La notizia della sua esclusione dalle convocazioni di Team USA per le Olimpiadi di Parigi non ha ancora smesso di far discutere, e a Caitlin Clark è stato chiesto se nel caso prenderebbe in considerazione la possibilità di giocare con un’altra nazionale, quella azzurra. La stella delle Indiana Fever ha in effetti una discendenza italiana per via materna, ma per il momento non pare intenzionata a compiere una scelta che avrebbe del clamoroso
Quando si parla di Caitlin Clark, ormai, qualsiasi dichiarazione, anche la più banale e innocua, finisce per fare notizia. A maggior ragione se di mezzo c’è una delle tante polemiche che ne stanno accompagnando l’annata d’esordio in WNBA. Tra queste la più vivace rimane quella relativa all’esclusione dalle convocazioni di Team USA per le Olimpiadi di Parigi, un boccone amaro che Clark ha mandato giù a fatica e che a distanza di diversi giorni continua ad avere strascichi. A molti, non solo alla diretta interessata, l’esclusione è sembrata non avere senso, tanto che durante una conferenza stampa di presentazione della sfida tra le sue Fever e le Atlanta Dream, poi vinta da Clark e compagne 91-79, un reporter presente ha provato ad abbozzare un’alternativa per molti versi clamorosa.
Caitlin in azzurro: un sogno (quasi) impossibile
Prima di scendere in campo di fronte a 17.575 spettatori ad Atlanta, record di ogni tempo per la franchigia WNBA cittadina, Clark ha tenuto la consueta conferenza stampa di presentazione della partita. Tra le varie domande che le sono state rivolte, un reporter ha voluto stuzzicare la stella delle Fever a proposito dell’esclusione da Team USA: “Se ti dovesse interessare, la maglia numero 22 [il numero indossato da Clark al college e in WNBA NdR] della nazionale italiana è libera”. La risposta, con tanto di sorriso, di Clark è stata abbastanza pronta, per quanto evasiva: “Ho delle origini italiane, non saprei, ma comunque apprezzo la proposta”. E in effetti Anne Nizzi, la madre di Clark, pur essendo nata negli Stati Uniti arriva da una famiglia di emigrati dalla natia Sicilia. Dal punto di vista burocratico, quindi, qualche appiglio ci sarebbe, ma resta altamente improbabile che Clark, al netto della delusione per la mancata convocazione in vista di Parigi, rinunci a una vetrina come quella di Team USA. Sognare, però, non costa niente, e Clark in azzurro sarebbe un sogno vero e proprio.