Per la prima volta dal 2021 Kevon Looney non è sceso in campo per i Golden State Warriors, interrompendo una striscia di 289 partite playoff inclusi (254 solo in regular season) senza mai saltarne una, la seconda più lunga in NBA dietro quella di Mikal Bridges. Il motivo è la scelta di coach Steve Kerr che gli ha preferito Trayce Jackson-Davis, ma Looney non si dà per vinto: "Posso ancora dire di non essermi fatto male, perciò la striscia può continuare"
Nessuno andrà mai più neanche vicino alle 1.192 partite consecutive disputate in carriera da AC Green, ma comunque la striscia di Kevon Looney aveva la sua importanza. Dopo i primi due anni di carriera saltati interamente per via degli infortuni — tanto da portare Golden State a non esercitare l’opzione sul suo contratto per il quarto anno —, Looney dal Covid in poi si è trasformato in un esempio vivente di solidità, non solo per il contributo preziosissimo per i Golden State Warriors sia nell’anno del titolo che nella passata stagione, ma anche per la lunghissima striscia di gare consecutive senza mai saltarne una. Un percorso netto andato avanti per 254 partite (289 se si considerano anche i playoff) che si è interrotto due gare fa quando Steve Kerr ha deciso di non farlo entrare neanche per un secondo contro i Chicago Bulls, il primo "DNP-CD" (Non entrato per decisione dell’allenatore) da marzo del 2021. Quella di Looney era la seconda striscia più lunga in NBA dietro quella di Mikal Bridges (che non ha mai saltato neanche una partita in carriera, e non lo aveva fatto neanche al liceo o al college), ma ciò nonostante non ha perso fiducia. "Sono a disposizione, non mi sono fatto male — toccando ferro" ha detto a The Athletic. "Posso dire di portarla avanti ancora, mi sento ancora bene. Quando mi chiameranno, sarò pronto. La gente dubitava che io fossi in grado di giocare dopo i primi anni, perciò essere in grado di mettere assieme una striscia del genere è stato molto importante. Essere un duro e rendermi disponibile sera dopo sera mi rende orgoglioso". Pure un po’ troppo, visto che specialmente nella stagione 2021-22 — disputata per intero senza saltare neanche una delle 82 partite — il capo dello staff medico Rick Celebrini gli aveva suggerito più volte di prendersi una pausa. "Ci sono state partite in cui ho giocato su una gamba sola, ma mancava poco e volevo farcela. Ci sono state sei o sette occasioni in cui probabilmente non avrei dovuto giocare".
Looney uomo squadra: "Ho un ruolo da leader, contento per Jackson-Davis"
Nonostante un rendimento nettamente calato rispetto allo scorso anno, Looney continua a mantenere il giusto approccio alla questione. "Abbiamo una squadra molto talentuosa con tante combinazioni diverse. È dura, ma sento di essere ancora in grado di giocare ad alto livello e fare la differenza. Solo che devo dimostrarlo in poco tempo. In ogni caso il coach ha trovato una combinazione con la quale stiamo vincendo e dobbiamo cavalcarla. Tutti si sacrificano, perciò anche io. Ma sento che pur non giocando, ho comunque un ruolo da leader in questa squadra, e devo fare in modo che i giovani competano al massimo". Tra i giovani in particolare c’è Jackson-Davis, il motivo per cui Looney non ha più un posto in rotazione. Ciò nonostante, il tre volte campione NBA sente la responsabilità di portare avanti una tradizione sotto canestro: "Sono contento per lui, sta giocando bene. È un bravo ragazzo che ascolta molto e ha dato una scintilla a questa squadra. Sono stato in squadre in cui avevamo quattro centri, tre centri, due centri o nessun centro. I ragazzi con cui giocavo sono sempre stati grandiosi con me: sento di dover fare lo stesso con lui". A 28 anni e con un contratto garantito solo per 3 milioni per il prossimo anno, per lui l’avventura sulla Baia potrebbe concludersi presto, anche perché la franchigia ha bisogno di diminuire il monte salari. Ma la sua striscia, in ogni caso, continuerà a rimanere come una medaglia da appuntarsi al petto.