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NBA, Rudy Gobert non ci sta e attacca gli arbitri: "Non vogliono Minnesota ai playoff"

NBA
©Getty

Anche il centro dei T'Wolves si iscrive alla lunga lista di giocatori che hanno lamentato la scarsa uniformità di giudizio da parte degli arbitri in questo concitato finale di regular season - in cui ogni singola vittoria o sconfitta puà cambiare le sorti playoff di una franchigia. Spiega Gobert: "Sono in NBA da 10 anni: questi comportamenti non sono corretti"

Golden State, Sacramento e poi Phoenix: un trittico di sfide delicatissime per Minnesota, a caccia di un posto al play-in e sognando magari di arrivare a prendersi uno degli ultimi piazzamenti utili per accedere direttamente ai playoff senza dover giocare partite aggiuntive. Un momento di grande tensione e stress, con l’ultimo match perso contro Phoenix che ha lasciato delle scorie non solo fisiche, ma anche mentali sulla squadra - convinta di essere stata penalizzata, stando a quanto sottolineato da un Rudy Gobert a rischio multa: “Non è giusto, l’arbitraggio non è stato corretto. Ogni notte con noi e sempre così, sono in NBA da 10 anni e cerco sempre di concedere il beneficio del dubbio a chi dirige le partite, ma è complicato non pensare che abbiano cercato di favorire i Suns contro di noi. Mi viene difficile non creare che contro gli Warriors non sia successo lo stesso, o con Sacramento (entrambe partite poi vinte da Minnesota, ndr). Non dico nulla di nuovo, è evidente a qualsiasi giocatore di pallacanestro: sto qui da tanto tempo, conosco bene questi atteggiamenti e sono deprecabili”.

Parole durissime per sottolineare la disparità di tiri liberi tentati con Phoenix - squadra che più volte ha lamentato in passato la stessa cosa: 27 viaggi in lunetta per i Suns, 12 per i T’Wolves. In particolare poi Gobert intendeva soffermarsi riguardo alla valutazione data dagli arbitri nei confronti dei suoi blocchi irregolari che ne hanno limitato la presenza sul parquet, portandolo nel giro di poco a cinque falli commessi: “Non erano dei blocchi fatti male”, spiega in sua difesa coach Finch. “Giocate fisiche, così come quelle di Kevin Durant che gli ha piantato il gomito in faccia più volte”. Insomma, mai come in questa regular season tutti continuano a puntare il dito contro gli arbitri - non trovando forse capro espiatorio migliore quando le cose non vanno per il verso giusto.

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