con la possibilità di uscire dall'accordo già nell'estate 2023). Più dei 32 milioni, però, a far notizia sono stati i 15 che "Il Barba" avrebbe accettato di lasciare sul tavolo pur di permettere ai Sixers - alle prese con i vincoli salariali - di rinforzarsi sul mercato. "Ho parlato a lungo con Daryl Morey [l'uomo a capo del front office di Philadelphia, ndr] e lui mi ha spiegato quant'era il valore di mercato di alcuni giocatori che avrebbe voluto aggiungere a roster. Gli ho detto di firmare chi voleva e di darmi i soldi che gli restavano", ha dichiarato Harden a Chris Haynes, di Yahoo! Sports. "Sono disposto a guadagnare meno se questo ci mette nelle migliori condizioni per vincere", ha aggiunto. "Questo dovrebbe spiegare quanto voglio vincere, quanto voglio competere per l'anello. Vincerlo a questo punto della mia carriera è l'unica cosa che conta".
Le mosse estive dei Sixers, il giudizio di Harden
E così Morey ha fatto: approfittando dello "sconto" ottenuto da Harden, ha messo sotto contratto un veterano preziosissimo come P.J. Tucker (3 anni, 33 milioni di dollari), l'ex Rockets Danuel House (accordo biennale per 8.5 milioni), ha strappato De'Anthony Melton ai Grizzlies e ha firmato l'MVP dell'ultima stagione di G League, Trevelin Queen. Meritandosi gli applausi di Harden: "Oggi siamo molto più profondi, in ogni ruolo, e ne avevamo bisogno. Ora possiamo pensare di far strada anche nei playoff: mi piace come ci accoppiamo alle altre squadre di vertice con questo roster".
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La risposta alle critiche e il rapporto con Embiid
Arrivato a Philadelphia da Brooklyn, dopo sole 21 gare di stagione regolare e un primo turno di playoff vinto contro Toronto è arrivata l'amara eliminazione (4-2) per mano dei Miami Heat. Con essa anche parecchie critiche per Harden, apparso lontano dalla forma dei sui giorni migliori: "Non mi interessa cosa dice la gente: pur non stando benissimo ho viaggiato quasi in tripla doppia di media [21 con 10.5 assist e 7 rimbalzi di media, ndr], cifre che per ogni altro giocatore varrebbero una richiesta contrattuale al massimo possibile. Certo, la gente era abituata a vedermi fare 40, o 30 punti di media, e quindi ha considerato la scorsa stagione un'annata in calo, anche se sono arrivato in corsa e ho dovuto imparare tutto nel giro di soli due mesi". Ora però, assicura Harden, "mi sento molto meglio sia fisicamente che mentalmente e con Joel [Embiid] ci parlo spesso per capire come far funzionare al massimo la nostra intesa. Quando hai due tra i migliori giocatori nei rispettivi ruoli in una stessa squadra è un gran bel punto di partenza per arrivare in alto: e io credo che insieme ce la posiamo davvero fare".