NBA Finals, le pagelle di gara-1: i Celtics dominano, Doncic e Irving non incidono
Gara-1 è stata terreno esclusivo dei Celtics, bravi a togliere i punti di riferimento all'attacco di Dallas e a dettare legge nella metà campo avversaria con la coppia Porzingis-Brown in evidenza. Doncic e Irving soffrono la difesa di Boston e i Mavericks hanno una sola fiammata nel 3° quarto, che non basta e evitare il 107-89 finale. Qui i voti a tutti i protagonisti della prima partita della serie finale, che torna in campo nella notte tra domenica e lunedì sempre in diretta su Sky Sport
- Chirurgico nel prendersi cura sia di Doncic che di Irving, implacabile sui cambi difensivi: è Holiday a dettare i tempi della difesa dei Celtics, riuscendo anche a chiudere con 12 punti, 8 rimbalzi e 5 assist una partita in cui si contano forse due suoi errori in totale
- Come Holiday non permette agli esterni di Dallas di prendersi alcun vantaggio e in attacco è magistrale nell’agire sia da creatore di gioco che lontano dalla palla. Rimane forse il meno appariscente nel quintetto titolare dei Celtics, ma la sua presenza si conferma fondamentale
- La carica agonistica è quella che l’ha contraddistinto fino dall’arrivo in NBA, ma il Brown di oggi ha una lucidità e una capacità di leggere i momenti della partita che prima non si era mai vista. Quando Dallas prova a riavvicinarsi nel 3° quarto sono due sue stoppate e una tripla in faccia a Kleber a ricacciare indietro gli ospiti
- La gara-1 di Tatum non è particolarmente fortunata al tiro (6/16) né nella distribuzione (6 palle perse sulle 12 di squadra), ma la stella di Boston fa tutto quello che serve per vincere, dedicandosi alla difesa e strappando 11 rimbalzi, molti dei quali negano a Dallas potenziali canestri da seconda opportunità
- Non ha i mezzi atletici di Porzingis, ma il veterano di Boston fa ampiamente il suo e consente alla squadra di cambiare praticamente su ogni possesso in difesa senza patire gli accoppiamenti con gli esterni di Dallas. Suo il primo canestro di queste Finals
- Parte dalla panchina, ma il suo ingresso in campo a metà del 1° quarto cambia la partita e fa ricordare a tutti quanto Porzingis sia un elemento decisivo per Boston su entrambi i lati del campo. È in buona parte merito suo se i Mavericks non riescono nemmeno ad avvicinarsi al ferro, e mentre rispedisce al mittente i tiri degli avversari con 3 stoppate il lettone marchia il suo rientro dopo oltre un mese con 20 punti in 20 minuti giocati e 8/13 dal campo
- Tira 0/7 dal campo chiudendo a zero la sua partita, ma l’intensità mostrata in difesa permette a Mazzulla di non subire troppo nei minuti in cui Holiday o White riprendono fiato in panchina
- A fare la differenza per Boston non è tanto il 2/2 dalla lunga distanza, specialità della casa, quanto l’applicazione messa in difesa, non proprio l’aspetto del gioco su cui Hauser ha costruito la sua carriera in NBA. Tiene sia su Doncic che su Irving, e non è roba da poco
- Gara preparata al meglio e tatticamente quasi perfetta per i suoi Celtics, che negano a Dallas i tiri nei pressi del ferro e le triple dall’angolo, dieta base dell’attacco dei Mavericks. Ferma subito la folata con cui gli avversari tornano a -8 e rimette i suoi in campo con le idee e la tranquillità giusta, dando il via al controparziale che di fatto chiude la partita
- Boston non gli concede mai la prima opzione, spesso nemmeno la seconda e Doncic va a sbattere contro la versatilità della difesa dei Celtics. A dare l’idea della fatica fatta dallo sloveno per tutta gara-1 non è tanto il 12/26 dal campo, quanto l’inusuale 1 alla voce assist. Il piano partita di Boston, isolare Doncic dal resto della squadra, funziona nonostante i suoi 30 punti segnati
- 6/19 dal campo, 0/5 da tre, 3 palle perse e una infrazione di passi, errore che Irving non commetteva da tempo immemore. Come Doncic e più di Doncic soffre la pressione della difesa dei Celtics, e forse anche l’accoglienza non proprio amichevole del pubblico di Boston
- Prova a fare ciò che può e che gli viene chiesto, dando fisicità con gli 8 rimbalzi strappati e rimanendo spesso accoppiato con Tatum in difesa. Non gli riesce però di ritrovare la mano dalla lunga distanza (0/3) e questo potrebbe diventare un problema enorme per Dallas
- Impreciso in attacco, dove tira con un rivedibile 2/9, non riesce a fornire il consueto contributo in termini di energia, anche perché sovrastato su questo piano da Brown e Tatum. E quando sui cambi rimane accoppiato con Porzingis il lettone banchetta senza farsi pregare
- Fatica enormemente contro l’attacco perimetrale di Boston e resta in campo per meno di 15 minuti, durante i quali colleziona comunque un -10 di plus/minus. L’impressione è che per lui sarà una serie durissima se non torneranno i lob a cui è abituato
- Leggermente meglio di Gafford nel tenere su Porzingis e sui cambi forzati dall’attacco dei Celtics, ma il rookie soffre le difficoltà della squadra e si perde quando Boston preme sull’acceleratore, commettendo 5 falli in poco tempo
- I suoi 13 punti dalla panchina sono preziosi e regala qualche fiammata simile a quelle già viste in questi playoff, ma non riesce comunque a incidere su una partita ampiamente nelle mani dei Celtics
- Kidd gli concede minuti importanti nel tentativo di recuperare il gap fisico e atletico emerso in maniera evidente nel primo tempo, l’australiano ci mette buona volontà ma appare troppo confusionario nelle sue iniziative, sia in difesa che in attacco. Pesantissima la stoppata subita da Porzingis sul finire del primo quarto
- Viste le prevedibili difficoltà del duo Gafford-Lively, Kidd gli affida il compito di far alzare i giri della difesa dei Mavericks. Il tedesco mostra qualche buono spunto, ma i limiti atletici e una condizione fisica ancora precaria lo condannano contro i lanciatissimi Celtics
- Boston mette da subito le mani sulla partita e lo fa con un piano tattico chiarissimo, negando a Dallas i consueti punti di riferimento in attacco e puntando i lunghi dei Mavericks sui cambi in attacco. Kidd non riesce a trovare alcuna contromisura concreta allo strapotere di Boston, l’unico sussulto dei suoi arriva nel 3° quarto più che altro grazie alle consuete improvvisazioni di Doncic e Irving. Troppo poco per poter anche solo pensare di giocarsela al TD Garden