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NBA, Jusuf Nurkic: "Non capisco l'ossessione americana per le armi"

NBA

Durante le interviste di rito al Media Day di Phoenix, l'ultimo arrivato in casa Suns ha sentito l'esigenza di esprimersi su un tema molto delicato come quello del controllo delle armi. E Nurkic, prendendo spunto da una domanda in partenza molto più frivola, non ha nascosto il suo disappunto per ciò che ha visto e che continua a veder succedere, soprattutto tra i più giovani, negli Stati Uniti

 

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Jusuf Nurkic si presentava al Media Day dei Phoenix Suns letteralmente da ultimo arrivato, visto che meno di una settimana prima il centro bosniaco vestiva ancora la maglia dei Blazers. Coinvolto nella complessa trade che ha portato Damian Lillard a Milwaukee e Deandre Ayton a Portland, Nurkic si è presentato alla stampa locale e ai suoi nuovi tifosi con un candore e un coraggio per molti versi inatteso. Nel rispondere a una domanda in teoria del tutto frivola e riguardante le cose che, dopo quasi un decennio trascorso negli Stati Uniti, ancora non capiva dello stile di vita americano, Nurkic si è lanciato in una riflessione su un tema delicatissimo come quello del controllo delle armi. "Non ho ancora capito perché tutti abbiano così tante armi, non lo capisco perché credo che i bambini dovrebbero essere più sicuri a scuola. Personalmente, anche quando vedo delle pistole giocattolo sui social media o a scuola, penso che sia una cosa negativa". Il neo acquisto dei Suns ha poi proseguito sostenendo che "A volte è impossibile controllare certe cose a livello mediatico e sulle piattaforme social, ma io credo che se vogliamo provare a lasciare un mondo migliore per i nostri figli, allora quel mondo dovrà per forza essere senza pistole". Non contento, Nurkic, forse ignaro di essere arrivato in uno degli stati americani in cui la diffusione delle armi è tra le più capillari, ha quindi concluso la sua risposta ampliando ulteriormente il discorso: "Tutte queste guerre in giro per il mondo non fanno bene a nessuno, di certo non lo fanno per le persone che le devono subire e che spesso perdono la vita senza ragione. La guerra non porta a niente, solo tristezza e dolore. Io penso che in futuro, soprattutto per i bambini, l'America e il resto del pianeta dovrebbero diventare posti migliori dove vivere".