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NBA, crisi Philadelphia: terzo ko in fila. Rivers: "Non siamo pronti per vincere"

SIXERS
©Getty

Partiti con ambizioni da titolo, i Philadelphia 76ers hanno cominciato la regular season con tre sconfitte in altrettante partite, ricevendo anche i fischi dei tifosi dopo l'ultimo ko in casa contro i San Antonio Spurs. Doc Rivers ha lanciato l'allarme: "Onestamente non siamo pronti a vincere. Ce ne rendiamo conto, perciò c’è molto lavoro da fare"

L’unico momento in tutta la serata in cui i tifosi dei Philadelphia 76ers hanno esultato è arrivato nell’ultimo quarto della sfida interna ai San Antonio Spurs, ma non per merito dei Sixers in campo. Sul jumbotron al centro del Wells Fargo Center, infatti, è arrivato un aggiornamento sul successo dei Phillies, squadra di baseball MLB della città, vincenti contro i Padres e arrivati a una sola vittoria di distanza dalle World Series dopo essere saliti sul 3-1 nella serie. Per il resto, l’unico atteggiamento che hanno avuto è stato di contestazione: i Sixers infatti sono stati accompagnati dai fischi dopo la terza sconfitta in altrettante partite di questo difficile inizio di stagione, battuti anche dagli Spurs alla seconda serata di un back to back arrivando da Indianapolis. E questo nonostante un Joel Embiid in grande spolvero con 40 punti e 13 rimbalzi, a differenza delle prime due gare in cui era sembrato in difficoltà per via di una fascite plantare che ha rallentato la sua preparazione estiva. Per un Embiid tornato ad alti livelli, però, c’è stato un James Harden opposto: dopo due ottime gare individuali per cominciare la stagione, il Barba ha faticato chiudendo con 12 punti e 4/18 al tiro, pur comunque sfiorando la tripla doppia con 9 rimbalzi e 12 assist. Ma mettere assieme una partita completa per questi Sixers, almeno in questo momento, sembra un’impresa titanica.

Rivers lancia l'allarme: "Siamo lenti in attacco e in difesa"

"Ho già affrontato momenti del genere e onestamente non siamo ancora pronti per vincere. Semplicemente non lo siamo. Ce ne rendiamo conto e abbiamo tanto lavoro da fare" ha ammesso coach Doc Rivers, lanciando un allarme e mandando un messaggio ai suoi giocatori. "È un po’ come se nelle prime due partite in cui siamo competitivi ci siamo detti ‘OK, ora le altre le vinciamo facili’. Ma non è così: bisogna andare in campo e guadagnarsi le vittorie. Tuck [PJ Tucker, ndr] lo ha gridato dopo la partita: nessuno ci regalerà nessuna partita". Rivers ha poi commentato i problemi tattici dei suoi: "Difensivamente eravamo lenti, sempre un passo indietro. Offensivamente non troviamo alcun ritmo. Finiamo sempre a tirare negli ultimi secondi dell’azione, che con la squadra che abbiamo non dovrebbe accadere. Voglio vedere più triple, voglio vedere più contropiede, voglio vedere più giocatori nel pitturato. Il motivo per cui non tiriamo di più da tre è quello: non spingiamo in campo aperto perché non mettiamo assieme due azioni difensive buone in fila". Rivers ha anche evidenziato una situazione in particolare per descrivere le difficoltà dei suoi: "Non è una questione di chiarezza dei ruoli, ma di spaziature. Abbiamo un’azione per Joel al gomito dove dovrebbe esserci un solo giocatore in angolo e gli altri tre sul lato debole. Nel finale di gara coi Bucks invece ne avevamo due sul lato forte chiudendogli la via per il canestro, costringendolo a tirare dal palleggio. Entrambe le volte sono stati dei nuovi giocatori a commettere quell’errore, nonostante avessimo provato quell’azione 50 volte in allenamento. Quelle sono le cose che sbagli all’inizio, ma su cui puoi migliorare con il tempo".

BOSTON, MASSACHUSETTS - OCTOBER 18: James Harden #1 of the Philadelphia 76ers reacts during the second half against the Boston Celtics at TD Garden on October 18, 2022 in Boston, Massachusetts. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. (Photo by Maddie Meyer/Getty Images)

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Embiid, invece, ha parlato del problema avuto al piede e di come stia cercando di recuperare: "È cominciato quando eravamo a Los Angeles ed è arrivato dal nulla questo dolore, che con il tempo è peggiorato tanto che non riuscivo più a camminare. Sto ancora cercando di recuperare: arrivando al training camp non avevo potuto fare nulla per due mesi, perciò mi ha rallentato molto. Sto ancora lavorando per tornare al mio livello e spero che tutto torni alla normalità, ma sto bene. Non c’è bisogno di trovare scuse. In difesa dobbiamo essere più connessi: non stiamo difendendo bene, ed è colpa nostra. Ci vorrà del tempo per portare tutti sulla stessa lunghezza d’onda, ma non c’è da preoccuparsi per la partenza lenta. La squadra è piuttosto nuova: troveremo un modo".

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