La seconda scelta assoluta all'ultimo Draft sta recuperando da un grave infortunio al piede, operato per la seconda volta nelle scorse ore e atteso dai Thunder che hanno (in parte) rimandato i loro piani di vittoria anche in funzione del suo rientro: impossibile però rivederlo sul parquet prima dell'inizio della stagione 2023-24
Il progetto degli Oklahoma City Thunder resta a medio-lungo termine, senza l’urgenza di puntare da subito alla vittoria, anche perché uno dei più grandi talenti del roster su cui puntare non è ancora a disposizione. Chet Holmgren infatti - scelta n°2 all’ultimo Draft - continua a fare fisioterapia e lavoro in palestra per recuperare al meglio dopo l’infortunio al piede che lo ha costretto a rinunciare già da questa estate per intero alla stagione NBA 2022-23. Nelle scorse ore i Thunder hanno comunicato che Holmgren è stato sottoposto con successo a una seconda operazione per recuperare al meglio dal problema al piede destro, sottolineando come la timeline del suo rientro non sia modificata e resta fissata sempre al prossimo autunno. Un duro colpo per il giocatore che dopo l’ottima stagione a Gonzaga era partito bene anche in Summer League, viaggiando a oltre 12 punti e quasi otto rimbalzi di media nelle gare estive a Las Vegas.
Che cos’è la frattura di Lisfanc e i tempi di recupero dall’infortunio
Si è tornati quindi a parlare di Holmgren, finito in parte nel dimenticatoio visto che non ha avuto l’occasione di scendere in campo in questi primi 50 giorni di regular season. A fermarlo è stato quello che viene definita la “frattura di Lisfanc”, che prende il nome dal dottore francese che ne studiò la tipologia e la cure aiutando a guarire degli ufficiali della cavalleria transalpina feriti dopo essere caduti da cavallo rimanendo con un piede incastrato nella staffa. Come in ogni tipo di infortunio, a fare la differenza poi è la tipologia esatta di rottura a cui bisogna porre rimedio: in alcuni casi, tenendo il piede immobilizzato, si riesce a recuperare anche nel giro di un paio di mesi evitando l’intervento chirurgico. Nel caso di Holmgren però era previsto che gli interventi fossero due e che il percorso di riabilitazione seguisse queste tappe: non si resta infatti per molto lontano dal campo, ma tra il tornare ad allenarsi e il poter essere sul parquet per una partita c’è un’enorme differenza. Quella che porta a dilazionare i tempi a quasi un anno nel loro complesso.