Era l’uomo più atteso, ma Kyrie Irving ha giocato una brutta gara-1 in finale contro i Boston Celtics, realizzando appena 12 punti con 6/19 al tiro e -19 di plus-minus in 36 minuti di gioco. Per lui si tratta dell’undicesima sconfitta consecutiva contro la sua ex squadra, una “maledizione” nata quando ha provocatoriamente calpestato il logo dei Celtics a centrocampo
Kyrie Irving non è di certo il più amato degli ex dei Boston Celtics, anzi ogni volta che torna al TD Garden da avversario viene subissato di fischi dai tifosi che si sono visti traditi nel 2019, anno in cui si aspettavano che rifirmasse con la squadra e invece ha lasciato per unirsi a Kevin Durant ai Brooklyn Nets. Le prime esperienze di Irving da avversario erano andate bene, vincendo sette delle otto gare disputate da avversario dei Celtics nella stagione 2020-21, tra cui il successo per 4-1 nella serie di primo turno dei playoff 2021. Da quel giorno in poi però ha inanellato una serie di sconfitte consecutive che si è allungata addirittura a 11 con il ko rimediato questa notte in gara-1 di finale con i suoi Dallas Mavericks, disputando senza mezzi termini una brutta partita per quelli che sono i suoi standard. Il campione NBA 2016 ha inaugurato le sue quarte Finals della carriera realizzando appena 12 punti con 6/19 al tiro (peggior percentuale della carriera alle FInals) e -19 di plus-minus (peggior dato di squadra) e 3 palle perse in 36 minuti di gioco, sbagliando tutte le cinque conclusioni da tre punti tentate tra cui alcune non contestate che avrebbero permesso a Dallas di mettere maggiore pressione ai Celtics nel momento migliore del terzo quarto. Irving si è visto anche stoppare in diverse occasioni da parte di Kristaps Porzingis, Al Horford e Jaylen Brown, faticando a liberarsi della difesa asfissiante di Jrue Holiday e Derrick White sulle sue piste, senza guadagnarsi neanche un viaggio in lunetta e lasciando solo Luka Doncic, autore di 30 punti contro i 59 dei suoi compagni di squadra messi assieme. E neanche dal punto di vista del playmaking è andata molto meglio, visto che Irving ha distribuito solo 2 assist sui 9 di squadra dei Mavs, palleggiandosi in un’occasione su un piede e in un’altra occasione commettendo una inusuale violazione di passi.
Una sola vittoria da quando ha calpestato "Lucky"
I più maligni sui social hanno fatto notare che la maledizione di Irving contro Boston è cominciata da quando ha provocatoriamente calpestato il logo dei Celtics a centrocampo al termine di gara-4 nei playoff del 2021. Irving e i suoi Nets hanno poi vinto gara-5 in casa per chiudere la serie, ma da quel momento in poi è cominciata la striscia di 11 vittorie in fila dei Celtics ai danni dell’odiato ex, eliminato con un secco 4-0 nei playoff del 2022 in una serie che Kyrie aveva cominciato alla grande (39 punti in gara-1) ma finito malissimo (10, 16 e 20 punti nelle successive tre). In regular season poi sono arrivate sei sconfitte senza mai superare quota 24 punti, segno che al di là della scaramanzia c’è qualcosa nella difesa dei Celtics che non gli permette di esprimersi al massimo. I Mavs hanno però bisogno che Irving faccia l’Irving se vogliono competere in una serie in cui, pur essendo andati sotto sull’1-0, hanno ancora tutte le carte in regola per giocarsela.
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Dopo la partita Irving non è sembrato particolarmente scosso dalla sua prestazione o dalla sconfitta dei suoi, lanciando una frecciatina ai tifosi dei Celtics: “Non è la prima volta che perdo qui, sono un po’ di anni ormai che hanno trovato una contromisura su di me. Bisogna dare loro merito, ma siamo noi a dover giocare il nostro miglior basket e io come leader a salire di livello. L’ambiente? È solo pallacanestro. Sono abituato a giocare in questo ambiente: in passato c’era un rapporto diverso con Boston. Sinceramente me lo immaginavo anche un po’ più rumoroso di così. Mi aspetto lo stesso per gara-2”. Fuori dal Garden, almeno, l’ambiente è stato più caldo, con una bambola rappresentante Irving che è stata presa a calci da alcuni tifosi mentre scandivano i cori di “F..k Kyrie”.