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NBA, Chicago Bulls sommersi da 150 punti di Minnesota: "Imbarazzante"

NBA
©Getty

I Chicago Bulls hanno subito la quarta peggiore sconfitta nella loro storia venendo battuti sonoramente dai Minnesota Timberwolves, capaci di infliggere loro 150 punti (miglior prestazione di sempre nella loro storia). Dopo la partita i due leader Zach LaVine e DeMar DeRozan hanno alzato la voce per invertire una rotta che vede i Bulls reduci da quattro sconfitte in fila

Di sconfitte, in questa stagione, i Chicago Bulls ne hanno già subite tante. Diciassette, per la precisione, a fronte di sole 11 vittorie: un record a malapena buono per l'undicesimo posto a Est, davanti a squadre che non stanno cercando di vincere (Charlotte e Detroit), che hanno solo recentemente cominciato a farlo (Orlando) o che non sono più in grado di trovare successi (Washington con 10 sconfitte in fila). Eppure la sconfitta di Minneapolis subita stanotte potrebbe essere la peggiore della stagione: un 150-126 che illustra abbastanza laconicamente i problemi di una squadra che ha raggiunto la quarta sconfitta consecutiva, la settima nelle ultime nove gare. Una sconfitta arrivata contro un avversario che non schierava due dei suoi tre migliori giocatori in Karl-Anthony Towns e Rudy Gobert, e che eppure è riuscito a realizzare il massimo nella storia della franchigia con 150 punti. Per quanto riguarda i Bulls solo altre tre volte nella loro storia hanno subito così tanto in una singola partita, con l’ultima gara da 152 punti subiti che risale al 3 novembre 1982, quarant’anni fa.

Dragic senza freni: "Non giochiamo l'uno per l'altro"

La difesa perimetrale dei Bulls, già sospetta di suo al di là dell'assenza seppur pesante di Lonzo Ball, è stata distrutta da D’Angelo Russell (28 punti e 8 assist) e Anthony Edwards (massimo stagionale da 37 con 11 passaggi vincenti), con i T’Wolves capaci di segnare 23 delle 43 triple tentate (era dal 2019 che Chicago non ne concedeva così tante). Dopo la partita, tutti i protagonisti sono stati concordi su una cosa: che i Bulls non stanno giocando minimamente di squadra. "Non giochiamo l’uno per l’altro, è molto semplice" ha detto Goran Dragic, il giocatore più anziano in squadra pur essendo l’ultimo arrivato. "Facile parlare di sacrificarsi, specie quando sono gli altri a doverlo fare. Poi quando uno deve farlo in prima persona la storia cambia. Ma dobbiamo renderci conto che siamo tutti sulla stessa barca: dobbiamo fidarci l’uno dell’altro, proteggerci le spalle, portare un buon blocco, rinunciare a un tiro per uno migliore. Sono questi i dettagli che ci mancano. E in questa lega chiunque può batterti: ce ne stiamo rendendo conto".

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DeRozan: "Non giocavamo contro gli Warriors del 2016..."

Inevitabile pensare che le parole di Dragic siano dirette soprattutto ai due leader della squadra, DeMar DeRozan e Zach LaVine, che per la verità non hanno risparmiato dichiarazioni di un certo peso. "Questa sconfitta dovrebbe esserci di lezione per capire cosa succede quando non sei connesso, quando non giochi di squadra, quando non capisci cosa serve al gruppo per darsi una mano” ha detto DeRozan. "È imbarazzante concedere così tanti punti. Non voglio mancare di rispetto a Minnesota, a non è che stessimo giocando contro i Golden State Warriors del 2016". Anche LaVine non ha nascosto la sua delusione: "Siamo frustrati, noi per primi e anche i tifosi. È stato imbarazzante. Eppure penso che ci siano ragazzi altruisti qui dentro: quando abbiamo unito le forze, tutti noi abbiamo accettato di fare un passo indietro cercando di giocare nella maniera giusta. Se anche posso giocare un uno contro uno, provo a ribaltare il lato per servire un compagno. So che Vucevic spesso ha un mismatch in post, ma gli chiediamo di aprire il campo. E lo stesso vale per DeMar”. Infatti, per la verità, i problemi dei Bulls non sono stati in attacco quanto in difesa: lo stesso coach Donovan, alla prima frase della sua conferenza stampa, ha elogiato lo spirito dei suoi ragazzi nel passarsi il pallone in attacco. "Ma dobbiamo competere a tutt’altro livello in difesa, e tutto comincia con il fatto che i cinque giocatori devono essere connessi. Posso anche chiamare la zona o usare diverse difese del pick and roll, ma se l’agonismo non abbastanza alto, non fa nessuna differenza".

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Mercato: tankare per tenere la scelta al Draft?

Parole di un gruppo che sembra sull’orlo di collassare, e che porterà la dirigenza a dover prendere delle decisioni. Attualmente Bulls hanno il settimo peggior record della NBA, ma potranno tenere la loro scelta al Draft 2023 solo se sarà nelle prime 4. Con il pezzo pregiato Victor Wembanyama che promette di cambiare il volto della franchigia che avrà la fortuna di vincere la prima scelta assoluta, per i Bulls potrebbe presto arrivare il momento di dichiarare fallito questo progetto e ricominciare da capo, sperando di tenersi la propria scelta e di non doverla dare agli Orlando Magic. Per questo il resto della NBA guarda con estrema attenzione quello che accadrà a Chicago da adesso in poi: se la situazione drammatica dovesse protrarsi fino a febbraio, tutti i membri del roster (da LaVine, che non può essere scambiato fino al 15 gennaio, a DeRozan in giù) potrebbero cambiare maglia a stagione in corso. Forse, a pensarci bene, sarebbe un bene per tutti.

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