I continui infortuni a LaMelo Ball hanno stroncato sul nascere la stagione degli Hornets, salvata solamente dalle incoraggianti prestazioni del rookie Brandon Miller. Ma la squadra allenata dal dimissionario Steve Clifford è peggiorata di 6 vittorie rispetto alla passata stagione, e la strada per risalire appare più impervia che mai
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- A Las Vegas si aspettavano una stagione attorno alle 30 vittorie, ma gli Hornets non sono neanche andati vicini a quella quota, chiudendo alla fine con un record di 21-61. Solo la presenza di Detroit e Washington nella loro stessa conference ha impedito loro un’annata nei bassifondi, ma non c’è dubbio che questa stagione di Charlotte sia stata disastrosa sotto quasi ogni punto di vista
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- A confronto di quest’anno, gli Hornets della passata stagione (chiusa con un record di 27-55 pur senza avere Bridges) sembrano quasi competitivi. A fronte di un rating offensivo rimasto uguale – e non è un bel segnale, visto che è salito in tutta la lega –, la difesa è peggiorata di 4.5 punti su 100 possessi, facendo precipitare gli Hornets all’ultimo posto per differenziale su 100 possessi
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- In una stagione in cui sono stati solamente per una partita con un record positivo (vincendo la prima contro Atlanta, poi basta), rimane come un fiore da appuntarsi all’occhiello la vittoria del 20 novembre contro i Boston Celtics dopo un tempo supplementare. Buona anche la striscia di quattro vittorie a cavallo dell’All-Star Weekend, risollevandosi dopo 10 sconfitte in fila
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- Prendere 144 punti dai Pacers a fine dicembre non è stato sicuramente piacevole, così come i 138 per mano di Houston a gennaio. Ma è soprattutto quando si è fatto male per l’ennesima volta LaMelo Ball che la stagione degli Hornets è andata definitivamente a sud, limitandolo ad appena 22 partit
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- La seconda scelta assoluta dell’ultimo Draft non ha fatto rimpiangere la decisione di prenderlo prima di Scoot Henderson, chiudendo come miglior realizzatore tra i rookie alle spalle di Victor Wembanyama e primo per triple a segno. L’unica scintilla di speranza è rappresentata da lui
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- Non sembrerà granché, ma alcuni dei giocatori scaricati da Oklahoma City alla deadline si sono rivelati utili, a partire da Vasilije Micic e Tre Mann. Per il resto bisognerà aspettare prima che le scelte raccattate dalla cessione di Terry Rozier e PJ Washington diano i loro frutti
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- La salute, prima di tutto. Gli Hornets hanno troppo poco talento diffuso per potersi permettere così tante gare saltate dai loro migliori giocatori, e non parliamo solo di LaMelo Ball ma anche di Mark Williams che ha giocato solo 19 partite
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- Non si può certo dire che Miles Bridges non abbia fatto il suo, ma neanche che sia andato oltre quello che il suo ruolo gli richiedeva. Di fatto ha dimostrato in giro per la NBA di poter replicare le cifre di due anni fa, pur con un calo nelle percentuali e nell’efficienza data dall’assenza di Ball. Poi tutto starà alle squadre se decidere se investire su di lui nonostante i problemi giudiziari fuori dal campo
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- Gli Hornets si presentano sul mercato con il monte salari pulito, per quanto si debba risolvere la situazione legata a Bridges (free agent) e Davis Bertans (che ha solo 5 milioni garantiti sui 16 previsti). Almeno sul salary cap, non ci sono zavorre con cui fare i conti per la nuova dirigenza guidata dal neo assunto Jeff Peterson
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- "Più giù di così non si poteva andare", cantava Daniele Silvestri. Gli Hornets si presenteranno al 2024-25 innanzitutto con la necessità di trovare maggiore salute, e poi di scoprire se la convivenza tra LaMelo Ball e Brandon Miller con un anno di NBA alle spalle ha del potenziale o meno. Da questo punto di vista, la scelta del nuovo coach sarà cruciale
11/12
- Con l’ultima vittoria inutile ai danni di Cleveland, gli Hornets hanno raggiunto quota 21 vittorie, perciò invece di avere il 14% di possibilità alla numero 1 come Detroit e Washington, avranno il 13.3 o il 13.2 in base a come finirà il lancio di monetina che spezzerà la loro parità con i Portland Trail Blazers
12/12
- Inutile stare troppo a discutere: indipendentemente dalla posizione, gli Hornets dovranno puntare il giocatore di maggior talento, visto che tolto Miller nessun altro dei teorici “building blocks” della franchigia offre reali garanzie dal punto di vista fisico. Chiunque cada tra Sarr, Risacher, Topic e Clingan va più che bene per una squadra che ha bisogno davvero di tutto