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NBA, le idee di JJ Redick: "LeBron tiratore da tre, Davis al centro del nostro attacco"

NBA

I Los Angeles Lakers hanno presentato ufficialmente il 29° allenatore della loro storia, JJ Redick, al debutto assoluto su una panchina NBA. Una scelta controversa, che ha sorpreso molti, ma che il general manager Rob Pelinka ha difeso strenuamente davanti ai giornalisti. E Redick non ha intenzione di nascondersi: "Voglio diventare un grande allenatore e voglio vincere dei titoli NBA"

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Al “primo giorno di scuola” JJ Redick dice tutte le cose giuste, vestendo alla perfezione i panni di nuovo allenatore dei Lakers. Basterà? A dirlo ovviamente sarà il campo, ma nella conferenza stampa ufficiale della sua presentazione, il nuovo coach gialloviola ha toccato una serie di temi molto interessanti, sul suo futuro e su quello della sua nuova squadra. Partendo da obiettivi molto ambiziosi: “Voglio diventare un grande allenatore, voglio vincere dei titoli NBA e voglio sviluppare i miei giocatori così da farli rendere al massimo”. Redick ha fatto sapere che non ritiene l’attuale roster dei Lakers “così lontano dal roster di una squadra che compete per il titolo”, soffermandosi ovviamente sulle sue due superstar: “Voglio che LeBron tiri di più da tre punti, visto le percentuali [il 41%] di questa sua ultima annata; e voglio che Anthony Davis sia l’hub offensivo della squadra, come succede ormai a tanti ‘5’ in giro per la lega. Credo che il suo talento in questa particolare versione non sia ancora stato massimizzato”. Né James né Davis erano presenti alla conferenza stampa, ma ad accogliere il nuovo allenatore c’erano (tra gli altri) Spencer Dinwiddie, Gabe Vincent e Christian Wood. Redick è tornato sulle voci che hanno visto Dan Hurley vicinissimo alla panchina gialloviola e ha scherzato sulla sua inesperienza nel ruolo: “Ho compreso immediatamente il loro interesse per coach Hurley, e non ne sono stato minimamente infastidito: lui ha vinto due titoli NCAA in fila, io al massimo ho vinto due titoli quando avevo 10 e 11 anni e giocavo nella 55 Swish League [una lega per ragazzini nella città di New York, ndr]”. 

Pelinka: “Redick ha una filosofia di pallacanestro unica”

Ma proprio l’idea di fare qualcosa di diverso, di fuori dal coro, ha portato il GM dei Lakers Rob Pelinka a scegliere Redick. “A volte ho l’impressione che in questo settore in tanti scelgano più o meno la stessa strada. Per noi era importante capire se c’era la chance di fare qualcosa di diverso, e dopo le prime conversazioni con JJ ci hanno conquistato la sua prospettiva e la sua filosofia di pallacanestro unica”, ha detto Pelinka. Non che solo i Lakers avessero mai pensato a Redick: “L’anno scorso ho avuto dei colloqui con i Toronto Raptors, e da quel momento in poi ho capito che avrei voluto diventare un allenatore, un’idea che coach Rick Carlisle per primo mi ha messo in testa”. Un allenatore, e non più un podcaster, nonostante i suoi successi dietro a un microfono con “Old Man and the Three” e quelli più recenti con “Mind the Game”, lanciato recentemente in collaborazione proprio con quella che oggi è la sua superstar, LeBron James. “L’avventura col podcast si chiude qui, per il momento”, ha assicurato Redick: LeBron da oggi non è più la sua spalla, ma un suo giocatore. E l’obiettivo non è quello di catturare ascoltatori, ma un titolo NBA. Che a Los Angeles manca dal 2020. 

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