Mondiali basket, Carlik Jones pareggia il record di Kukoc e trascina il Sud Sudan a Parigi

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Sulla storica qualificazione alle Olimpiadi del Sud Sudan c’è la firma di Carlik Jones, playmaker in forza ai Chicago Bulls nella passata stagione che ha trascinato le “Bright Stars”. Nella partita decisiva contro l'Angola ha chiuso con 26 punti, 7 rimbalzi e soprattutto 15 assist, pareggiando il record nella competizione detenuto nientemeno che da Toni Kukoc. E negli spogliatoi a guidare la festa è il presidente della federazione Luol Deng

Il Sud Sudan ha fatto la storia: alla sua prima partecipazione ai Mondiali, la squadra della federazione nata solamente un decennio fa è riuscita a qualificarsi per le Olimpiadi di Parigi come squadra africana meglio piazzata in classifica, approfittando del ko dell’Egitto contro la Nuova Zelanda. Un risultato straordinario per uno degli stati più poveri al mondo e ottenuto grazie a uno scrupoloso lavoro di scouting da parte dell’ex All-Star NBA Luol Deng, capo della federazione e guida dell’intero movimento. A guidare le “Bright Stars” in campo è stato invece Carlik Jones, playmaker nato a Cincinnati ma naturalizzato sudanese per discendenza, assoluto mattatore delle partite giocate dalla nazionale. Nelle cinque gare disputate Jones ha chiuso con 20.4 punti di media (nono miglior realizzatore del torneo), ma è soprattutto servendo i compagni che ha fatto il vuoto, viaggiando a 10.4 assist di media (52 assist totali a fronte di sole 9 palle perse) e inanellando tre gare da 10 o più passaggi vincenti come non era mai successo nella storia della competizione. Nella partita decisiva contro l’Angola, vinta di 23 dal Sud Sudan per assicurarsi il biglietto verso Parigi, oltre a 26 punti e 7 rimbalzi Jones ha distribuito ben 15 assist, pareggiando il record in singola partita della competizione detenuto nientemeno che da Toni Kukoc nel lontano 1994 contro la Cina. Prestazioni che potrebbero valergli anche maggiore interesse in futuro, se non dalla NBA (dove comunque le sue dimensioni ridotte possono essere problematiche) quantomeno da squadre di Eurolega.

Deng e Ivey guidano la festa negli spogliatoi

Dopo aver regolato l’Angola, Jones e compagni hanno dovuto attendere la fine del match dell’Egitto per festeggiare, dato che gli egiziani entravano nell’ultimo giorno di partite con lo stesso record (due vittorie e due sconfitte) e un punto di vantaggio nella differenza canestri. L’Egitto però non solo non ha battuto la Nuova Zelanda di 22 lunghezze, come sarebbe stato necessario per pareggiare il +23 del Sud Sudan, ma ha addirittura perso contro i neozelandesi, dando così il via alla festa sudanese. A guidarla è stato proprio Luol Deng, che in un video condiviso dall’account della competizione si vede gridare “DOV’È CHE ANDIAMO?” ai suoi giocatori per sentirsi rispondere “PARIGI” mentre ballano e cantano, con anche il capo allenatore Royal Ivey (ex giocatore NBA e ora assistente di Ime Udoka agli Houston Rockets, oltre che ex compagno di Deng al liceo) scatenato con i suoi ragazzi.

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