NBA, 22 giocatori di massimo 22 anni destinati a cambiare il gioco. CLASSIFICA
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"The future is now" è uno slogan a volte abusato ma per questo gruppo di giocatori (nessuno ha ancora compiuto neppure 23 anni) la stagione che va a iniziare potrebbe essere quella consacrazione. Ci sono ex rookie dell'anno e nuovi candidati al premio, ma anche giocatori già di grande esperienza (anche internazionale) che possono esplodere definitivamente. "Bleacher Report" ha provato a metterli in ordine
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- Tutto quello che potrebbe servirgli per esplodere è un posto in quintetto (e i minuti di un titolare). Già oggi uno dei migliori stoppatori NBA, piace anche per la mobilità difensiva che gli permette di tenere i piccoli sui cambi
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- Realizzatore cinque stelle, sotto coach Udoka dovrà alzare il suo impegno difensivo, spesso discutibile. L'arrivo di un vero playmaker come VanVleet a Houston lo libera di compiti di regia/creazione: e potrebbe scatenare l'attaccante che c'è in lui
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- Gli manca il tiro da fuori, ma su quello in NBA si può lavorare. Resta un corpo di due metri, con un atletismo fuori dalla norma, ottime doti di trattamento di palla, buone visioni di gioco e la preziosissima capacità di cambiare su più ruoli difensivamente
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- A quell'altezza (2.08) non sono in tanti alla sua età a sapere tanto stoppare quanto aprire il campo col tiro da fuori (anche da tre punti). Versatile difensivamente, in attacco potrebbe anche lui approfittare moltissimo dell'arrivo di un vero regista come Fred VanVleet
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- L'attacco al momento certo non incanta, ma quello che sa fare in difesa basta e avanza: stoppa già a livello di élite NBA e la sua sola presenza a centro area fa cambiare un sacco di parabole di tiro agli avversari. Ha giocato poco al Mondiale ma l'esperienza con Team USA gli tornerà utile
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- Non si è visto ancora moltissimo di questo prospetto dei Blazers, che può far ancora in tempo a deludere ma che se esplode invece potrebbe essere uno spettacolo. Le doti di salto ricordano quelle di Vince Carter (!), a suo agio col tiro dal palleggio, deve migliorare trattamento di palla e difesa
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- Già oggi è un giocatore da oltre 20 punti nella NBA, micidiale da fuori (2.7 triple segnate a sera con il 43.4%) e in campo aperto. Può migliorare nel playmaking (soprattutto se Harden dovesse andar via) e nelle fasi difensive del suo gioco, ma la stoffa del campione c'è
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- Le prime due stagioni NBA le ha chiuse entrambe con almeno 14 punti, 7 rimbalzi e 6 assist (gli altri a riuscirci? Oscar Robertson, Magic Johnson, Grant Hill, Ben Simmons e Luka Doncic). Passatore sopraffino di 2.05, da rimbalzo fa nascere subito la transizione, dove è al meglio: meno bene a difesa schierata, col tiro da fuori e in difesa, ma il talento dell'australiano è tutto da vedere
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- Orlando si è ritrovata con una seconda stella in ascesa (oltre a Banchero) e l'esperienza estiva ai Mondiali, conclusa da protagonista con l'oro, non può che averlo fatto maturare. Può migliorare il tiro da tre, ma già oggi sa gestire un attacco NBA palla in mano e difensivamente è tra i migliori dei Magic
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- Il rookie dell'anno 2022 è un difensore straordinario, fisico e versatile, e in attacco ha la visione di gioco per poter giocare anche da creatore di gioco dall'alto dei suoi 205 centimetri. Il tiro - dopo due anni nella lega - ancora non c'è, e questo preoccupa
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- Chi dà importanza alle indicazioni estive, giura che Cunningham sarà in corsa per il premio di giocatore più migliorato. Deve migliorare il tiro da tre (sotto il 31%) ma il resto del suo gioco sembra già avere una completezza invidiabile per la sua età. Non è appariscente, ma è tremendamente efficace: giocatore dal buono IQ
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- Da matricola solo Magic Johsnon ha chiuso una stagione con almeno 14 punti, 4 rimbalzi e 3 assist ma anche il 60% di percentuale reale. La versatiltià è forse la sua arma migliore, tanto in attacco che in difesa, dove può sfruttare un'apertura di braccia che copre 218 centimetri
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- Già incoronato rookie dell'anno nel 2021, è uno dei giocatori più spettacolari della lega grazie a una combinazione di visione di gioco, creatività palla in mano, capacità di palleggio e tiro senza limiti. Deve salire di colpi in difesa e, soprattutto, deve dimostrare di poter essere il leader di una squadra vincente: dare spettacolo è giusto, ma lo scopo del gioco è vincere
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- C'è chi è convinto che a fine anno sarà lui (e non Wembanyama) il rookie dell'anno. Torna in campo dopo aver saltato tutta la scorsa stagione, ma ha già dimostrato nelle summer league di poter essere stoppatore tremendo e giocatore capace di aprire il campo con il tiro da tre - e a 2.13 non sono in tanti ad abbinare queste caratteristiche. Ottima visione di gioco, può agire da playmaker secondario
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- Il suo nome è già stato incluso nel secondo quintetto difensivo della lega, e prima o poi il lungo dei Cavs potrà competere per il premio di difensore dell'anno. Solo che ha le potenzialità anche per segnare 20 punti a partita, andare in doppia cifra a rimbalzo e soprattutto distribuire 5 assist a sera, vista l'ottima visione di gioco e l'intelligenza nelle letture
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- La NBA prima di lui aveva visto solo 8 matricole terminare la stagione d'esordio (celebrata con il premio di rookie dell'anno) con almeno 20 punti, 6 rimbalzi e 3 assist e mezzo a sera. Grande IQ, capacità di giocare sempre al suo ritmo, buone letture, può creare dal palleggio più di quanto possa (oggi) tirare da fuori, aspetto ancora da migliorare. Così come la difesa. Ma c'è tempo
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- I Mondiali hanno dimostrato tutto il potenziale offensivo di Edwards. Nelle parole di coach Kerr, la star dei T'Wolves "è sinceramente convinto di essere sempre il miglior attaccante in campo" e un'annata (la terza nella lega) a 24.6 punti, 5.8 rimbalzi e 4.4 assist dimostra che sa fare di più oltre che segnare. Già consacrato All-Star, deve migliorare nella continuità dello sforzo difensivo e nelle scelte di tiro
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- Il potenziale di questo teenager è fuori scala: "Se tiene fede alle aspettative, cambia la storia della pallacanestro", hanno detto di lui. I suoi 223 centimetri abbinati a un ottimo tempismo ne fanno un candidato al trono di miglior stoppatore NBA, ma "Wemby" sa creare in attacco, per sé (anche da tre) e per gli altri (grande visione di gioco) potendo evoluire sia da "5" che da "4", dove sembra voglia utilizzarlo maggiormente coach Popovich