Nella serata in cui pareggia il suo massimo in carriera ai playoff con 45 punti (dando ai suoi Sixers l'1-0 nella serie su Boston e il vantaggio del fattore campo) James Harden stupisce anche per il colore delle scarpe con cui scende in campo. Ma è il suo gioco ad attirare le attenzioni di tutti: "È un Hall of Famer - dice di lui Doc Rivers - e invece di lui si parla sempre per altri motivi"
No Embiid? No problem. Facile dirlo ora, dopo una gara-1 dominata dal "Barba", che ha messo la sua firma in calce alla prima vittoria nella serie con 45 punti che pareggiano il suo massimo ai playoff e regalano ai Sixers anche il fattore campo. "Era da un po' che non mi sentivo così ispirato", ammette il n°1 di Philadelphia. Qualcuno dice merito delle sue (vistose) scarpe, di color rosa shocking - le Harden Vol 7, la sua signature line - con cui ha calpestato il parquet del TD Garden. "Ho giocato in maniera aggressiva tutta la sera, mi son preso i tiri che volevo. So di essere capace di giocare in questo modo ma è stato bello segnare questi tiri e dare alla mia squadra una chance di vincere". E i Sixers gara-1 l'hanno vinta proprio con una delle sette triple di Harden, quella presa (e segnata) a 8.7 secondi dalla fine in faccia a Horford. "Sono uscito dal blocco chiedendomi se sarebbero arrivati a raddoppiarmi. Quando ho visto che non lo avrebbero fatto, ho pensato: 'Bene, mi gioco l'uno-contro-uno', sapendo che è quello su cui lavoro ogni giorno. L'importante era prendersi il miglior tiro possibile: ed è quello che ho fatto". Il primo a essere felice per la super gara di Harden è il suo allenatore, Doc Rivers: "Una gara del genere fa capire quello che sa darci ogni sera: James è un Hall of Famer eppure di lui si parla sempre per altri motivi. Stasera è stato fantastico".
Harden e un ruolo che cambia quando non c'è Embiid
E a sentirsi sottovalutato forse è Harden stesso, che infatti dopo la sirena finale sottolinea: "Non ho bisogno di lanciare messaggi, il mio allenatore e miei compagni per tutto l'anno mi hanno chiesto di agire da facilitatore e passare il pallone a Joel [Embiid] ogni volta che era necessario. Stasera però Joel non c'era e allora toccava a me essere aggressivo: non è che non sappia farlo - l'appunto di Harden, uno che per tre volte ha vinto il titolo di miglior realizzatore NBA - è che oggi il mio ruolo per questa squadra è questo. Stasera era diverso e se mi viene chiesto di segnare so come fare. E a essere sinceri, non credo ci siano in giro tanti giocatori capaci di dire - e fare - lo stesso". Molto indicativo anche il modo in cui Harden ha indirizzato i suoi compagni in festa verso lo spogliatoio appena terminata gara-1. "Siamo venuti qui per questo, per vincere. Gli ho detto di non essere troppo contenti, ma di mantenere il maggior equilibrio possibile: in fondo è questo quello che ci dobbiamo aspettarci noi per primi da noi stessi". Parole da leader, in attesa del rientro di Embiid.