Mercato NBA, perché Miami non ha voluto Bradley Beal? Il motivo

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Nel corso dell’estate i Miami Heat non sono riusciti ad arrivare né a Damian Lillard né a Jrue Holiday, finiti alle loro principali rivali della conference. Su Bradley Beal, invece, pare che la decisione sia stata della franchigia della Florida, che ha preferito puntare su Tyler Herro non ritenendo l'All-Star un "upgrade" rispetto al proprio giovane

Non è stata un’estate semplice per i Miami Heat, almeno sul mercato. I vice-campioni in carica hanno prima perso sul mercato dei free agent pedine importanti come Gabe Vincent e Max Strus, titolari nell’ultima cavalcata ai playoff, e successivamente non sono riusciti ad arrivare ai loro grandi obiettivi, a partire da Damian Lillard (che aveva detto esplicitamente di voler andare a South Beach) per poi passare a Jrue Holiday. Oltretutto gli Heat hanno visto i due giocatori accasarsi alle loro principali rivali della conference, vale a dire Milwaukee e Boston, rendendo ancora più complicata la corsa verso il ritorno alle Finals. Tra gli obiettivi "mancati", però, non c’è Bradley Beal: la stella di Washington, accasatosi in estate ai Phoenix Suns, non è mai stato davvero preso in considerazione da Miami, almeno secondo quanto riportato dal giornalista Zach Lowe di ESPN. "Da quello che ho sentito, gli Heat hanno analizzato la situazione e hanno detto 'Non crediamo che Bradley Beal, che è di sette anni più vecchio di Tyler Herro, valga 30 milioni di dollari in più di lui. Semplicemente non è un miglioramento che vale la pena'". Una valutazione tecnica ed economica, dunque, nonostante poi il prezzo pagato da Phoenix (Chris Paul, Landry Shamet, due “pick swap” e tutte le seconde scelte possibili) non sia sembrato così esorbitante. Da questa ricostruzione manca però un tassello: Beal infatti aveva ha "no-trade clause" nel contratto, quindi non può essere scambiato senza il suo consenso. Siamo sicuri che a lui la destinazione di South Beach sarebbe piaciuta?