NBA, Lillard a ruota libera: "Sono meglio di Curry, con Portland ho chiuso"

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In due lunghe interviste concesse al "It Is What It Is Show" e al podcast "Back on Figg", la stella dei Blazers ha detto di sentirsi il migliore di tutti quando scende in campo. E Lillard ha parlato a ruota libera di molti altri argomenti, tra cui la sua richiesta di lasciare Portland e andare a giocare nei Miami Heat

Mancano meno di due settimane al training camp dei Blazers che, come da consuetudine in NBA, verrà precedeuto dal media day dedicato a interviste e conferenze stampa con tutti i protagonisti a disposizione delle varie testate. Inutile nascondere che quest'anno, a Portland, la data prevista per il confronto della squadra con i media rappresenti uno snodo cruciale, essendo in qualche modo l'approdo di una lunga estate trascorsa all'insegna della saga Damian Lillard. Voci autorevoli danno in forte intensificazione le trattative che riguardano il possibile addio al playmaker e la destinazione preferita dal diretto interessato, Miami, non è un mistero da tempo. Lillard, tuttavia, sembra aver in qualche modo voluto accelerare i tempi e, in attesa di capire con che maglia si presenterà di fronte a microfoni, taccuini e telecamere a inizio ottobre, si è concesso due lunghe chiacchierate a ruota libera al "It Is What It Is Show" e al podcast "Back on Figg". La stella dei Blazers si è espressa su diversi temi, dalla polemica estiva che ha coinvolto l'oro olimpico Noah Lyles e l'NBA ("Per me i campioni NBA sono i campioni del mondo, prendi la miglior squadra della NBA e falla giocare in qualsiasi altro campionato, vincerebbe a mani basse") fino alle scelte di vita e carriera dei colleghi ("Capisco perché Kevin Durant ha fatto ciò che ha fatto, ma io non sarei mai andato agli Warriors nel 2016 perché non vorrei mai giocate al fianco di chi mi ha appena battuto").

Nessuno meglio di me, nemmeno Steph

"I tre migliori avversari contro cui ho giocato? Steph Curry, Kyrie Irving e Russell Westbrook", Lillard non ha mostrato dubbi su quali fossero i playmaker più talentuosi contro cui ha giocato, così come non ha mostrato dubbi quando gli è stato chiesto se Curry fosse meglio di lui: "Penso che nessuno sia meglio di me, sono il miglior playmaker della NBA". La conversazione, come prevedibile, è poi scivolata sul rapporto con Portland e sulla direzione presa dalla franchigia: "Non mi sono sentito offeso quando hanno scelto Scoot Henderson, cioè un altro playmaker, al Draft, era il miglior giocatore disponibile a quella posizione". Lillard ha poi concluso affermando che "In un mondo perfetto trascorrerei tutta la mia carriera con i Blazers, ma mi sembra ormai evidente che abbiamo preso strade diverse".

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