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NBA Finals, l'ex Kyrie Irving fa autocritica: "Devo alzare il ritmo della partita". VIDEO

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©Getty

Ha tirato con brutte percentuali, non ha segnato neppure una delle cinque triple tentate e ha distribuito solo due assist. La gara-1 di Kyrie Irving contro Boston non può che definirsi negativa, e il poco apprezzato ex fa poco per nascondersi: "Avevo sempre molti difensori addosso in aiuto: devo capire meglio come poterli attaccare, la palla deve muoversi di più"

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Kyrie Irving è stato fischiato dai tifosi di Boston per tutta la durata di gara-1, quasi a ogni possesso. Era prevedibile, è successo, ma non è necessariamente detto che abbia influito sulla sua prestazione. Che di certo, però, non è stata brillante. “Ha aggredito la difesa dei Celtics a inizio partita, ma ha sbagliato tanto”, dice Matteo Soragna. “Qualche buon tiro lo ha avuto ma spesso gli sono usciti, ma in generale sono stati bravi i difensori di Boston a contestare le sue conclusioni”. Irving in gara-1 ha tenuto il 25% sui tiri contesta (2/8) ma non ha fatto molto meglio in quelli non contestati (4/11), realizzati con il 36.4%, chiudendo con 12 punti, solo 6/19 al tiro e con 0/5 dall’arco. “Credo siano stati bravi a mettere molta pressione sulla palla e a difenderci uno-contro-uno, spingendoci verso certe zone del campo”, ha ammesso nel post-partita il grande ex. “Loro fanno molto affidamento sulla difesa in uno-contro-uno, ma anche così ogni volta che avevo un isolamento c’erano due-tre giocatori pronti a venire in aiuto. La palla deve muoversi di più, non è da noi collezionare solo 9 assist. E lo ripeto: inizia tutto dalla mia capacità di alzare il ritmo, procurarci canestri facili e adattarci alle difese che ci troviamo davanti”. 

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