Flavio Tranquillo ha commentato il record raggiunto da LeBron James, diventato nella notte il miglior realizzatore ogni epoca della NBA. Dalla prima copertina di Sports Illustrated fino al suo impegno sociale, James nel tempo è diventato un "personal brand" a tutto tondo, con una differenza forte rispetto a Michael Jordan: la politica
"I punti totali segnati in carriera sono l'ultimo parametro per misurare la grandezza di LeBron James", dice Flavio Tranquillo. Perché non servono certo quelli a consacrare un campione unico innanzitutto per longevità ("Qui abbiamo decisamente esagerato"). Perché sono passati 21 anni da quel febbraio 2002 in cui Flavio Tranquillo "in un'edicola dell'aeroporto di Philadelphia" ha in mano il numero di "Sports Illustrated" col famoso titolo, "The Chosen One", ma sono tanti i flash che si accavallano nella memoria di Tranquillo: "Ad esempio i 48 punti in gara-5 sul campo dei Detroit Pistons, quando Reggie Miller in tv dice: 'In una notte questo è diventato la faccia di questa lega', ed è incredibile che lo sia ancora oggi", aggiunge "The voice". Che poi analizza LeBron James come "personal brand" - come era successo prima di lui a Michael Jordan - prima di lui, che vuol dire essere una superstar ma anche uomo di famiglia, entertainer, eroe pop ma, nel suo caso, anche personaggio politico.
E questo lo differenzia da chiunque altro, e la data di svolta è il 2008 (e Tranquillo spiega perché). "Nel futuro sarà un soggetto politico - assicura - volente o nolente. Che sia il presidente degli Stati Uniti o il sindaco di Akron è irrivelante, ma l'impatto che potrà avere sulla comunità da cui proviene ci darà un nuovo motivo di celebrarlo ancora. Tra qualche anno però", chiosa Tranquillo. Perché LeBron ha tutte le intenzioni di restare ancora (a lungo?) un giocatore NBA.