Kobe Bryant è stato convocato a 18 All-Star Game nella sua carriera, ne ha giocati 15 e in quattro occasioni (nel 2002, nel 2007, nel 2009 insieme a Shaq e poi ancora nel 2011) è stato votato anche MVP della manifestazione. A Salt Lake City tanti suoi ex compagni e avversari non hanno perso l'occasione per mantenere vivo il suo ricordo, ancora indelebile nella mente di tutti i tifosi NBA
Kobe Bryant non può più essere bordocampo a un All-Star Game, o a una partita NBA, ma questo non impedisce ai suoi ex compagni e/o avversari (e alla lega stessa) di continuare a mantenere vivo il suo ricordo. È successo anche a Salt Lake City, durante l'ultimo All-Star Game: prima ci ha pensato la WNBA, insieme a Pau Gasol, e poi anche LeBron James e Jayson Tatum, il fresco MVP della partita delle stelle. Gasol, a lungo compagno di Kobe e uno dei suoi migliori amici, ha ricevuto nel weekend il WNBA Advocacy Award intitolato a Kobe & Gigi Bryant per il suo contributo all'avanzamento del basket femminile (premio andato lo scorso anno a Chris Paul). "Sono felice che sia stato scelto lui - ha commentato Vanessa Bryant - perché ha fatto sempre tantissimo per promuovere il ruolo delle donne nello sport e perché ha molto a cuore un messaggio di eguaglianza, che era importantissimo anche per Kobe e per Gianna".
Prima della partita, poi, LeBron James ha salutato calorosamente le figlie di Kobe e Vanessa presenti alla partita, Natalia (ormai ventenne), Bianka (6 anni) e Capri (3), mentre alla sirena finale, dopo aver incassato il premio di MVP della gara - premio intitolato proprio a Bryant - anche Jayson Tatum ha voluto ricordare uno dei suoi avversari più amati: "Vincere questo premio, intitolato a lui, per me significa tantissimo. Tutti sanno che significato abbia avuto Kobe nella mia vita: è stato il mio giocatore preferito, il mio idolo. Considero un onore poter portarmi a casa questo trofeo".
