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NBA, coach Malone: "Jokic superstar altruista: mi ricorda Tim Duncan"

NBA
©Getty

Un viaggio nei primi anni della scoperta - da parte dell'allenatore di Denver - del talento di Sombor. La prima sfida contro Tim Duncan, in trasferta, da rookie ("Lì mi si è accesa la lampadina") e la gara a Dallas in cui Malone ha capito che non era più possibile tenere in panchina il suo centro serbo

I Denver Nuggets sono alla prima finale della loro storia, e Michael Malone sa che il principale responsabile di questo risultato storico è il suo n°15, Nikola Jokic. "Dico sempre che non ho avuto la possibilità di allenare Tim Duncan, ma Nikola mi ricorda proprio Duncan: due superstar altruiste. Per Nikola, così com'era per Tim da quello che ho sentito, non si tratta mai di una questione personale: non vuole che la gente guardi solo lui, quanto è forte - anzi, è quasi imbarazzato da questo tipo di attenzione. Jokic non cerca di essere nessun altro se non Jokic: un giocatore che gioca per i Denver Nuggets, che vuol fare di tutto per far vincere la sua squadra, con classe e in maniera professionale. Lui non viene mai al primo posto: e questo è raro". Passano pochi secondi, e allo stesso tavolo si siede proprio Jokic, che sul paragone con l'ex n°21 degli Spurs conferma: "Sì, ho provato a modellare il mio gioco su quello di Tim Duncan, una delle più forti ali grandi di tutti i tempi. Quando l'ho incontrato non era già più giovane, eppure faceva tutto con apparente facilità - credo di aver subìto i 20 punti fatti con più naturalezza della mia carriera. Credo sia un ottimo giocatore da prendere ad esempio". 

Malone su Jokic: "Quando mi si è accesa la lampadina"

E da uno scontro diretto - il primo della loro carriera - con Duncan arriva anche la prima illuminazione di coach Malone sul talento serbo chiamato con la n°41 al Draft di pochi mesi prima. "C'è stata una partita a San Antonio, nel suo anno da rookie, in cui ha messo assieme cifre pazzesche: 25 o 26 punti, qualcosa come 12 o 13 rimbalzi, 6 o 7 assist. Contro Tim Duncan [le cifre esatte sono 23 punti e 12 rimbalzi, ma senza assist, ndr]. È in quel momento che mi si è accesa la lampadina: non solo ha fatto quello che ha appena fatto, ma l'ha fatto in trasferta, giocando contro quel tipo di avversario [Duncan] nella squadra allenata da quel signore [Popovich]. Questo ragazzo ha davvero una chance di essere speciale, ho pensato". 

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Mai più riserva

Poi coach Malone ricorda un altro momento chiave, nel suo viaggio da allenatore di Nikola Jokic. "Ricordo benissimo la data: 12 dicembre 2016, una trasferta a Dallas. Stavamo ancora cercando di far giocare assieme Jusuf Nurkic, il nostro titolare, e Nikola, che partiva dalla panchina". Solo che la "riserva" Jokic quel giorno tira 10/12 dal campo, 7/7 ai liberi, cattura 11 rimbalzi e chiude con 27 punti in neppure 27 minuti. "Da quel giorno è diventato titolare", conclude Malone. E non si è più fermato, verrebbe da dire. Due titoli di MVP NBA e ora il suo primo assalto all'anello NBA. To be continued