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NBA, Warriors: crescono i malumori di Jonathan Kuminga e Moses Moody

NBA

La stagione degli Warriors è stata fin qui deludente, tra continui alti e bassi a livello di rendimento e una classifica che non lascia affatto tranquilli. Il clima, in casa Golden State, è ulteriormente complicato dai malumori filtrati da parte di Jonathan Kuminga e Moses Moody. I due giovani, poco felici della scarsa fiducia dimostrata da coach Steve Kerr nei loro confronti, potrebbero addirittura finire sul mercato

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Quella della doppia "timeline" adottata dagli Warriors, con i giovani a roster destinati gradualmente a prendere il posto dei veterani mantenendo sempre alta la competitività della squadra, è una storia ormai vecchia e (quasi) dimenticata. Dopo l'addio, nemmeno troppo doloroso, dato a James Wiseman prima e a Jordan Poole poi, ora potrebbe però arrivare anche il momento di separarsi dagli altri due rappresentanti della "nuova guardia" che avrebbe dovuto garantire il futuro ad alto livello di Golden State. Nei giorni scorsi, infatti, sia Jonathan Kuminga che Moses Moody hanno fatto filtrare verso l'esterno il loro malumore. Al centro delle lamentele espresse dai due giocatori ci sarebbe la scarsa fiducia dimostratagli da coach Steve Kerr. Per quanto riguarda Kuminga, la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stata l'esclusione dal 4° quarto della sfida poi persa contro i Nuggets, in cui l'ala congolese non ha visto il campo. Subito dopo la conclusione della partita, Shams Charania di "The Athletic" aveva quindi scritto che Kuminga "ha perso la fiducia in Steve Kerr". A stretto giro è circolata anche la voce dell'insoddisfazione espressa da Moses Moody, di fatto completamente uscito dalle rotazioni nelle ultime partite degli Warriors

La reazione di Kerr e gli scenari futuri

"Ho giocato anche io per 15 anni e per 15 anni non sono stato contento del mio minutaggio" ha replicato Steve Kerr nella conferenza stampa successiva alla vittoria contro Detroit. "La mia porta è sempre aperta, credo di essere l'allenatore più disponibile di tutta la NBA" ha proseguito Kerr, "ma credo che alcune questioni andrebbero discusse in privato, perché quando diventano di dominio pubblico rappresentano una distrazione". E se per quanto riguarda Kuminga la risposta di Kerr è arrivata anche dal campo, dove nella sfida contro i Pistons il numero 00 degli Warriors ha visto lievitare il suo minutaggio (22.5 minuti di media) fino a sfiorare i 36 minuti, più di Steph Curry e Klay Thompson, Moody si è invece dovuto accontentare di riassaggiare il parquet per poco più di 5 minuti. Per entrambi, ad ogni modo, non si esclude un cambio si scenario nel breve. I loro contratti scadono al termine della stagione 2024-25 (con qualifying offer a disposizione degli Warriors per quella successiva) e le cifre a libro paga (7.6 milioni di dollari per Kuminga, 5.8 per Moody) li rendono particolarmente appetibili sul mercato. Sia Kuminga che Moody, inoltre, vantano diversi estimatori in giro per la NBA, e considerata anche la evidente necessità di Golden State di apportare modifiche sostanziali al roster, i loro nomi potrebbero animare le trattative e i possibili scambi nelle prossime settimane.