"In fondo non ho saltato né una singola partita né un singolo allenamento. E sono ancora qui". Kevin Durant è stufo marcio che i suoi "mal di pancia" estivi continuino a tenere banco a Brooklyn, e vorrebbe mettersi tutto alle spalle e pensare solo a giocare. "Ho voglia di vedere cosa può fare questa squadra al completo e con un po' di continuità"
In estate la richiesta di cessione dai Nets di Kevin Durant e la sua successiva dichiarazione di sfiducia verso il proprio allenatore (Steve Nash) e il general manager della squadra (Sean Marks) avevano lasciato tutti a bocca aperta, facendo apparire di colpo improbabile il suo ritorno ai Nets per il via del campionato. E invece, a poco più di due settimane dalla prima palla a due, Durant non solo è pronto a scendere in campo con Kyrie Irving, Ben Simmons e compagni ma è pure seccato dal fatto che le sue parole estive generino ancora interesse e spunti polemici. "A un certo punto non possiamo andare avanti e metterci tutto alle spalle? Capisco che è una storia giornalisticamente interessante, e che le polemiche facciano vendere. Ma se andiamo a vedere non ho saltato neppure una partita, o un allenamento, e alla fine sono ancora qui. Spero davvero che quanto successo possa essere messo alle spalle e si possa guardare avanti". Non prima, però, di offrire un'ultima (?) informazione su quanto successo: "Un sacco di cose dette e scritte sui media non erano accurate, ma ora non ho voglia di parlarne e non abbiamo tempo di farlo".
Perché Durant è ancora a Brooklyn e cosa aspettarsi
Ora Durant vorrebbe concentrarsi al 100% sul basket perchè - fa sapere - "se ho accettato di restare qui è perché penso che abbiamo un'ottima squadra. Brooklyn è sempre stata un'opzione, perché qui abbiamo iniziato a costruire qualcosa per il futuro, perché amo i miei compagni e amo giocare al Barclays Center. L'ambiente negli ultimi due anni è stato positivo, e anche se ho avuto dei dubbi sull'atteggiamento e sullo sforzo a volte messo in campo, il mio amore per il gioco è immutato: alzarmi la mattina e venire al lavoro qui mi piace ancora", ha concluso Durant, sperando di mettere così fine alla lunga telenovela estiva (da lui stesso generata) che l'ha visto protagonista. Ora bisogna scendere in campo, e la speranza del n°7 è che i Nets possano finalmente farlo al completo: "Alla fine il punto è che in due anni non siamo mai stati tutti sani: c'era sempre qualcuno ai box, tra i giocatori più importanti. Quando hai oltre 50 milioni di dollari seduti in panchina - penso a Joe [Harris] e Ben [Simmons] ti vien voglia di vedere cosa potrebbe fare questa squadra al completo e con un po' di continuità. Lo scopriremo...", chiude Durant. È l'augurio di tutti.