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NBA, Evan Fournier dopo un anno di panchina: "Volevo sputare in faccia a tutti"

NBA
©Getty

Nella passata stagione Evan Fournier ha giocato solamente 27 partite, finendo fuori dalla rotazione di coach Tom Thibodeau a novembre senza più essere reinserito se non per brevi contingenze di infortuni. Un anno orribile che il francese non intende ripetere, come ha spiegato sfogandosi in un'intervista in patria con l’Equipe: "Se non venissi scambiato sarebbe come spararmi, sarebbe un disastro per la mia carriera"

Capita molto spesso che i giocatori europei, una volta tornati da questa parte dell’oceano, usino i media del proprio paese per sfogarsi se le cose non vanno bene in NBA. L’ultimo di questa lunghissima lista è Evan Fournier, che parlando con l’Equipe in Francia ha sfogato tutta la sua frustrazione per il peggior anno della sua carriera. Il francese ha disputato solamente 27 partite per i New York Knicks in tutto l’anno pur non avendo mai problemi di infortuni, finendo fuori dalla rotazione a novembre senza più essere schierato da coach Tom Thibodeau se non per rare occasioni e per mancanza di alternative. Ciò nonostante Fournier non è stato scambiato perché i 19 milioni del suo contratto (con team option per la prossima stagione alla stessa cifra) possono tornare utili per uno scambio per una superstar alla quale i Knicks puntano senza farne grosso mistero. Ma per lui l’attesa è snervante e spera di essere scambiato in fretta: "Se non dovessi essere ceduto sarebbe come spararmi. Devono scambiarmi, non c’è altra possibilità. Altrimenti rimarrei bloccato, e così anche loro: hanno diversi giocatori con contratti importanti che sono arrivati, perciò devono lasciarmi andare a meno di pagare una luxury tax folle… Se rimanessi sarebbe un disastro per la mia carriera dal punto di vista cestistico. Posso gestire un anno senza giocare, ma due sarebbe terribile".

Fournier racconta il suo anno e il non-rapporto con Thibodeau

Fournier ha anche spiegato come ha vissuto l’ultima stagione e come ha provato a impiegare il tempo a disposizione: "Ti viene voglia di sputare in faccia a tutti. Ho sentito l’odio crescere dentro di me. Derrick Rose e io ci guardavamo e ci dicevamo: 'Cosa diavolo ci facciamo qui?'. Durante le partitelle giocavamo con gli ultimi della panchina. Davvero momenti brutti. Quando ho capito che la situazione non sarebbe cambiata, me la sono presa con più calma: mi sono concentrato su me stesso e non ho più permesso che la situazione esterna mi facesse del male. Ho fatto sessioni di cardio tre volte a settimana, pesi due volte a settimana, moltissimo lavoro di viaggio e analisi di situazioni con l’assistente allenatore Daniel Brady". Già, l’allenatore: pur senza andare nel dettaglio, Fournier ha fatto intendere anche qual è la sua opinione di Tom Thibodeau: "Non ho niente da dire sul nostro rapporto perché non ne abbiamo uno. Quando mi ha tolto dal quintetto mi ha detto solo che voleva provare qualcosa di diverso. Poi alla prima partita in trasferta mi ha detto che sarei rimasto fuori dalla rotazione, e ciao”, chiudendo proprio con la parola italiana.

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