Nonostante un avversario pieno di assenze e alla seconda partita in due giorni, i Detroit Pistons hanno comunque perso in casa contro gli Utah Jazz allungando la loro striscia di 25 sconfitte in fila, a -1 dal record su singola stagione nella storia della NBA. I tifosi esasperati a fine partita hanno contestato la proprietà, cantando "Sell the team" e indossando ironicamente dei sacchetti di carta per coprirsi gli occhi. "Questa fa più male" ha ammesso coach Monty Williams dopo il match
Sembrava tutto apparecchiato per spezzare la maledizione: non solo i Detroit Pistons giocavano in casa e avevano tre giorni di riposo alle spalle, ma gli Utah Jazz avversari di serata, oltre a non essere granché in trasferta (2 vittorie su 15 partite prima di stanotte) erano anche in back-to-back arrivando da Cleveland e privi di mezza squadra, tra cui tre titolari come Lauri Markkanen, Jordan Clarkson e Keyonte George e un membro chiave della panchina come Talen Horton-Tucker. Quale migliore occasione allora per interrompere la striscia di sconfitte più lunga nella storia della franchigia? E invece i Pistons si sono sciolti di nuovo nel quarto periodo perso 29-23, sbagliando nove delle dieci conclusioni tentate dall’arco e venendo puniti da un ex di serata come Kelly Olynyk, miglior marcatore dei Jazz con 27 punti. A nulla sono servite la doppia doppia da 28 punti e 10 assist di Cade Cunningham e i ventelli realizzati da Jaden Ivey (24 punti) e Marvin Bagley III (22), anche perché nessuno degli altri è andato oltre quota 8, con il "contro-ex" di serata Bojan Bogdanovic solamente da 3/12 al tiro. Nei secondi finali del match, a partita ormai decisa, il (poco) pubblico della Little Caesars Arena ha cantato il coro "Sell The Team", vendete la squadra, in aperta contestazione con l’operato del proprietario Tom Gores, che da quando ha preso possesso della franchigia nel 2015 ha portato ben pochi risultati, fino all’attuale striscia di 25 ko consecutivi.
Le parole di Williams e Cunningham: "Non siamo così scarsi"
"Voglio andarci cauto con le mie parole, ma questa fa più male delle altre" ha ammesso Monty Williams dopo la partita. "Una squadra che ha giocato ieri sera ha segnato 50 punti da palle perse e rimbalzi offensivi. È incredibilmente difficile capire come siamo riusciti a farci battere in quelle categorie". "Non siamo scarsi da 2-26, non c’è modo che siamo così scarsi" ha detto invece la stella della squadra Cade Cunningham citando il record in classifica. "Possiamo cambiare la situazione e possiamo giocare una pallacanestro di gran lunga migliore. Ma dobbiamo cambiare impegno, a partire da me: non possiamo continuare a farci battere dal palleggio come stiamo facendo. Nel finale di gara potevamo vincerla, ma non siamo stati abbastanza solidi. Nessuno di noi vuole far parte di questa storia".
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La storia, almeno quella dalla parte sbagliata, sta ormai fissando i Pistons da diverso tempo. Per evitare di raggiungere i Cleveland Cavaliers del 2010-11 e i Philadelphia del 2013-14, squadre detentrici del record di 26 sconfitte consecutive in singola stagione, dovranno vincere la prossima partita sul campo di Brooklyn nella notte tra sabato e domenica, decisamente non semplice per una squadra che non vince dalla fine di ottobre (quando erano incredibilmente 2-1!). Quei Sixers in pieno "Process" allungarono poi la loro striscia di ko fino a 28 perdendo anche le prime due partite della stagione successiva, e per evitare che accada Detroit dovrà vincerne almeno una di nuovo contro Brooklyn (stavolta in casa nella notte tra 26 e 27 dicembre), a Boston (notte tra 28 e 29) e contro Toronto (notte tra 30 e 31): manca poco tempo, ma per evitare di finire dalla parte sbagliata della storia serve tornare a vincere prima che arrivi il 2024.